E intanto aspettando quel momento per parlare un po' con mia sorella, stringevo forte il cellulare con la mano sinistra sperando in chissà che cosa. Rivedevo a occhi aperti alcune immagini del recente passato. Mia mamma che si nasconte con la manica del pigiama un livido blu sull'avambraccio. I suoi occhi sempre rossi che si stropicciava con insistenza. Il suo sguardo confuso, annebbiato, che scambiavo per stanchezza ogni volta che tornava a casa un po' più tardi dal "circolo", come lo chiamava lei. Circolo? Ma che circolo? Cos'era e perché non le ho chiesto mai informazioni? Questi e altri pensieri straripavano e mi procuravano un fastidio fisico che ho potuto calmare solo comprando un quotidiano ancora profumato di inchiostro alla prima edicola vicino all'ospedale. Con la precisa intenzione di andarlo a leggere al tavolino di un chioschetto all'aperto.
[Continua...]
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