martedì 23 marzo 2010

How to assemble an Ikea bedside table.

Eeeeeeeee. Vi erano mancate le nostre beneamate Lezioni di Economia Domestica?

A me non tanto. Però di fronte a certe necessità, esse, le lezioni, si rivelano molto utili. Ad esempio oggi vi sottopongo a una mission (im)possible. Ovverosia. Prendete il quaderno. Scaldate i motori. Rombo di tuono. Fulmini e saette. Scrivete: Come montare un comodino Ikea.

Ah, è semplice direte voi. Eh, no. Dico io. Approfondiamo.
Dunque, il comodino in questione si chiama Kullen.

Chi ha riso in ultima fila? Non fa ridere. Kullen è un nome normalissimo. Allora, fate i seri.
Questo Kullen voi ve lo portate in spalla fin sul pianerottolo manco fosse Anchise.
Cari i miei Enea del futuro. Cari i miei giovani-adulti. E fin qui, niente da dire.

Poi lo strascinate come un male oscuro fin dentro casa. E lì rimane, nella stessissima posizione, per un tempo eterno. Dopodiché il grillo parlante vi apparirà in sonno e così capirete che è ora di montare the comodino.

Ed ecco che incominciano i guai. Ora: questi sono i miei spassionati consigli. Sappiate però che nulla garantisce la riuscita della cosa. Questa operazione comporta le medesime difficoltà di una magia di David Copperfield (vedi foto). E voi siete gli illusionisti, non dimenticatelo mai, nemmeno il giorno in cui maledirete la Svezia e le sue proverbiali polpette all'aglio.


Procediamo:

1) mettere musica ad alto volume. Musica impegnata (De Andrè). Per raccontarvi di essere degli intellettuali consumati che si abbassano a montare mobiletti in quanto riscopritori di valori semplici, quali le cose fatte a mano and so on.

2) cercare concitatamente gli attrezzi che vi regalò vostro padre e non sapete mai dove si trovano (suggerisco: nello sgabuzzino o sul mobile del balcone).

3) manca sempre una vite. Perciò NON fare queste cose la domenica o la notte. Così potrete recarvi di buon grado dal ferramenta in tempo zero.

4) di fronte al ferramenta non dire cosa state facendo a casa. Altrimenti si metterà a elargire consigli non richiesti (se siete donne o maschi vestiti da giovani).

5) sentirsi gli allegri meccani.

6) pensare al dopo. A quando sarà tutto finito. A quando avrete il vostro comodino bello pronto. Pensare a quanto poco l'avete pagato. Pensare che per la stessa cifra in qualsiasi altro negozio non vi avrebbero dato nemmeno un'assicella di truciolato umidiccio.

E infine:

7) preparatevi un super caffè bollente, cantando "ah che bello u cafè, pure in carcere lo sanno fa" e ammirando il vostro capolavoro!

W Ikea forever and ever.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

muahahahahah
ho letto questo post e curiosato un po' in giro... mi tiri fuori il sorriso e qualche risata...

e... caffeinomane come me (anche se sto cercando di smettere)

noemi ha detto...

:D Grazie mille Wera!! E piacere di conoscerti!! Adesso, anzi dopo aver bevuto l'ennesimo caffè della giornata ;), vado a leggere il tuo blog, che mi incuriosisce già dal titolo :)

Lu ha detto...

Un capolavoro di post! Tre volte chapeau! Ma che ridere... :-)))

noemi ha detto...

;D grazie LU