Che stanchezza. Ieri, secondo e ultimo giorno di elezioni regionali, per me in quanto scrutatrice è stato il peggiore. Lo scrutinio è qualcosa di delirante. Il momento più teso e concitato, cui si arriva già stramazzando dopo tutta la mattina (dalle 6.30 in avanti) ad accogliere alla spicciolata gli ultimi elettori. Gente smarrita, piccoli plotoni di anziani in confusione, giovani seccati e per fortuna anche parecchia umanità gentile e sorridente. Litri di caffè ustionante. E poi, mi sbilancio un po', smettendo i panni dell'imparzialità ufficiale, e confesso che dover rigorosamente assegnare tutti quei voti alla Lega, nella mia stessa città, mi ha molto turbata. Un bel mal di pancia tra ieri sera e oggi non me lo toglie nessuno.
Così, un po' di malinconia generalizzata, un po' di vecchi pensieri che ritornano bui infiltrandosi nelle pieghe lasciate scoperte dalla stanca mia fragilità che sopraggiunge appena mi ritrovo un po' in scacco, alle prese con circostanze competitive o scomode. Stanchezza mentale, non solo fisica.
Ma guardando avanti già so che domani sarà per me una bella giornata. Mi aggrappo a questa piacevole idea e sopporto la pioggia e il grigiore.
Così, un po' di malinconia generalizzata, un po' di vecchi pensieri che ritornano bui infiltrandosi nelle pieghe lasciate scoperte dalla stanca mia fragilità che sopraggiunge appena mi ritrovo un po' in scacco, alle prese con circostanze competitive o scomode. Stanchezza mentale, non solo fisica.
Ma guardando avanti già so che domani sarà per me una bella giornata. Mi aggrappo a questa piacevole idea e sopporto la pioggia e il grigiore.
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