giovedì 2 aprile 2009

All'ospedale/2.

Uscite caracollando fuori da ostetricia e ginecologia, decidiamo di prenderci un toast al bar dell'ospedale. Tutto illuminato, colorato e brulicante di camici bianchi e celesti: mette allegria. Al tavolino di fianco a noi ci sono due donne: una con il velo, l'altra senza. Guardano un'ecografia: una delle due aspetta un bambino. A un'occhiata più attenta vedo che quella con il velo è un po' più grande, potrebbe essere la sorella maggiore o la mamma dell'altra, quindi è quella senza velo a essere incinta. Questa giovane donna incinta ha le guance rosa e dei capelli neri bellissimi. Un sorriso costante sulla faccia, i jeans nuovi e una borsa a tracolla Jansport. La donna con il velo è al telefono: scherza e ride continuamente nella sua lingua. La ragazza incinta mi dice:

- "E sono quasi più contenti loro di me!"

Quando si alza ha proprio una pancia grossa e se ne vanno sorridendo e camminando vicinissime e veloci.
Restiamo mia mamma e io, perse nella spremuta d'arancia a guardare le gocciolone di pioggia che rigano le grosse finestre del bar. Poi ce ne andiamo anche da lì. Schivando i lettini di anziani signori con le flebo e le coperte di lana tirate su fino al mento. Vicino alla fermata dell'autobus c'è un praticello dove i passerotti, quelli piccolissimi beige, saltellano vicino a certi funghi maturi che verrebbe voglia di raccogliere. Al capolinea, un ragazzetto slavato con i colpi di sole ascolta a volume altissimo "Le cose che non ho" dei Subsonica.

Nessun commento: