domenica 14 novembre 2010

Letturedomenicali+tazzinadicaffè.

Eccomi qua: ieri mi trovavo precisamente a Milano. La romantica Milano. Ho accompagnato il mio fidanzato a un convegno. Molto intenso, da un punto di vista emotivo, tanto che poi alla sera ci siamo fiondati in un fantasticomilanesissmo locale-aperitivo a base di sushi, sushi e ancora sushi senza soluzione di continuità e insospettabilmente low cost e cocktail fresco buono di frutta. Più un magico giro notturno per la città dei sogni, luccicante di sabato sera in questa dolce estate di san martino.

Tornando al convegno, è lì che ho trovato la letturadomenicale di oggi. Si è trattato del terzo incontro nazionale della rete italiana uditori di voci, e il libro si intitola Vivere con le voci, casa editrice Mimesis. (Il mio fidanzato lavora nell'ambito della psichiatria e spesso si trova a contatto con pazienti che letteralmente "sentono le voci").

Vivere con le voci - 50 storie di guarigione, di Marius Romme e Sandra Escher (presenti al convegno - davvero molto esaustivi e interessanti ho trovato i loro interventi, pur da profana della materia), racconta, come introduce il sottotitolo, storie vere di guarigione. Di recovery, anzi. Che non è proprio una guarigione in senso miracolistico, bensì una conquista della propria vita, un tornare (o entrarci per la prima volta) in possesso della propria libertà da questa dolorosa prigione.

Preferisco non entrare nel merito delle questioni tecniche, perché non è il mio mestiere e non vorrei sbagliare. Posso però dire che da queste storie si imparano così tante cose e si rimane sorpresi e sbalorditi. Aggiungo solo che spesso, come altre patologie, questa degli uditori di voci può insorgere anche come conseguenza di alcuni traumi infantili, e ciò a me fa rabbia perché, sempre da profani, viene da pensare a cose banali tipo "oltre al danno la beffa" e tragicamente qualche volta funziona proprio così. Allora riconfermo tra le mie convinzioni quanto l'infanzia sia un universo fragilissimo, quanto i bambini meritino sempre rispetto e attenzioni! E vi voglio anche rassicurare sul fatto che da questo libro emerge parallelamente una forza, una speranza, una guerra contro le cose brutte e queste persone saltano letteralmente fuori dal libro, ti prendono per mano, ti fanno passare la paura e ti mostrano anche come si fa a uscirne fuori e l'idea è: l'essere umano ha risorse molto preziose che può utilizzare a ogni età e in moltissime circostanze.

E poi: una nota di colore. Arriviamo al banchetto dei libri in vendita, tipico dei convegni, e leggo un foglio con la scritta: tazzina. Con un prezzo vicino. Bè, ho pensato, va bene essere una bloggher celebre e acclamata da pubblico e critica, ma addirittura quotata? A mente fredda ho poi realizzato che si trattava invece di una vera tazzina: un piccolo oggetto di design, molto carino, con dentro incisa la scritta recovery is possible. Mi è parso un messaggio positivo e chiaro. Così: eccoli qui, libro e tazzina, immersi nella piena atmosfera domenicale-pomeridiana-autunnale.
Ed essendo ora di merenda, buona giornata a tutti :)

6 commenti:

barchetta ha detto...

accipicchia davvero interssante (la psico-psichiatria mi affascina, e se a udine ci fosse stata credo che mi ci sarei iscritta)...per quanto riguarda i convegni, sto facendo proprio in sti giorni la relazione sull'ultimo a cui ho partecipato: interssantissimo, anche se un po' lunghetto (3 giorni fitti fitti), ma per avere i crediti che mi servono oltre la chilometrica relazione ho pure DOVUTO sborsare, come condizione ineludibile, 15euri e comprarmi uno dei libri delle edizioni passate(altrimenti niente riconoscimento crediti)...e questo obbligo proprio non mi è andato giù!

noemi ha detto...

@Barchetta, ciao ^^ Cavoli che cosa pessima, l'obbligo di comprare i libri, tremendo. Mi dispiace molto che tu sia stata costretta a farlo a scapito della spontaneità e gratuità della lettura...

Quanto al mondo "psi" sono d'accordo: per me è tutto nuovo ma molto affascinante, anzi forse qualcosa di più visto che riguarda la parte più profonda e determinante dell'essere umano.

barchetta ha detto...

esattamente..è un immenso universo parallelo, tutto racchiuso nelle nostre testoline, e con la prerogativa di esplodere a suo piacimento o trascinarci verso i lidi più impensati. Una volta ho avuto a che fare con una vecchietta che soffriva di allucinazioni, non uditive ma visive: mi aveva scambiato per il figlio, e continuava a chiedermi un bicchiere di latte...situazione da panico, e anche un grande dispiacere, nel trovarmi di fronte alla nuda fragilità di quella donna persa per sempre nei suoi ricordi.

noemi ha detto...

@Barchetta: sono molto d'accordo quando scrivi "e con la prerogativa di esplodere di suo piacimento", è proprio così...
Povera vecchietta, sì sono momenti davvero tristi.

Zuccaviolina ha detto...

Anche la mia amatissima nonna novantenne soffre di demenza senile e a volte vede e sente cose strane. Quello che mi ha più colpito è che spesso la notte sente qualcuno che bussa alla porta e grida di spegnere la luce, che poi è un ricordo del coprifuoco.
È verissimo che l'uomo ha delle grandi energie per reagire, anche se probabilmente dopo una certa età l'unica è cedere e ridiventare bambini.

noemi ha detto...

@Zuccaviolina, ciao ^^ può essere in effetti il ricordo del coprifuoco che ha trovato il canale per farsi rivivere e rivivere, perché è stato troppo difficile da comprendere e chiarire, povera nonna. Però è vero che i disturbi che caratterizzano la terza età sono fisiologici in molti casi, e diversi da quelli che colpiscono purtroppo i giovani o i bambini, è vero, sono d'accordo!