Adolfo ha l'aria di uno che se l'è vista brutta questa notte. Il temporale non l'ha risparmiato. Da lontano assomigliava a una pietra verde, frastagliata. Avevo paura di investirlo, così piantato nel mezzo della pista ciclabile. Ho frenato di scatto, facendo fischiare le ruote della mia bici.
Lui stava vicino a una pozzanghera, dalla quale forse aveva bevuto un po' troppo.
La testa piccola e arruffata, la pancia gonfia e con un occhio giallo mi guarda come per dire: "non mi sposterò".
E poi: "non mi guardare".
Le ali lucide ma spettinate, il becco scurito dalla pioggia forte, battente, ma ormai asciugata e friabile, le zampe schiacciate sotto la pelliccia più nera ormai che grigia.
Adolfo è un piccione che sembra anche paziente, però, e presto si rimetterà a volare.
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