Che volano nel cielo, io a volte me li sento nelle orecchie. I pollini. Poi si scopre che non sono pollini. E' tutta così poetica comunque la questione dei pollini, la natura che rinasce, ma dentro di me ci sono delle cose contronatura. Pensa Giada pedalando sotto la pioggia. Il naso tappato, la bocca aperta, l'acqua fredda che riga le guance. Un'ipocondria devastante e un non capire cosa significano le parole e le espressioni del volto degli altri. E una paura costituzionale. Giada si chiede sempre ma come fanno? Come fanno gli altri a fare tutto quello che fanno. Ultimamente va in bici, perché è come far entrare vento negli occhi e nei polmoni, aumentando la velocità di qualcosa che è troppo lento. Funziona, non funziona. Maggio è il più crudele dei mesi. Giada vorrebbe un portagioielli per le sue troppe domande. Lasciarle dentro, come piccoli orecchini nuovi, dorati, come sottilissime collanine d'argento, metterle al sicuro.
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