domenica 29 agosto 2010

Letturedomenicali+tazzinadicaffè.

Ricorro a una tazzina pomeridiana per tenermi sveglia, perché questa sottile aria di fine agosto induce sonnolenza. Ieri sera ho visto Urlo, la storia del processo che Allen Ginsberg subì a causa della sua opera più famosa, da cui il titolo del film. Ripenso alla volontà e al consiglio dello scrittore di parlare di ciò che si conosce.

Mi sento un po' in colpa, perché invece di questo famosissimo autore, premio Nobel nel 1999, conosco ancora poco. Tuttavia mi va molto di consigliare questa sua recente autobiografia. Sbucciando la cipolla, uscita nel 2007 per Einaudi.
La sua pubblicazione ha fatto scalpore e suscitato polemiche, date anche le sue note posizioni pacifiste, perché qui Günter Grass, nel raccontare la sua vita a partire dalla prima adolescenza a Danzica durante la guerra, svela un fatto che fino a quel momento aveva taciuto: la sua esperienza nelle Waffen-SS.

Ma quello che per ora mi sta avvincendo di questa autobiografia - genere letterario che mi appassiona - è la scelta tenera e al tempo stesso spietata dello scrittore di "guardarsi" con occhio esterno e severo spingendosi giù, strato dopo strato, nel cuore della memoria, anche lì dove il ricordo si confonde, dove cerca l'invisibilità. E la lucida scoperta della complessità della vita, dei traumi, della guerra, dell'importanza di fare domande, del bruciante rimorso di avere taciuto.

"Il ricordo ama giocare a nascondino come i bambini. Si rintana. E' incline all'adulazione e gli piace abbellire, spesso senza necessità. Contraddice la memoria, che si comporta con pedanteria e vuole avere litigiosamente ragione.
Se viene molestato con domande, il ricordo assomiglia a una cipolla che vorrebbe essere sbucciata perché, carattere dopo carattere, possa venire allo scoperto quanto c'è di leggibile: di rado univoco, spesso in riscrittura a specchio o comunque enigmaticamente confuso.
Sotto la prima tunica ancora secca e cricchiante, si trova la successiva che, appena staccata, ne libera una terza, umida, sotto alla quale una quarta, una quinta attendono e bisbigliano. E tutte quelle successive trasudano parole troppo a lungo evitate, anche disegni a ghirigori, quasi che qualcuno, volendo fare il misterioso fin da giovane, quando la cipolla era ancora in germoglio, avesse cercato di codificare se stesso".

Ok. vado avanti a leggere. Buona lettura e buona domenica d'agosto :)

Nessun commento: