martedì 27 luglio 2010

Run baby run.

Correre nel parco è bello perché dopo l'iniziale fatica - in cui in genere stento a capire dove finiscono le mie gambe e dove inizia il cemento armato - mi sembra di entrare in un'altra vita. Come affacciarsi a piccoli balzi in un altro mondo, abbagliati dalla luce calda, gialla e diffusa ovunque. Il sole picchia diretto sulla faccia ed è come una voce che ti dice: non ti fermare, non ti fermare. E di questa incitazione c'è bisogno in grandi quantità durante una corsa, specialmente per chi, usando un pietoso eufemismo, "non è allenato", come me. La prima volta, dopo sedici minuti, sono stramazzata al suolo gemendo e implorando di riportarmi a casa, non prima di aver pregato in ginocchio di poter usare subito il mio Ventolin. L'ultima volta, ieri, ho invece respirato bene dall'inizio alla fine e dopo la corsa ci siamo anche fermati in un laghetto a guardare le papere e le tartarughe (!).

Questo per me è il fascino del cambiamento. A me piacerebbe molto cambiare, migliorare. Ci provo sempre, ma è sempre stato così comodo e rassicurante restare nel proprio cono d'ombra, nei propri antichi difetti, nelle proprie solide difficoltà. Ed è così difficile al contrario farcela. Molto più di quel che si pensa. Ad esempio darsi un tempo nella corsa e rispettarlo. A me viene l'ansia a un certo punto. Mi si gela il cuoio capelluto, le braccia si tramutano in soffici marshmallow avvitati di cui perdo completamente il controllo nervoso, mi fa male la milza. Ma poi adesso resisto. Lo trovo uno sforzo disumano, in quei momenti mi viene quasi da piangere, da sedermi finalmente su una panchina accanto alle nonnette incartapecorite, ma invece poi ultimamente continuo. Perché ho capito che correre ti conferma che è possibile superarsi, sfidare i propri limiti e vincere. E quando finisce la corsa e metti tutta la testa sotto la fontanella e ti tiri su e vedi che il parco è ancora lì, con i cani che giocano e le foglie che si muovono al vento, ed è stato testimone silenzioso delle tue prodezze, del tuo piccolo cambiamento, è una sensazione indescrivibile.

Guardi tutto con occhi diversi. Ti senti forte.
Prima di decidermi a correre ero così scarsa da non riuscire quasi neanche più a fare le scale in salita. Come chiamarlo? Decadimento fisico? Disfatta? Premorte? Ritiro sociale? A neanche trent'anni forse sì. Ma poi mi sono ricordata che ero viva pure io, e che avevo due gambe, e che con loro dovevo e volevo e speravo di percorrere ancora un lungo pezzo di strada. E così mi sono messa a correre. E per mia fortuna sono anche in buona compagnia.

E comunque adesso la prendo sul serio questa cosa della corsa. Anche perché è strano: prima di cominciare sono sempre puntualmente di pessimo umore, anzi no, sono sempre spaventata da qualcosa. Triste, ma di più: preoccupata. Demoralizzata, in preda a visioni catastrofiche sul futuro. Dopo la corsa invece la musica cambia. E non credo si tratti di un miracolo, bensì del frutto di nuove energie che sono costretta a utilizzare. E queste energie sono mentali prima ancora che fisiche. Correre e arrivare fino alla fine è come la dimostrazione pratica del concetto stesso di futuro. Cioè che nonostante le asprezze e lo sconvolgimento della corsa in sé, si può andare avanti, si può tracciare un percorso con i propri piedi, con i propri pensieri. Si può riuscire in un intento, raggiungere un obiettivo, perseguire un proposito e tutte quelle cose che rendono la vita un po' più interessante.


10 commenti:

Annalisa ha detto...

Ecco! Vedi che correre fa bene!? L'ho sempre detto. La sensazione dopo una corsa è esattamente quella che hai descritto. Continua Noemimina! Vedrai che ne troverai un grande giovamento, nel cuore, nello spirito e nella mente!
Dopo un po' non potrai più farne a meno e diventerai come me: runnig addict!

noemi ha detto...

Sì, è una gran cosa, continuerò di sicuro :)

Elena ha detto...

Anch'io mi dico sempre che dovrei mettermi a correre...poi però mi ritrovo a fare compagnia alle vecchiette incartapecorite! :)
La corsa è un po' come affrontare le difficoltà della vita: è sempre difficile all'inizio...ma poi quando inizi non ti ferma più nessuno!
Baci Baci

noemi ha detto...

Verissimo Elena: per me è un gesto simbolico...

Anonimo ha detto...

ciao, anche io correvo qualche anno fa e stavo benissimo. è veramente un toccasana. poi è intevenuta una brutta tendinite ed ho smesso. adesso dovrei riprendere ma la pigrizia è troppa.
comunque ti faccio i complimenti, cerca di resistere.

noemi ha detto...

oh no la tendinite :( ma va meglio adesso? riesci a nuotare?

grazie per l'incoraggiamento, resisterò !!!

Anonimo ha detto...

ciao, è si la tendinite è brutta. ci ho messo più di un anno perchè mi passasse (colpa mia perchè ogni volta che mi pareva di stare meglio tornavo a correre ed ogni volta peggioravo la situazione).
Altri sport niente perchè sono troppo pigra. Però devo impormi di tornare a correre perchè, a parte la atica iniziale prima di riprendere la forma, poi si sta veramente bene.

noemi ha detto...

allora correre è proprio una droga: ci provavi anche con la tendinite!!! ;)

Sì comunque è vero, è una fatica ma dopo si sta bene.

enjoy/buonappetito ha detto...

è esattamente come hai descritto tu, le sensazioni del prima, del durante e del dopo corsa...ed è proprio vero che alla fine non puoi più farne a meno, ma è una droga buona. qui a new york correre mi fa ricordare che, nonostante la follia della città, faccio sempre parte dello stesso mondo nel quale tra corridori ci si fa un piccolo cenno di saluto e nel quale la fatica iniziale è ripagata dalla soddisfazione finale!
un abbraccio!

noemi ha detto...

Ciao omonima :D che bello dev'essere fare jogging a NYC...