Con una tazzina espresso, in una domenica di corse, vorrei però ricavarmi qualche minuto prezioso per un consiglio di lettura. L'apparenza inganna: questo è un libro che si mostra sottile, piccolo, delicato e leggero. La realtà è che però dentro contiene - come uno scrigno i suoi tesori - un mondo denso e molto profondo. Il tema dell'amore perduto. Declinato in almeno due modi, in Io l'amavo la bravissima Anna Gavalda porta alla luce la fine dell'amore che si infiltra nelle zone scoperte della vita quotidiana e si diffonde ottusamente come tutte quelle materie quasi invisibili che però fanno male, non so, come il fumo, la polvere, la malinconia.
In copertina c'è una foglia, e un cuore trasparente. Come dire: sono proprio quelle cose fragili e semitrasparenti - cuore, foglie...- a muovere l'esistenza. E quando si inceppa un meccanismo da quelle parti...
Tuttavia, questo romanzo, che nella scrittura zampilla come un ruscello di montagna o meglio come una fontanella cittadina e parigina (l'autrice è giovane e francese), dimostra anche come i momenti più aspri possano offrire grandi occasioni di scoperte varie: primo, il fatto che in certi silenzi di certe persone si possono nascondere storie incredibili e lontane nel tempo e nello spazio, secondo come tuttosommato quasi tutti i nostri comportamenti abbiano un senso, delle conseguenze, delle spiegazioni. Sembra infatti proprio la storia di uno svelamento, di una formula matematica che poi alla fine ha una specie di soluzione. E la soluzione è: non rinunciare a vivere come si vuole, perché questa rinuncia costa cara e non sempre ce la si può permettere.
Preferisco non dire niente sulla trama, perché questo è più che altro un libro dove è bello ascoltare cosa si dicono i personaggi. Non succede molto all'apparenza. Ma, come vi dicevo all'inizio, l'apparenza inganna sempre. E infatti in questo ruscello di parole, prende forma un disegno molto vasto, un tragitto, un fiume.
Io l'amavo ha avuto grande successo in Francia, e capisco che certi successi sono proprio meritati!
Grazie Ilaria per avermi fatto conoscere questa scrittrice.
Buona domenica.
In copertina c'è una foglia, e un cuore trasparente. Come dire: sono proprio quelle cose fragili e semitrasparenti - cuore, foglie...- a muovere l'esistenza. E quando si inceppa un meccanismo da quelle parti...
Tuttavia, questo romanzo, che nella scrittura zampilla come un ruscello di montagna o meglio come una fontanella cittadina e parigina (l'autrice è giovane e francese), dimostra anche come i momenti più aspri possano offrire grandi occasioni di scoperte varie: primo, il fatto che in certi silenzi di certe persone si possono nascondere storie incredibili e lontane nel tempo e nello spazio, secondo come tuttosommato quasi tutti i nostri comportamenti abbiano un senso, delle conseguenze, delle spiegazioni. Sembra infatti proprio la storia di uno svelamento, di una formula matematica che poi alla fine ha una specie di soluzione. E la soluzione è: non rinunciare a vivere come si vuole, perché questa rinuncia costa cara e non sempre ce la si può permettere.
Preferisco non dire niente sulla trama, perché questo è più che altro un libro dove è bello ascoltare cosa si dicono i personaggi. Non succede molto all'apparenza. Ma, come vi dicevo all'inizio, l'apparenza inganna sempre. E infatti in questo ruscello di parole, prende forma un disegno molto vasto, un tragitto, un fiume.
Io l'amavo ha avuto grande successo in Francia, e capisco che certi successi sono proprio meritati!
Grazie Ilaria per avermi fatto conoscere questa scrittrice.
Buona domenica.
Nessun commento:
Posta un commento