Eh sì. Il mio boiler, per gli amici Sacaldabagno, quello che nella precedente lezione di Economia Domestica abbiamo chiamato per convenzione SB ci ha lasciati. Sono arrivati due signori - gli idraulici - padre e figlio - in anticipo di tre ore sull'orario stabilito - e se lo sono portato via così, sradicandolo violentemente dal muro. L'idraulico-padre, in trance, armeggiando con i fili gialli che egli stesso ha definito "la mia parrucca", ci ha tenuto a farmi presente, tra le altre cose, anche che quel rubinettino che vedevo lì, si quello lì che spuntava dal muro bisognava aggiustarlo: perché altrimenti poteva esplodere la casa. Capito? Esplodere-la-casa. Phew.
Vabè, per fortuna lo ha aggiustato seduta stante, spargendo per tutto il bagno un infernale odore di gas, che però a me un po' piace. E comunque non se ne parla più. "La prima cosa è la sicurezza", ha suggellato. E siamo tutti d'accordo.
Resta ora quel vuoto incolmabile. Fino a domani il bagno dovrà fare i conti con quel cratere di calcinacci e con questo mio senso di smarrimento generale. La soluzione migliore è allora uscire a fare una passeggiata, visto che è spuntato anche il sole. E domani è un altro boiler.
* versi liberamente tratti da I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni.
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