"Praticamente, non sapevo cosa dicevo.
Forse avrei dovuto offrirle un Biancorì, che è un tipo di Ciocorì, ma bianco. Quando due si amano mangiano sempre il Biancorì".
Vero, vero. Lo penso anch'io. E siccome è uscito in libreria l'ultimo - a quanto pare straordinario (ma purtroppo non l'ho ancora letto) romanzo di Aldo Nove - pensavo di dedicare a lui la mia letturadomenicale. Che infatti è: Amore mio infinito. Einaudi, 2000.
Nel prologo, il protagonista dice di avere quattro cose da dire della sua vita. E questo piccolo libro è diviso proprio in quattro parti, anzi quattro cose: La bambina, I coccodrilli, Il primo bacio e Piazza Cordusio. Cose che scandiscono la crescita del ventottenne Matteo.
Ma quello che vorrei dire di Aldo Nove, e tutti quelli che lo hanno letto sicuramente lo sanno già, è che lui, oltre a essere un raffinato poeta e uno dei più memorabili esponenti della gioventù cannibale, è anche il saggio di quelli che per una qualche ragione (e ciascuno ha la sua, e la sua-sua di Aldo Nove immagino si possa ritrovare anche nel suo ultimo La vita oscena), il genio di quelli che per motivi diversi sono rimasti bambini.
Quelli che non sono riusciti a crescere nel momento giusto e ci provano magari adesso, e non è una posa, bensì una necessità, un vincolo. La vita con i suoi occhi è più tutto. Più tragica, più violenta, più tenera, più, bianca, insostenibile. Chiunque abbia letto questo o altri suoi libri avrà provato quell'emozione immediata, accesa come il sole riflesso sulla neve, straziante. E poi dolce, calorosa, attaccata alle cose, alla materia, per non sentire il vuoto, il deserto, il ghiaccio cui ogni sua parola prova a sfuggire, per poi rientrarci, per poi scappare si spera una volta per tutte e sbattere le porte in faccia all'abisso.
E poi vi vorrei far sentire questa canzone di Bugo. Ha lo stesso titolo del libro. A me piace. :)
Allora buona domenica a chi passa di qui! E buona letturadomenicale.
2 commenti:
eeeee, bugo!!!inoltre il libro mi incuriosisce :)
@barchetta: buongiornoooo. :) eh sì, ne vale proprio la pena, è un gran bel libricino!
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