domenica 20 marzo 2011

Letturedomenicali+tazzinadicaffè.

Buongiorno! Sto leggendo un libro che si sta creando in silenzio uno spazio nella mia mente come rare volte mi accade. Un libro che racconta di una ragazza che lavora con i fiori in una serra e li vende e che accudisce il padre malato in una grande casa sul mare. C'è una nave grigia che copre l'orizzonte e un cane nero da guardia.

A un certo punto di notte arriva un uomo già ferito che il cane azzanna distruggendone le poche forze. La ragazza dovrà occuparsi anche di lui. Non c'è altro. Anzi c'è tutto. C'è anche una soluzione che l'autore trova sul linguaggio, sull'incomunicabilità tra mondi diversi che ho trovato straordinaria. C'è una scrittura nuovissima ma che sembra arrivare dall'eternità ed essere sempre stata lì ad aspettare il lettore. Bello. Sorprendente. La cura, di Andrés Beltrami, editore Fandango.

A questo libro, come per Io sono Febbraio di Isbn, era associato un piccolo contest di racconti. Trovate qui tutte le informazioni. Poiché nell'arco della storia diventa importante una lettera d'amore, il concorso consisteva nel redigere una "lettera d'amore mai spedita", di quelle che la gente tiene nel cassetto. Ho partecipato anche io, con una lettera che voglio mettere qui sotto per voi, per non lasciarla, appunto, nel cassetto, o nel semi-cassetto visto che qualcuno l'ha già letta! :) Cosa ne pensate? Su questa atmosfera ci sto scrivendo una storia più lunga.

Buona domenica amici.


Caro bambino dei gialli.

Ero la bambina dei rosa all’asilo. Con il caschetto. I capelli castani. Quella con le scarpe blu e le calze bianche che si arrotolavano sempre sulle caviglie. E il grembiule rosa, inevitabilmente.

Era il 1984. Io ero una bambina con pochi sentimenti. Forse ti ricordi di quella fascia bianca sul mio braccio sinistro. Dove adesso ho una cicatrice. Di quel pomeriggio in cui ci siamo arrampicati tutti sugli alberi e le maestre impazzivano. Che sono caduta ma non mi ha visto nessuno. Tranne Floriana, la bambina bella con i capelli biondi. E il giorno dopo sono tornata con la garza e tu hai guardato per un secondo il braccio e sei tornato a giocare con gli altri.

Ti chiamavi Marco. Eri un bambino silenzioso, con gli occhi castani. Ti guardavi intorno e avevi una macchinina preferita che tua mamma ti lasciava nella tasca del grembiule giallo. La macchinina era rossa. Avrei voluto proporti di giocare ma non osavo, mi agitavo, preferivo non parlarti nemmeno.

Un giorno le maestre ci hanno messi in fila e ci siamo dati la mano. Mi ricordo che la tua mano piccola da bambino era delicata, però da maschio. Poi è arrivata mia madre a prendermi, alle quattro, ed è stato come se un destino ci allontanasse.

A quattro anni c’è già il destino, ed è spietato.

Non sapevo ancora niente di amore. E ancora oggi è così. Ma per me, pur non comprendendone le ragioni, era sempre importante che tu ci fossi all’asilo. E i giorni in cui mancavi me ne accorgevo e scendeva dentro quelle mura colorate un’ombra di tristezza.

Ti cercavo con lo sguardo, e vederti colorare con i pennarelli o usare il pongo era un segno che le cose andavano per il verso giusto. Cercavo di sedermi a due bambini di distanza da te alla mensa. Ti pensavo. Come pensavo a giocare, a bere il succo di frutta, a tentare di andare in bici senza rotelle e a vivere. Era tutto amalgamato insieme, e aveva un senso normale.

Tu eri come tutte le persone che ho amato. Qualsiasi parola sarebbe stata inutile.

La bambina dei rosa.

p.s. è un racconto di fantasia, ho usato però un nome di una bambina che ho conosciuto davvero. il nome del bambino invece è simbolico e universale. cambiando ben 3 asili nella mia vita, i nomi ricorrevano uguali tutte le volte.




6 commenti:

Giuseppe Benanti ha detto...

hai fatto riscoprire,nonostante il tritacarne della vita,il bambino che alberga in ciascuno di noi.

noemi ha detto...

Grazie Giuseppe!

Sara Giorgia ha detto...

magico! sniff.

noemi ha detto...

Grazie Sarina...

Heddi Goodrich ha detto...

Tenera e straziante. L'amore che non conosce eta'. Brava! heddi.

noemi ha detto...

@Heddi: grazie !!