Ho scoperto qualche tempo fa questo bel libro di Mario Calabresi: La fortuna non esiste, editore Mondadori. Colpita ovviamente dal titolo e colpita da lui, dall'autore e dalla sua storia personale.
E leggo poi di sua nonna. Nata a Torino, in via Pier Carlo Boggio 134 (cavoli: a un passo da casa mia).
Nata "morta", difficile a credersi, assurdo ossimoro. E sopravvissuta grazie esclusivamente alla tenacia di un medico, che a differenza di altri, non si è dato per vinto - avevano già appoggiato in un angolo la bambina in attesa di seppellirla - e ha provato a rianimarla, allestendo addirittura una sorta di rudimentale incubatrice ante litteram.
"Ero un piccolo pollo che non aveva neppure la forza di piangere, ma sono arrivata fino a qui perché ho incontrato un uomo che aveva voglia di scommettere sulla vita, che ebbe il coraggio di assumersi un rischio, di pensare con la sua testa e di non arrendersi quando gli altri mi davano per morta. Ho vissuto 94 anni, ma alla fine l'unica lezione che mi porto dentro è che non bisogna mollare mai. Mai arrendersi: bisogna essere curiosi, ambiziosi e artefici del proprio destino".
Sarà la vicinanza geografica, ma penso spesso a questa nonnetta. A questa bambina. E penso a tutte le bambine e i bambini che in qualche modo se la sono vista brutta e ciononostante eccoli ancora vivi, ancora forti, ancora svegli. E penso, dovete proprio saperlo, con vero orgoglio torinese (he he) a quante persone valorose come quel medico anche oggi abitano le solo apparentemente quiete vie di questa città silenziosa. E che lavorano per migliorare le cose. E a volte ci riescono anche!
E leggo poi di sua nonna. Nata a Torino, in via Pier Carlo Boggio 134 (cavoli: a un passo da casa mia).
Nata "morta", difficile a credersi, assurdo ossimoro. E sopravvissuta grazie esclusivamente alla tenacia di un medico, che a differenza di altri, non si è dato per vinto - avevano già appoggiato in un angolo la bambina in attesa di seppellirla - e ha provato a rianimarla, allestendo addirittura una sorta di rudimentale incubatrice ante litteram.
"Ero un piccolo pollo che non aveva neppure la forza di piangere, ma sono arrivata fino a qui perché ho incontrato un uomo che aveva voglia di scommettere sulla vita, che ebbe il coraggio di assumersi un rischio, di pensare con la sua testa e di non arrendersi quando gli altri mi davano per morta. Ho vissuto 94 anni, ma alla fine l'unica lezione che mi porto dentro è che non bisogna mollare mai. Mai arrendersi: bisogna essere curiosi, ambiziosi e artefici del proprio destino".
Sarà la vicinanza geografica, ma penso spesso a questa nonnetta. A questa bambina. E penso a tutte le bambine e i bambini che in qualche modo se la sono vista brutta e ciononostante eccoli ancora vivi, ancora forti, ancora svegli. E penso, dovete proprio saperlo, con vero orgoglio torinese (he he) a quante persone valorose come quel medico anche oggi abitano le solo apparentemente quiete vie di questa città silenziosa. E che lavorano per migliorare le cose. E a volte ci riescono anche!
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