Violetta lavorava in biogelateria. Era una ragazza molto bella e allo stesso tempo la più triste che avessi mai visto nel quartiere. Pelle chiara, capelli lisci e castani, dita affusolate con lo smalto color pastello. Non proprio triste: malinconica. Parlava poco e come una specie di dispositivo interno le impediva di sorridere troppo. L'unica cosa che so di lei, perché me lo ha detto, è che per via del lavoro il muscolo del braccio destro le si era un po' ingrossato rispetto al sinistro in questi ultimi anni. E avevamo riso. Era straniera, ma i modi erano da torinese. Ogni tanto il suo sguardo diventava severo, altre volte schivo, altre ancora invece si apriva in una luce che risplendeva ancora di più dopo il buio prolungato.
Un ragazzo, forse il suo fidanzato, la aspettava sempre seduto sulla panchina bianca della biogelateria quando faceva il turno di sera. Chiudeva alle undici e noi ci andavamo in quelle sere d'estate in cui non è il caso di spostarsi fino in centro ma non si ha voglia di restare a casa. In quelle serate afose, troppo calde per pensare a qualcosa, a volte anche serate difficili, e la biolegateria era davvero un lumino nell'oscurità di Borgo San Paolo.
Dentro, la biogelateria era chiara, piena di celeste. Alle pareti grossi tabelloni indicavano gli ingredienti biologici e spiegavano tutta la filosofia-bio. In certi periodi c'è stato anche un cavalluccio di plastica per bambini. E un piccolissimo tavolino con due sedie, sembrava un pezzetto di mare dentro la città.
Poi oggi passando di lì vedo tutto buio e un cartello di un'agenzia immobiliare. Più sotto, un altro cartello che esordiva spiegando che la crisi era passata anche dalla biogelateria etc. etc. Non l'ho letto tutto.
9 commenti:
Nooo davvero? È sconvolgente, perchè quel posto è stato la consolazione più grande del mio ultimo mese d'estate, quello passato a scrivere la tesi. E stavo per commentare: "il cavallino a dondolo c'è ancora"! E anche che mi ha sempre affascinata la bellezza austera e timida della gelataia.
Da tutto questo deduco, soprattutto, che abitiamo vicine. :)
Ma dai???? Allora sì, abitiamo proprio vicine! Anche per te aveva un significato allora quel posto?! Che coincidenza! Vero che quella ragazza aveva qualcosa di molto malinconico ed era particolarmente bella e austera?! E il cavallino... cavoli, magie della rete!
Comunque non ti dico che tristezza, un tuffo al cuore vedere quel cartello :(
Mi piacciono un sacco questi ritratti che fai nel tuo blog...descrivi le persone e le situazioni talmente bene che mi sembra di conoscerle anche io!
Baci Baci
Grazie Elena!! Non potrei ricevere complimento più bello, dà un senso alla scrittura!
ciao, buon fine settimana.
Sì, era un piccolo premio che mi concedevo al termine di qualcosa...e anche una tappa fissa per gli amici che venivano a trovarmi...che peccato! Poi sì, lei secondo me è bellissima.
Quasi quasi ti chiedo l'amicizia su facebook, visto che siamo vicine di casa. ;)
@Vania grazie, anche a te ^_^
@Zuccaviolina: grazie per l'amicizia! Sì era davvero un'oasi cittadina e lei era proprio bella, spero che abbia trovato un altro lavoro!
godibili ritratto di un personaggio delle vita di tutti i giorni.è anche il mio personbale diletto osservare le persone nel llro quotidiano.
grazie Giuseppe!
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