lunedì 25 ottobre 2010

Venerdì, sabato, domenica.

Premessa: da dopo questo week end nelle Langhe, è come se avessi disegnato sulla bocca un sorriso costante, tipo quelle incrinature che si formano sui dolci cotti al forno. Vi è mai capitato? Spero di sì, e lo auguro a tutti. Due giorni di cose belle, ozio e real happiness.

Venerdì. Partenza. Piccola cena all'Autogrill. A chi non piace l'Autogrill? Chi non ha mai fantasticato in questo non-luogo immerso nel deserto, con le sue regole e i suoi sapori sempre uguali. Lì, nel mezzo del nulla, paradossalmente inizia tutto. Prende forma l'avventura. Sorge, come un ruscello giovane, il nuovo corso di pensieri, associazioni e rivelazioni. Quindi via.

Sabato. Una colazione con gli occhi ancora morbidi di sonno, dopo la doccia più lunga del mondo, sotto la quale stavo per riaddormentarmi sognando caramelle e colline alberate. Una colazione ricca, con il caffelatte, il croissant al cioccolato, il panino con la marmellata e il succo d'arancia - che a pensare al mio caffè in piedi in cucina rimango perplessa. E poi eccoci a Barolo, al WiMu, il Museo del Vino. Aperto da pochissimo (il 12 settembre), questo fantasmagorico percorso nel vino raccontato da mille prospettive diverse fa sognare. L'allestimento è a cura di François Confino, lo stesso del Museo del Cinema di Torino, e in effetti si riconosce lo stile.

I colori intensi, l'attenzione a ogni minimo particolare, e soprattutto l'interattività: questa è proprio un'immersione nel vino, ci si entra con tutti i sensi e si dimentica davvero il mondo fuori per la durata della visita - si azionano manovelle, si pedala, si ascolta musica, ci si siede al cinema, si sbirciano discorsi altrui, si ha paura del buio, ci si scalda alla luce. Un sentiero elegante di voci e suoni e notizie ed emozioni che intarsiano gli occhi e la mente, aggiungendo una nuova piega all'intrico già fitto del nostro cervello: l'area del vino! Da non perdere la sala delle quattro stagioni, e quella della luna, tra le più suggestive, ma non vi dico di più per non togliervi la sorpresa. Alla fine del tragitto, la possibilità di degustare il barolo vi risulterà inevitabile: la mostra vi porta lentamente lì lì lì come in punta a un trampolino e poi voi vi tuffate beati nel calice, remando con un grissino (che qui come in tutto il Piemonte è buonissimo, croccante, friabile). Quel che si dice è vero: barolo=vino da re e re dei vini.

Dunque vi ritrovate con il vostro bicchiere tra le dita: "rosso granato con riflessi arancioni (...) austero ma vellutato, armonico..." copio le parole che ascolterete nell'ultima sala dove un bonario prof virtuale (occhio all'accento, neh) vi dirà anche che "il barolo non si spiega, ci si accosta" e che il nebbiolo molto probabilmente ha a che fare con la nebbia: non tarderete ad accorgervene. Per il resto del tempo abbiamo girovagato ebbri per la cittadina inerpicata ai piedi del Castello, il profumo di uva e brasato ci ha seguiti fedelmente fino a Neive, che abbiamo visitato in notturna.

Domenica. La casa natale di Cesare Pavese, il Centro Studi e la casa del suo amico Nuto. La vita, la storia, i romanzi, l'amore, la morte, il male e il mestiere di vivere, gli occhiali tondi, la stilografica, il paese, l'alluvione del novantaquattro, la poesia, il vino, le parole. Le parole che Pavese inventava, i suoi glossari, la stanza fredda in cui è nato, quella caldissima in cui si è tolto la vita con i barbiturici. Torino, Roma, Santo Stefano Belbo, il fiume dove gli piaceva nuotare, l'Einaudi, le lettere, la lettera di Natalia Ginzburg, l'Antologia di Spoon River, la sua collaborazione con Topolino (!), la stazione, la guerra, il fascismo, il comunismo, l'America. Tutto il suo mondo sulle pareti sbreccate di un piccolo edificio di fronte alle colline lambite dall'autunno. E poi dopo questo smottamento dell'anima, ancora una deviazione veloce a Govone. Altro stupendo castello, residenza estiva dei savoia, e simpatici attori travestiti da regnanti ce lo hanno raccontato stanza per stanza. E infine altra degustazione di Moscato, che in quel freddo, sotto "stormi di uccelli neri com'esuli pensieri nel vespero migrar", in una quiete domenicale senza precedenti, ci stava bene.

L'autunno. Su un quadernetto ho segnato i colori, perché non me la sentivo di limitarvi la prospettiva al solito giallo-arancio. Marrone, verde bottiglia, amaranto, nocciola, bordeaux, verde militare, vinaccia (!), prugna, melanzana, ocra, rosso fuoco, viola, barbabietola, ambra, asparago, avorio, biscotto, azzurro savoia (noblesse oblige), bronzo, castagno, camoscio, crema, granata, ardesia, kaki, limone, lime, malva, sabbia, oliva, oro, ottone, rame, porpora, mattone, rosso veneziano, scarlatto, seppia, terra di siena, turchese, verde marino, verde muschio, ebano, vermiglio e verde smeraldo.
Solo per citarne alcuni!

Oggi. Chiaramente potrei dire, qui di fronte alla tazzina di caffè, rieccoci alla routine ma sarebbe poco vero, perché questi scenari ormai sono incendiati dentro di me, simili a falò, e così restano composti come diorami perfetti della memoria.












14 commenti:

barchetta ha detto...

anch'io ho la crepa del biscotto sulla faccia adesso, dopo aver letto :) che belli i fine settimana a zonzo, e che interessante!

noemi ha detto...

@barchetta: grazie, allora sono doppiamente contenta che qualcosa sia passato attraverso il blog :D sì, vero che belli i fine settimana così!

pencil ha detto...

yeahhhhhhh mi piace questo we!

dubh ha detto...

Sai, non è stato un weekend facile per me. Ho pianto tanto, chi amo ha pianto tanto, per mille motivi e per nessuna ragione, alla fine. Questo tuo post mi ha ridato il sorriso in una giornata un po' di ripresa, dopo averti letta penso che questa sera andrò a letto più serena. Grazie :)

Elena ha detto...

Anch'io, anch'io anch'io!!! Voglio andarci anch'io!!!!
6 davvero fantastica!! Non ho parole! :)
Baci baci
Elena

Anonimo ha detto...

ciao, che splendido w-e hai passato. ci vuole ogni tanto, vero?
a presto

noemi ha detto...

yesssssss @pencil: molto carino!

noemi ha detto...

@dubh sono io che ringrazio te per le tue parole. pur non conoscendoti di persona né sapendo nulla di ciò che è accaduto, ti sono tanto vicina e spero con tutto il cuore che già oggi le cose siano un po' migliorate per voi. se questo piccolo blog è riuscito a restituirti un po' della serenità perduta, sento che c'è qualche speranza nella vita. in bocca al lupo per tutto e quando vuoi, scrivimi, anche via mail, io sono qui.

noemi ha detto...

@Elenaaa sei troppo dolce e sei una ventata di allegria e luminosità! Spero che possiate fare al più presto un bel we langarolo :D

noemi ha detto...

@Vania: ciao :D Verissimo!!!

Sara Giorgia ha detto...

Che belli i colori che hai elencato... Ho ancora gli occhi a cuoricino! Grazie per avere condiviso tutto questo. Smack

noemi ha detto...

Che belli gli occhi a cuoricino: si intravedono anche dalla tua foto sotto al colbacco hehe :)

Zuccaviolina ha detto...

L'elenco dei colori dimostra anche la sorprendente ricchezza di sfumature della lingua italiana (che tu sai usare splendidamente). Le altre cose che hai descritto, che dire, le ho negli occhi e nel sangue. :)

noemi ha detto...

@Zuccaviolina: Grazie :) è vero la nostra lingua è così ricca, inesauribile (materiale senza fine per il tuo bel blog!!!)