domenica 27 dicembre 2009
Buoni propositi per l'anno nuovo.
2) tostare il pane.
3) andare di più al mercato e meno al supermercato.
4) non piangere quando il lavoro va male, non c'è o non è pagato, bensì guardare avanti e trovare se possibile di meglio.
5) leggere finalmente Infinite jest.
6) accettare la realtà.
7) fantasticare, sognare, immaginare, pregare, sperare, amare e fare in generale tutto ciò che non richiede un ferreo ragionamento.
8) salutare i gatti del cortile.
9) mettere la musica anche quando sono sola in casa.
10) distruggere gli attacchi di panico.
11) portare a termine i miei compiti e i miei progetti.
12) fare qualche vasca a stile libero e non sempre a rana.
venerdì 25 dicembre 2009
Raccontini di Natale.
Mi piace molto osservare i bambini. E' veramente interessante notare in loro il primo sorgere dello spirito. Avevo notato che il ragazzino dai capelli rossi subiva la tentazione dei giocattoli costosi degli altri bambini, e soprattutto di un teatrino, nel quale voleva a ogni costo svolgere una parte anche lui e perciò aveva deciso di mostrarsi servile. Sorrideva agli altri bambini, li lusingava, diede perfino la sua mela a un ragazzo paffuto che teneva legato in un fazzoletto un mucchietto di dolciumi; il povero ragazzo s'offrì persino di portare in giro, in groppa, uno dei ragazzi, affinché non lo cacciassero via dal teatrino. Ma dopo qualche minuto un piccolo mascalzone lo picchiò malamente. Il bambino non osò neanche piangere. Qui apparve l'istitutrice, la sua mamma, e gli diede l'ordine di "non dar fastidio" agli altri bambini."
(Fedor Dostoevskij)
mercoledì 23 dicembre 2009
Il cuore.
1) I disegnini piccoli, di mini pupazzi di neve con le guancette rosa o di mini alberelli di Natale con i pacchetti piccolissimi disegnati sotto.
2) I cuccioli di gatti semirandagi con le zampine immerse nella neve e gli occhi sporchi e socchiusi da cui esce una specie di lacrima di freddo.
3) Certi sguardi disperati di certi nonnetti, sembrano di carta velina celeste, in particolare quelli di uno da me soprannominato Signore di Corso Trapani.
4) Le mamme che tengono i figli nelle fasce attaccati come scimmiette. E il bambino appoggia la mini-testa sotto al collo della mamma.
5) Quando gli innamorati cingono la vita delle innamorate.
6) I complimenti.
7) Il pensiero fulminante del futuro.
8) L'idea di "essere responsabili di se stessi".
Ecc ecc.
Risvolti natalizi.
"A Marisa prendiamo...." per poi ritornare ancora e ancora in trance, in ipnosi, reggendo in mano l'ennesimo barattolino, l'ennesima statuina, l'ennesimo panettone artigianale. Ho intercettato conversazioni telefoniche:
"E ppprendigli una cravatta che va sempre bene". "A Luisia e a Federica gli prendo la stessa cosa tanto non si conoscono" "Mi manca solo più Gianluca, non so cosa prendergli, ha tutto".
Beato lui!
Ho visto e ho sentito queste cose perché ero lì, in mezzo a loro, nella calca nervosa che scartabella nelle librerie :"Mah io a Giulia prendo Faletti". Che sposta tutte le cosine carine di Muji: "Secondo te questa per Giovanni?" (niente meno che un'agendina del 2010). La calca che si fa livida e rugosa dopo due ore a camminare nel gelo con le borse avvitate sui guanti bucati, che si incupisce perché compra compra ma il Natale non lo sente più. Ma cosa vuol dire il Natale? Solo fare regali? Senza contare che questi regali sono sempre più brutti rispetto alle cose che compriamo per noi. Mai più belli o uguali. Mah. Io faccio un fioretto. Visto che non riesco a cambiare il mondo, almeno cambiare qualche becera abitudine. E in nome di questo fioretto farò almeno UN regalo BELLO, più bello delle cose (poche) che compro per me. O almeno uguale. E aspetterò di guardare la faccia della persona a cui farò questo regalo, di vedere la "famosa" reazione di chi riceve il dono. E lo farò davvero, col cuore, cercherò di sentire davvero questa sensazione. E se ci riesco sarà quello il mio vero unico regalo di Natale.
martedì 22 dicembre 2009
Dov'è finito il "pensiero"?
Allora io dico: ma dov'è finito il "pensiero"? Il pensare che quella persona in quel momento ha sbattuto la testa? Per carità, io non mi sono fatta niente tranne un bernoccolo. Però, una signora anziana poteva spaccarsi le ossa. E questi baristi si preoccupano prima di sgravarsi dalla responsabilità e poi forse della testa ammaccata della gente. E questa è la punta dell'iceberg. Mi vien da dire che "è tutto così". Gli interessi personali PRIMA di qualsiasi cosa, davvero qualsiasi cosa. E poi ci si stupisce che le persone muoiono ancora di fame. E si cambia canale mentre le fanno vedere a cena. Ancora e sempre. "Morire di fame". Avete presente? Io ci penserò addentando quei due chili di panettone grasso a Natale. Pensiamoci tutti. Mi si ribolle il sangue. Scusate, oggi mi sento così, sarà il bernoccolo che pulsa sulla tempia.
Elementi di afasia applicata.
Mamma:
- Hai visto quel terribile programma televisivo di Pino?
Figlia:
- ?
Mamma:
- Pepo?
Figlia:
- ?
Mamma:
- Papo?
Figlia:
- Pupo?
Mamma:
- Esatto, Pupo.
lunedì 21 dicembre 2009
Attacchi di panico.
Ed ecco invece come comincia: dal nulla, dal niente, dalla più normale, banale, semplice delle situazioni di vita. Una qualsiasi cena, un film al cinema, un caffé al bar. Niente di più impegnativo. E come prosegue: lì, nel mezzo del nulla, della più scontata quotidianità, si insinua una specie di dubbio. E se morissi? E se morissi ora? Tra cinque minuti? Tra due minuti? Il cuore inizia, da solo, ad accelerare. Ma così tanto e così forte che pare letteralmente impossibile frenarlo. Va, con la forza di un martelletto, una valvola difettosa, un tamburello stonato e impazzito. Accelera, accelera. E il dubbio si trasforma in realtà: "sto morendo", dice la voce, in affanno. Anche il respiro si affatica. "Sto smettendo di respirare?". Le domande restano senza risposta. Il primo istinto è alzarsi. In qualsiasi luogo ci si trovi, la spinta violenta è l'alzarsi. Il che apparirà innocuo. Così non è. Ad esempio: se stai guidando come fai ad alzarti? E dove vai? L'importante è infatti proprio "andarsene". In una parola: scappare. Da cosa o da chi non si sa. Da una presenza che è dentro di te e non fuori. E tuttavia lui, il panico, ti insegue. Se cambi stanza, lui è già lì, pronto ad abbracciarti male, a soffocarti. Io a quel punto mi prendevo sempre la faccia tra le mani, o mi ascoltavo il polso, in attesa, davvero, dell'ultimo battito. Chiudevo gli occhi e li riaprivo e vedevo tutto nero, tutto anzi di mercurio. A volte mi sentivo piena di acqua fredda. Come se la mia vita fosse gettata in mezzo al mare, alle onde burrascose e non sapessi più tornare a riva. Questo era, più o meno. Da qualche tempo i maledetti attacchi non mi perseguitano più. Vorrei solo dire a chi ne soffre che si può guarire. C'è davvero una speranza. Conto i giorni dall'ultimo attacco e sono tanti, aumentano, ormai ben più di un mese!
sabato 19 dicembre 2009
La contessa di ricotta.
La contessa di ricotta, che belle prime pagine. Che bel libro, a partire dalla copertina. Che scrittura incisiva, "morbida" come la neve e dura come il ghiaccio.
Vi lascio solo questa frase: La cosa buffa è che tutti le raccomandano di farsi rispettare e poi sono i primi a trattarla senza riguardo.
Va bene: così adesso, amici miei, me lo vado a leggere impiegando in tal modo la tarda mattinata del sabato. Auguri a tutti. E buona "atmosfera prenatalizia"!
venerdì 18 dicembre 2009
Gadget.
Grasse risate.
"Sandretto" (la fondazione)
"Paonazzo"
"Polletto"
"Masaniello"
"Buonasera"
"Ciurma"
"Mattarello"
Dove.
Ogni mattina mi sveglio e vado a lavarmi la faccia e vedo questo dispenser del sapone con la scritta blu "Dove". Non per fare pubblicità occulta, ma quella parola mi colpisce moltissimo. I miei occhi ancora assonnati, con l'aiuto della mia mente fantozzianamente annebbiata, ci producono accanto un piccolo punto interrogativo invisibile. Dove? Come se quel dispenser volesse dirmi: Dove? Dove sei oggi? Dove vai oggi noemi?
Eh, infatti ogni giorno lì mentre mi lavo la faccia, estate o inverno che sia, mi potrei ritrovare a occhi chiusi a Oslo, in Norvegia. Oppure in Somalia o in Darfur. Potrei staccarmi dal lavabo, spaccare tutti i soffitti e i pavimenti del condominio e volare a bordo dello spazzolino da denti fino in India, in Cina o in Australia o in Patagonia. Io consiglio a tutti di farlo. Meglio farlo. Consiglio di riutilizzare la fantasia. Dopotutto questo clima di precarietà ha un vantaggio. L'unico che ci vedo io. Quello di riportarci a uno stadio di sicurezza psicologica pari a quella dell'uomo primitivo. Siamo vestiti bene, da ex bimbi degli anni ottanta. Ma dentro ci arde un tragico fuoco da tenere acceso. Oggi ci siamo, domani chissà. Tutto è da ricostruire. Certe belve sono ancora vive. Magari non ci sbranano le carni, ma ci mettono in pericolo. Meglio scatenare l'immaginazione. Io lo faccio, dai fatelo anche voi!
giovedì 17 dicembre 2009
Cesta.
abcdefghilmnopqrstuvz
Da "amica" a "zimbello" da "brava" a "vanitosa" da "confusa" a "unica" da "deficiente" a "timida" da "emotiva" a "stupida" da "finta" a "rara" da "grande" a "quadrata" da "high" a "povera" da "intelligente" a "odiosa" da "lieve" a "noiosa" da "misera" a "meravigliosa".
E allora? Cosa ho imparato? Niente. E il risultato è solo che un giorno mi sento così e un giorno mi sento cosà. :(
mercoledì 16 dicembre 2009
La lunga notte dell'innominata Gualtiera.
Tartaglia.
http://www.youtube.com/watch?v=vhy-ZB50104
Signore di Corso Trapani.
lunedì 14 dicembre 2009
Liberi tutti.
Allora io vorrei dare una notizia:
NON SI PUO' FARE TUTTO QUELLO CHE SI VUOLE, NON SI POSSONO SOVRASTARE, SVILIRE, UMILIARE, ROVINARE E/O OFFENDERE GLI ALTRI IN NOME DELLE NOSTRE MERE ESIGENZE!
Una passa una vita a rispettare come può le regole, la delicata sensibilità altrui, a reprimere i peggiori istinti, a capire, a scusarsi, a perdonare, a pagare. E poi arrivano questi e spaccano tutto a proprio piacimento. Ma come funziona?
domenica 13 dicembre 2009
orologio.
sabato 12 dicembre 2009
Risveglio.
giovedì 10 dicembre 2009
I tipi umani.
L'ingenuo: non capisce le battute del cinico. Ascolta musica dalle dolci melodie, scrive in stampatello, guarda lo Zecchino d'Oro.
Il bello: sta tranquillo, non ha bisogno di dimostrare nulla, spesso ha il cuore buono e/o non è consapevole della propria stessa bellezza. Vorrebbe avere molti bambini come Brad Pitt.
L'amico: comprende tutto, anche le cose che non hai detto e di cui ti vergogni a morte.
Il brutto anatroccolo: prima o poi diventerà un cigno!
L'insicuro: si sente costretto a dimostrare di avere tanti amici e tanti oggetti di marca. Pratica abitualmente il name dropping.
Il giallo: ha i capelli neri e lisci, gli occhi a mandorla, balla in modo goffo e scoordinato.
Il figo: evita gli sfigati come la peste. A volte, per troppa paura degli sfigati, rischia di confondere i normali con gli sfigati e poi si pente quando è troppo tardi.
Lo sfigato: non si sente tale. Considera il figo un idiota. Crede di essere un nerd e se ne vanta tra i compagni di scacchi.
Il giocatore di scacchi: vince sempre lui. Non si fa scrupoli e si concentra fino a diventare paonazzo.
Ecc ecc ecc
mercoledì 9 dicembre 2009
Signore di Corso Trapani.
Sacrilegi scaligeri.
Buio pesto.
Insomma. Il mio augurio è che sia successo lo stesso anche a tutti voi che leggete. Buon mercoledì di dicembre, il mese più caldo dell'anno.
lunedì 7 dicembre 2009
Elementi di afasia applicata.
Confessioni maleodoranti.
Figlia:
- Hai visto quel pentito...
Mamma:
- Chi?
Figlia:
- Sì, quel collaboratore di giustizia...
Mamma:
- Ah certo: STA PUZZA!
Televisione televisione.
venerdì 4 dicembre 2009
Paura e delirio a Borgo San Paolo.
Era mattina presto quest'oggi. Quando in Corso Trapani ho visto comparire un enorme hamburgher e una gigantesca porzione di patatine fritte con mani e piedi che ballavano al semaforo rosso davanti agli automobilisti. Una delle mie grandi paure sono i travestimenti, le maschere e i pupazzi umani che "coinvolgono" la gente in mezzo alla strada. Ma bisogna guardare in faccia le proprie paure. E dunque così io ho fatto con quelle dannatissime patatine e quello stramaledetto Big Mac®.
giovedì 3 dicembre 2009
Acqua gym.
mercoledì 2 dicembre 2009
Rocco Tanica.
Che storia! Qualcuno oggi è arrivato su questo umile blog cercando su google le parole "Rocco Tanica". Tutto ciò rappresenta per me un motivo di grande soddisfazione. W Rocco Tanica.
Il malato immaginario.
A tutti gli "Arganti" in ascolto! Per un istante abbandoniamo le nostre inquietanti e solitarie sensazioni ipocondriache e ridiamoci sopra emulando il genio di Molière.
CLEANTE
Signore, sono contento di trovarvi alzato e di constatare che state meglio.
ANTONIETTA (fingendo di essere incollerita)
Come «state meglio»? Non è affatto vero: il Signore sta sempre male.
CLEANTE
Mi hanno detto che il Signore stava meglio, e mi pare che abbia un bell’aspetto.
ANTONIETTA
Che cosa intendete dire con bell’aspetto? Il Signore ha un aspetto orribile e chi vi ha detto che sta meglio è un bell’impertinente. Il Signore non è mai stato così male.
ARGANTE
Ha ragione.
ANTONIETTA
Si muove, dorme, mangia, beve come tutti gli altri; ciò non toglie che sia malatissimo.
ARGANTE
È vero.
martedì 1 dicembre 2009
Bucce di mandarini.
sabato 28 novembre 2009
Cuor contento.
E' come una verità rivelata, una torta molto dolce che cresce nel forno, il pensiero improvviso che c'è ancora un pezzo, un millimetro, una fetta molto dolce di futuro. Il pensiero improvviso dell'amore.
Il pensiero improvviso di qualcosa che può succedere ancora, magari oggi magari domani. Il pensiero improvviso di vivere e mille e cento immagini acquatiche e marine e celesti che ti volano intorno.
mercoledì 25 novembre 2009
Caro Babbo Natale.
tra un mese sarà la tua festa, così ti scrivo per tempo la mia letterina.
Per Natale vorrei la pace nel mondo ma te la chiedo dal 1985 e non l'ho mai avuta. Suppongo di dover cambiare regalo. Allora vorrei che mi portassi la capacità di vivere bene, in pace e con amore la mia vita. E la capacità di stare allegra e di avere fiducia nelle mille possibilità che offre l'Universo. E un po' di fortuna e di buona volontà nel portare a termine i miei compiti.
Poi vorrei un tosta pane, un frullatore e un libro molto bello di cui non ricordo il titolo.
Saltello (detto Cinzio), il gatto per il quale ti chiedevo ogni anno una palletta rimbalzante, purtroppo non c'è più, è defunto. Ma non ti chiedo un altro gatto. Ci mancherebbe. Ti chiedo però l'intelligenza di ricordare i bei ricordi, di accettare la realtà e di adoperarmi per correggere i miei difetti e migliorare i miei pregi.
Ti chiedo infine di leggere nei pensieri delle persone a cui voglio bene e di portare anche a loro i regali giusti, che vogliono davvero e che si meritano. E di portare anche a loro un po' di tenerezza e affetto che manca sempre un po' a tutti quando si è adulti. Invece di bambini io ne conosco pochi purtroppo ma per quei pochi e per tutti gli altri, ti prego, non badare a spese!
Dunque siamo d'accordo così. Io ti lascio un bicchiere di latte e biscotti sul davanzale e tu in punta di piedi farai di tutto per non farti scoprire. Ma con un occhio solo ti sbircerò e allo scintillare della tua barba bianca capirò che è festa e che è quasi mattina.
Bene, grazie di tutto caro Babbo Natale, salutami i tuoi folletti e le tue renne e la Befana.
Noemi Cuffia,
25 novembre 2009,
Torino.
martedì 24 novembre 2009
Bicicletta.
Piuttosto accadono robe strane dentro di me. Intendo nell'anima. Ma di questo viaggio sconvolgente non posso dire.
Tutto quello che ho visto oggi di interessante è stata un bicicletta viola con il cestino pieno di fiori che scontornava il nero-grigio della mattina. Va già bene dai. Mi accontento.
sabato 21 novembre 2009
Nebbia.
Ma io non ce la faccio a fermarmi qui. Bello. Certo. Romantico. Ma la mia mente, la mia immaginazione, il mio pensiero, il mio sospetto corre, vola verso chi non ha una casa né tanto meno un lavoro. Chi non è bene accetto nei bar e nei negozi. Chi viene scacciato dai ristoranti come un cane. Verso chi vive per strada e si lava al bagno pubblico. Per me è impossibile arrestare il cervello. Loro, quelli che si inginocchiano davanti al supermercato o ai lati delle chiese con il cartoncino e la scritta ho fame, sono povero, odiano la stessa nebbia che vediamo noi dalla finestra. Io ad esempio mi lamento, a volte mi sento esausta perché ancora oggi a 29 faccio molta fatica, a crescere, a essere autonoma, credo più della media dei miei coetanei. Però poi penso a loro. Ci penso sempre. E li conosco. E mi sento veramente male se immagino.
you're so vain.
Your hat strategically dipped below one eye
Your scarf it was apricot
You had one eye in the mirror as you watched yourself gavotte
And all the girls dreamed that they'd be your partner
They'd be your partner, and...
You're so vain, you probably think this song is about you
You're so vain, I'll bet you think this song is about you
Don't you? Don't You?
You had me several years ago when I was still quite naive
Well you said that we made such a pretty pair
And that you would never leave
But you gave away the things you loved and one of them was me
I had some dreams, they were clouds in my coffee
Clouds in my coffee, and...
You're so vain, you probably think this song is about you
You're so vain, I'll bet you think this song is about you
Don't you? Don't You? Don't You?
I had some dreams they were clouds in my coffee
Clouds in my coffee, and...
You're so vain, you probably think this song is about you
You're so vain, I'll bet you think this song is about you
Don't you? Don't You?
Well I hear you went up to Saratoga and your horse naturally won
Then you flew your lear jet up to Nova Scotia
To see the total eclipse of the sun
Well you're where you should be all the time
And when you're not you're with
Some underworld spy or the wife of a close friend
Wife of a close friend, and...
You're so vain, you probably think this song is about you
You're so vain, I'll bet you think this song is about you
Don't you? Don't You? Don't you?
You're so vain, you probably think this song is about you
You're so vain, you probably think this song is about you
Latte.
E guardavi i barboni nella sala d'attesa e ti addormentavi sulla sedia di legno fredda. Il latte fumava, era bollente e mi bruciava la gola ma ne avevo così bisogno e lo bevevo piano per non finirlo, per fingere che il tempo passasse e invece non passava. I malati gravi con le mascherine mi guardavano male. I vecchi con la pelle di cenere tossivano anche per dieci minuti di seguito. I tubi delle flebo si intrecciavano come in un telaio e io non ci potevo passare dentro per uscire. Per scappare da te. Mi sgridavano, mi costringevano a restare ferma lì. Lo facevano a gesti perché io non capivo una parola e non rispondevo. Da quando ho messo piede in quella terra maledetta ho iniziato a soffrire. Ma a casa mia non ci potevo tornare. Ero povera. Eravamo poveri, poverissimi. E neanche più tanto giovani. Soli, affamati. Senza un letto dove dormire".
(Anita Sjcan, Latte)
mercoledì 18 novembre 2009
Il cuore rivelatore.
http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Cultura_e_spettacolo/Michael-Jackson-suicida-padre-ragazzino-accuso-pop/18-11-2009/1-A_000061713.shtml
Topo Gigio.
Pazienza.
martedì 17 novembre 2009
will you be there.
Like The River Jordan
And I Will Then Say To Thee
You Are My Friend
Carry Me
Like You Are My Brother
Love Me Like A Mother
Would You Be There?
Mary
Tell Me Will You Hold Me
When Wrong, Will You Scold Me
When Lost Will You Find Me?
But They Told Me
A Man Should Be Faithful
And Walk When Not Able
And Fight Till The End
But I'm Only Human
Everyone's Taking Control Of Me
Seems That The World's
Got A Role For Me
I'm So Confused
Will You Show To Me
You'll Be There For Me
And Care Enough To Bear Me
(Hold Me) show me
(Lay Your Head Lowly)
told me
(Softly Then Boldly)
yeah
(Carry Me There)
I'm Only Human
(Lead Me)
hold me
(Love Me And Feed Me)
yea yeah
(Kiss Me And Free Me)
yeah
(I Will Feel Blessed)
I'm Only Human
(Carry)
Carry
(Carry Me Boldly)
Carry yeah
(Lift Me Up Slowly)
yeah
(Carry Me There)
I'm Only Human
(Save Me)
save me
(Heal Me And Bathe Me)
lift me up, lift me up
(Softly You Say To Me)
(I Will Be There)
I Will Be There
(Lift Me)
i'm gonna care
(Lift Me Up Slowly)
(Carry Me Boldly)
yeah
(Show Me You Care)
Show Me You Care
(Hold Me)
whoooo
(Lay Your Head Lowly)
i get lonely some times
(Softly Then Boldly)
i get lonely
(Carry Me There)
yeah yeah carry me there
yeah yeah yeah
[Spoken]
In Our Darkest Hour
In My Deepest Despair
Will You Still Care?
Will You Be There?
In My Trials
And My Tripulations
Through Our Doubts
And Frustrations
In My Violence
In My Turbulence
Through My Fear
And My Confessions
In My Anguish And My Pain
Through My Joy And My Sorrow
In The Promise Of Another Tomorrow
I'll Never Let You Part
For You're Always In My Heart.
Signore di Corso Trapani.
Cantare oh oh oh oh.
E intervallava le strofe con un lungo tiro di sigaretta. Bravo. Ho pensato. Canta che ti passa!
giovedì 12 novembre 2009
Un albero.
domenica 8 novembre 2009
Cattivi.
venerdì 6 novembre 2009
Imparare.
lunedì 2 novembre 2009
Pianto dei poeti.
o gemma che trapassi il suono
col tuo respiro l'ombra che sta ferma
di fronte ad un porto di paura
quel trascendere il mito
come se fosse forzatamente azzurro
o chi senza abbandono
che non sanno che il pianto dei poeti
è solo canto.
Canto rubato al vecchio del portone
rubato al remo del rematore
alla ruota dell'ultimo carro
o pianto di ginestra
dove fioriva l'amatore immoto
dalle turbe angosciose di declino
io sono l'acqua che si genuflette
davanti alla montagna del tuo amore.
Alda Merini
Signore di Corso Trapani.
venerdì 30 ottobre 2009
This is it.
Dimenticanze.
Però poi basta una piccola cosa semplicissima, come ad esempio accompagnare stamattina mia mamma dall'oculista, per ricordarmi chi sono, quanto sono attaccata a lei, a me stessa e alle altre persone e alla vita vera. Quanto potrei fare, dire, rimediare, scrivere, imparare, insegnare, risolvere, creare. Oddio: è un'illuminazione, una festa privata che si prepara dentro di me anziché fuori. E intanto la città si riaccende all'improvviso, si colora, si veste, si muove in musica come una giostra. E gli ingranaggi del mio cervello scricchiolando si rimettono in funzione come un vecchio orologio. Allora mi rendo conto del tempo che ho perduto, delle settimane e delle ore che scorrevano davanti a me a mia insaputa e li perdevo davvero come si perde il treno. E li dimenticavo. E mi dispiace e cerco proprio un rimedio per questa dimenticanza.
mercoledì 28 ottobre 2009
C'era una volta...
giovedì 22 ottobre 2009
Formica.
http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/77041/
martedì 20 ottobre 2009
Mai raccontare i sogni/15.
La Panettiera.
- Mi dicono che la sera non possono perché vogliono andare in discoteca.
Ah. Ho capito. La complessità, la varietà, l'insensatezza degli esseri umani, di questa città, del Pianeta Terra.
sabato 17 ottobre 2009
Felicità.
Storiella.
Chuang-Tzu risponde: "Ho bisogno di cinque anni di tempo e di una villa con dodici servitori!".
Il re acconsente.
Dopo cinque anni il re va nella villa per vedere l'opera di Chuang-Tzu, ma scopre che il disegno non è ancora cominciato.
"Ho bisogno di altri cinque anni per finire il mio lavoro" dice Chuang-Tzu.
E il re acconsente di nuovo.
Dopo altri cinque anni torna nella villa per vedere se il disegno è pronto.
Chuang-Tzu allora prende in mano un pennello e in un momento, con un solo gesto, disegna un granchio, il più perfetto granchio mai visto.
(Lezioni Americane, Calvino)
venerdì 16 ottobre 2009
Come dorme un bambino.
- Sogna, - disse la signora Permaneder commossa. Poi si chinò sul bambino, baciò con cautela la guancia accaldata dal sonno, riaccostò le cortine e tornò presso il tavolo (...)"
giovedì 15 ottobre 2009
Signore di Corso Trapani.
martedì 13 ottobre 2009
Point of view.
(Abraham B. Yehoshua)
lunedì 12 ottobre 2009
Wento!
Il frigo della nonna.
Signore di Corso Trapani.
sabato 10 ottobre 2009
Mai raccontare i sogni/14.
Mi vergogno!
Rosy Bindi.
http://www.corriere.it/politica/09_ottobre_08/berlusconi-bindi-battibecco-porta-a-porta_828e7274-b3ec-11de-afa2-00144f02aabc.shtml
L'unica cosa che mi viene in mente è questa: in Italia gli uomini a pensarla così sono tantissimi. Per questi uomini la bellezza di una donna consiste solo nel suo modo di truccarsi, vestirsi e atteggiarsi femminile. Nel suo modo di tingersi i capelli e di andare dall'estetista. Una può anche non avere dei bei lineamenti del viso o essere un'idiota ma se è tonica, tinta e abbronzata va bene. Tutte le altre, quelle magari che si limitano a tenersi pulite, semplici e sane ma senza andare oltre nel make up o nel look, sono delle schifezze, delle sciatte, degli scarti della natura. Queste donne sono il nemico, sono trascurate, fanno sfigurare. Sembra incredibile ma lo pensano davvero. Ricordo ancora un ragazzino che avrà avuto 15 anni, ai miei tempi negli anni Novanta, che ha detto: per me una donna non è donna se non porta il tacco. Banalmente: noi donne non come persone ma come oggetti, al pari della macchina, della casa, dell' iPod!
giovedì 8 ottobre 2009
Odio e Amo.
La scritta Vodafone: il tuo traffico disp. è inferiore a 1 euro.
Amo:
Un quadernetto giallo che ho qui di fronte a me, profuma di cannella!
Il complotto.
Switch-off.
martedì 6 ottobre 2009
Il gabbiano.
(Cechov, Il gabbiano)
Ribellione interna.
lunedì 5 ottobre 2009
Lezioni di vita.
No, signore mie. Non ce l'hanno con noi. Un po' di pazienza e paghiamo tutte il nostro amatissimo bollettino sgualcito.
domenica 4 ottobre 2009
Across the Universe.
Words are flying out like
endless rain into a paper cup
They slither while they pass
They slip away across the universe
Pools of sorrow waves of joy
are drifting thorough my open mind
Possessing and caressing me
Jai guru deva om
Nothing's gonna change my world
Nothing's gonna change my world
Nothing's gonna change my world
Nothing's gonna change my world
Images of broken light which
dance before me like a million eyes
That call me on and on across the universe
Thoughts meander like a
restless wind inside a letter box
they tumble blindly as
they make their way across the universe
Jai guru deva om
Nothing's gonna change my world
Nothing's gonna change my world
Nothing's gonna change my world
Nothing's gonna change my world
Sounds of laughter shades of life
are ringing through my open ears
exciting and inviting me
Limitless undying love which
shines around me like a million suns
It calls me on and on across the universe
Jai guru deva om
Nothing's gonna change my world
Nothing's gonna change my world
Nothing's gonna change my world
Nothing's gonna change my world
Jai guru deva
Jai guru deva
Onda su Onda.
"Onde lunghe arrivano di traverso alla spiaggia, s'inarcano in fasci muscolosi, drizzano creste sfrangiate che al colmo del verde si rovesciano. La rigida volta, già un poco venata di bianco, schiude all'aria una cavità tonda che sotto il peso della massa chiara si schiaccia, come se lì un segreto fosse fatto e disfatto. Quando il cavallone si sfascia sradica i bimbi dalla sabbia, li rotola con sé, li stende e li trascina sulla ghiaia del fondo. Oltre la risacca, le onde traggono di schiena lei che nuota a braccia tese. Il vento è incostante, con un vento così sfibrato il Baltico si riduceva a uno sciaquettio. Increspato, era la parola per le onde corte del Baltico".
Come se lì un segreto fosse fatto e disfatto...
sabato 3 ottobre 2009
Andrea De Carlo all'Era Glaciale.
http://www.andreadecarlo.com/www.andreadecarlo.com/Notes/Voci/2009/6/16_PERCHe_NON_PARTECIPO_AI_PREMI_LETTERARI_(e_perche_mi_sono_dimesso_DALLO_STREGA).html
venerdì 2 ottobre 2009
Le cose respirano!
giovedì 1 ottobre 2009
Passaparola?
Il tempo di ghiaccio.
mercoledì 30 settembre 2009
Charlie Chaplin.
A volte bisogna avere coraggio e dire i segreti. Svelare verità nascoste. Aprire il proprio cuore. Mettere da parte la suprestizione. A volte si tace per paura. A volte si tiene per sé un amore che invece oggi sento di voler spartire con gli altri. Il mio amore per Charlie Chaplin. Giacchetta stretta, pantaloni larghi. I suoi sospiri, i suoi sorrisi bianchi, i suoi capitomboli. Se si potesse spiegare chi si è veramente, io direi, per sintetizzare, che sono Charles Chaplin. Anzi Charlot. Vorrei essere come lui. Mi inchino di fronte al suo genio.
Pioggia di foglie.
domenica 27 settembre 2009
Letture domenicali+tazzinadicaffè.
Esordio straziante al romanzo di Valeria Parrella. Dalla copertina al titolo: trovo che questo sia un libro imperdibile e importante. Copertina perfetta, suggestiva. Titolo altrettanto perfetto, ben incastrato nella storia. Storia che racconta di una mamma single sulla quarantina che partorisce una bimba prematura e che vive il tempo (e lo spazio) dell'attesa tra la vita e la morte. Divisa tra il reparto di rianimazione, dove la piccola giace intubata, e la propria quotidianità sconvolta. Spesso, spremendomi le meningi, mi sono ritrovata a chiedermi quale scrittrice donna del nostro tempo in Italia si potesse annoverare tra gli autori più interessanti e promettenti. E sempre mi sono risposta: Valeria Parrella! Lei riesce, con questo suo primo romanzo, a farci entrare negli interstizi di una vicenda traumatica (io lo so, perché l'ho vissuta al contrario, da figlia di una mamma che è rimasta a lungo nello "spazio bianco" e a lungo l'ho aspettata come la protagonista del romanzo fa con la sua piccola Irene). E ci riesce così bene da distrarci anche con un'altra incursione in una professione oggi più che mai rilevante, quella che svolge la protagonista, di insegnante di italiano in una scuola serale, dove passa in parata un'umanità sofferente e al tempo stesso ricca, misera, dislessica e al tempo stesso portatrice di doni e di speranze. E per di più a Napoli, città nell'occhio del mirino. Città di cui tutti siamo curiosi e lei sa colmare questa curiosità. Gli unici momenti difficili della lettura sono stati, per me, un linguaggio troppo ricercato, in alcuni punti: troppo ricercato per i miei gusti s'intende, e il carattere altrettanto ostico della protagonista stessa. Ostico e forte e coraggioso. Il contrario di ciò che sono stata io stessa in quelle simili circostanze. Ma è anche vero che lei è una mamma e invece io ero e sono ancora una figlia. So che si capisce forse poco: chi leggerà (spero in molti) capirà meglio le mie parole.
Roma.
Amici, perdonate la mia breve assenza. Sono stata per qualche giorno a Roma. Un cosiddetto week-end lungo o una settimana corta o che dir si voglia. Roma: le mie parole sono insufficienti a descriverla. Sono stati scritti fiumi di inchiostro su di Lei. E chilometri di pellicola su di Lei. Io non l'avevo mai vista, solo immaginata. La realtà tuttavia ha superato di mille miglia l'immaginazione. Al momento sono destabilizzata nel corpo e nella mente. Roma mi ha sconvolta amici. Immensa è forse la parola giusta. Non ho mai visto tanta gente tutta insieme, tante dita scorrere sulle vie di così tante cartine spalancate sulle ginocchia di tutti. Un mondo incredibile si è aperto di fronte ai miei occhi. Ne sono rimasta pietrificata. Sperando di tornare al più presto alla lucidità, faccio solo un piccolo elenco delle mie memorabilia:
1) Il Vittoriano: è enorme, è bianco, è una enorme manna dal cielo bianca. I carabinieri immobili e i fuochi perenni lo presidiano. Il monumento a Vittorio Emanuele II (un piemontesino!) ha i baffi lunghi tre metri. Se ti siedi sui gradini ti fischiano per farti alzare. Immacolati marmi bresciani che, secondo la mitica Rough Guide, non si sbiadiranno mai. Non credevo esistesse nulla di simile prodotto da mani umane. Dall'altro lato della piazza Venezia: il balconcino da cui si affacciava Mussolini. Appare lugubre, fa paura.
2) Il Colosseo: dentro, si può entrare e non lo sapevo. Così spaventoso che mi è venuta un'emicrania micidiale. A un certo punto non ho capito più niente. Vagavo barcollante e più pallida che mai tra le immagini di bestie e battaglie navali e combattimenti. Scene cruente, vivide: ero molto affaticata.
3) Piazza Navona, Piazza di Spagna, Fontana di Trevi: esplosioni di acqua e bellezza senza inizio né fine. I miei occhi sono troppo piccoli!
4) I Fori Imperiali. Doppia emicrania da capogiro. La malinconia e l'euforia insieme del tramonto.
5) San Pietro: subito a destra: La Pietà di Michelangelo. Tutti a fotografarla. Commuove fino alle lacrime. La statua di San Pietro consunta dai fedeli. Tutte le proporzioni si dilatano, l’anima vorrebbe stare dietro a tanta grandezza e a tanto splendore. Salendo sul “cupolone” sono stata colta da angoscia per via delle infinite scale strette e ripide. Ma poi in cima si apre la città e il mondo intero.
6) La Cappella Sistina. Il Giudizio Universale, la Creazione di Adamo. Dentro non si può parlare e non si può fotografare. Qui regna il mistero e il segreto dell'esperienza più straordinaria concessa a una semplice creatura in carne e ossa.
7) Il Nuovo Sacher di Nanni Moretti: un cinemino d’altri tempi dove volendo si chiacchiera amabilmente con gli impiegati di sala. C’è anche un baretto in miniatura e una libreria improvvisata ma curatissima. Sul bancone del bar, incastonato in una mini nicchia con mosaici color panna, si può osservare una vera Sacher Torte in tutto il suo tondo sapore di cioccolato. I lavoratori, parlando con noi, chiamano Moretti “er capo”, che, mentre siamo lì, puntualmente telefona per sapere come sta procedendo la serata. E qui amici mi sono comprata una raccolta di interviste a Charlie Chaplin di Minimum Fax, un vero gioiello. Una birretta e via per le vicine trattorie di Trastevere.
8) Queste ultime, davvero strepitose e suggestive, mi sono costate care: una visita molesta all’alba al Policlinico per un fastidioso malore. Lì mi sono sentita a disagio e completamente spaesata. Ma per fortuna ora sto meglio.
9) Villa Borghese: cos’è, il Paradiso Terrestre? Lì anche l’umore più incerto vira al bello. Interessante la visita al cosiddetto “bioparco”. Gli animali mettono un po’ di nostalgia di libertà. Però la passeggiata vale la pena. Si torna bambini, per così dire.
10) La gente: tutto il meglio e tutto il peggio che si possa pensare, l’ho pensato. Alcuni autoctoni li ho trovati un po’ ossessivi nel perfezionismo gratuito e nelle buone maniere spinte all’eccesso, tanto che avolte ci si sente presi un po' in giro simpaticamente (ma non eravamo noi torinesi i falsi e cortesi?). Ma la maggioranza dei romani ti strappa una risata anche se non vuoi. Il barista, ad esempio, che quando gli chiedi una bottiglietta di acqua naturale da mezzo litro ti risponde: “ottima scelta signò”!
Tuttavia non posso sbilanciarmi di più perché il tempo è stato troppo breve.
venerdì 18 settembre 2009
Signore di Corso Trapani.
Morrissey, you have killed me.
'Accattone' you'll be
I entered nothing and nothing entered me
'Til you came with the key
And you did your best but
As I live and breathe
You have killed me
You have killed me
Yes I walk around somehow
But you have killed me
You have killed me
Piazza Cavour, what's my life for?
Visconti is me
Magnani you'll never be
I entered nothing and nothing entered me
'Til you came with the key
And you did your best but
As I live and breathe
You have killed me
You have killed me
Yes, I walk around somehow
But you have killed me
You have killed me
Who am I that I come to be here...?
As I live and breathe
You have killed me
You have killed me
Yes I walk around somehow
But you have killed me
You have killed me
And there is no point saying this again
there is no point saying this again
But I forgive you, I forgive you
Always I do forgive you.
giovedì 17 settembre 2009
mercoledì 16 settembre 2009
Esercizi di sopravvivenza/7.
Yoko Ono.
martedì 15 settembre 2009
Questa sera.
Credo allora che il problema stia a monte, ovvero che tale consegna non dovrebbero proprio trasmetterla in TV, salvo per brevi inevitabili accenni al telegiornale, secondo il dovere di cronaca. Lo dico perché mi metto nei panni dei terremotati. Immagino che sia già una tale mortificazione aver perso tutto, aver perso anche la serenità di sonni tranquilli e di giornate operose e sicure che non è il caso di perdere pure la dignità e venir ripresi in questo momento così delicato. Il concetto di Reality Show non dovrebbe poter penetrare in tutti i luoghi del mondo con tale facilità. Tanto meno in quelli della sofferenza e della pena.
lunedì 14 settembre 2009
X Factor.
I torinesi corrono.
domenica 13 settembre 2009
Domani è un altro giorno di scuola.
Ricevo dalla mia amica e novella prof. Rossella e volentieri pubblico questo link che ancora si riferisce alla manifestazione catanese del 5 settembre al corteo dei docenti. E in bocca al lupo.
http://www.youtube.com/watch?v=QDvLpZuJd2Q&feature=related
sabato 12 settembre 2009
Black or White?
(David Foster Wallace, Una cosa divertente che non farò mai più)
venerdì 11 settembre 2009
Il bambino canterino.
;)
Signore di Corso Trapani (lettera aperta).
Lei sa bene quanto vasta sia la mia stima nei Suoi riguardi. Più volte ho descritto le Sue inequivocabili virtù su queste umili pagine. Più volte ho osservato il Suo personale fascino restandone piacevolmente colpita, pur senza osare rivolgerLe anche solo una parola o un cenno di saluto. Mi permetta ordunque di indirizzarLe un appunto. Questa mattina Lei, fumando la Sua sigaretta, indossava un grosso gilet di lana verde e sfoggiava il Suo cappello da baseball invernale, quello a scacchi bianchi e neri. Ebbene: non crede sia prematuro un tale repentino e brusco cambio di guardaroba? Le giornate, dopo tutto, sono ancora calde.
Perdoni, tuttavia, il mio sconsiderato e acerbo impeto, ma comprenda la mia altrettanto sincera buona fede,
con immutata stima,
Sua Noemi.
Man in the Mirror,
It's gonna feel real good, gonna make a difference
Gonna make it right...
As I, turn up the collar on my favorite winter coat
This wind is blowin' my mind
I see the kids in the street, with not enough to eat
Who am I, to be blind?
Pretending not to see thier needs
A summer's disregard, a broken bottle top
And a one man's soul
They follow each other on the wind ya' know
'Cause they got no where to go
That's why I want you to know
Chorus:
I'm starting with the man in the mirror
I'm asking him to change his ways
And no message could have been any clearer
If you wanna make the world a better place
(If you wanna make the world a better place)
Take a look at yourself, and then make a change
(Take a look at yourself, and then make a change)
(Na na na, na na na, na na, na nah)
I've been a victim of a selfish kind of love
It's time that I realize
That there are some with no home, not a nickle to loan
Could it really be me, pretending that they're not alone?
A willow deeply scarred, somebody's broken heart
And a washed-out dream
(Washed out dream)
They follow the pattern of the wind, ya' see
'Cause they got no place to be
That's why I'm starting with me
(Starting with me)
Nabokov.
"Tutti possono creare il futuro. Ma solo un saggio può creare il passato".
"Le cose che sono preziose, l'onestà, la tenerezza, l'apertura mentale, la vita nell'arte e un attaccamento vero, altruista, commovente, sono senz'altro i valori più grandi".