E ora basta parlare del passato e del presente. Vorrei finire il mese slittando un momento al futuro. Non so voi neo-trentenni, ma io mi sento così irrequieta. Stanotte mi sono addormentata alle cinque. Sveglia come un grillo a pensare a tutte le cose che non ho fatto, sono collassata di colpo con l'immagine viva negli occhi di quelle che devo ancora fare. E mi sono svegliata tardissimo, con il sospetto che avrei saltato la colazione e che forse quelle cose non le avevo desiderate abbastanza.
In conclusione, ho affogato comunque tutte queste belle immagini in una, (due) tazzine di caffè e ho iniziato a dedicarmi al futuro. Allora partiamo con un'altra infornata di propositi.
Lascerei perdere tutti quegli insani progetti alieni tipo: sposarmi, fare uno o più bambini, lavorare a tempo indeterminato, guadagnare un sacco di soldi, comprare un'automobile...
Non esageriamo. Queste poi mi sembrano oggi parole vuote, in tutto simili a: voglio perdere il senno, ritrovarlo sulla luna, costruirmi una casa sugli alberi e non scendere per tutta la vita, allenare il mio organismo a nutrirsi con il plancton, diventare la prima donna presidente degli Stati Uniti d'America, vestire alla marinara anche in inverno e altre amenità, e altre cose che comunque non farò mai più.
Avevo in mente programmi più credibili, ad esempio: voglio sentire, per tutti i miei trent'anni, quella sensazione che non ho mai capito da quali organi interni esattamente provenga, quella che ti entra dentro quando metti i piedi nel mare dopo un anno di città, quando ti arrivano certi sguardi belli e inequivocabili, quando trovi la parola giusta, la voce giusta per dire quello che devi dire e vedi che l'interlocutore o il lettore ha capito, l'ha sentito anche lui, la parola l'ha trafitto come una freccia di cupido.
Ecco sì, vorrei sentire e far sentire queste sensazioni nette e precise, affilate e a volte anche vaporose, languide, così felici da doversi fermare a ripensarci. Sedersi su una sedia e dire: oddio, però è bello vivere. E tutto questo sappiate che è catturato e mal custodito dentro di me e ha voglia solo di essere sguinzagliato fuori. Queste emozioni sono come carcerati dentro di me che hanno pagato la loro pena e ora sono di nuovo in libertà, vogliono costruirsi qualcosa di proprio, di solido nella loro città.
Ecco, sì, vorrei che questo anno che viene sia una costruzione totale, di cui io stessa possiedo le autorizzazioni necessarie. Vorrei anche sentirmi stanca, aumentare gli impegni, prendermi il diritto al divertimento, andare fino in fondo e alternare lavoro e festa, serietà e idiozia, concentrazione e nuoto in dolcissime acque chiare e fresche. E poi vorrei sentirmi al sicuro con le persone della mia vita. Vorrei potermi fidare e rendermi affidabile. Vorrei scambiare fiducia e affetto con queste persone. Vorrei che le cose che per me contano non cadessero più nel vuoto, vorrei stringere mani, creare consuetudini, fare passi avanti.
Mi sento come il personaggetto di un video game degli anni Ottanta che scalpita per passare al livello successivo.
E poi volevo dire un piccolo grazie ai 30 lettori fissi di questo blog :) uno per ogni anno della mia vita. Come si dice pochi ma veramente buoni. E grazie anche a quelli occasionali e gli una tantum che arrivano da queste parti cercando cose come "rovesciare il caffè" o "tazzine quadrate".
Credeteci o no, siete tutti molto, molto, molto importanti per me!
E buon week end, per un agosto migliore!