Cercava tutte le sue risposte nei gatti del cortile. E in effetti non aveva molte domande da fare. Trentadue anni. Occhiali rossi, capelli biondo scuro, corti, ricci, giacchetta blu carta da zucchero. In cerca di occupazione a fine stage non retribuito, figlia unica. Una borsa semivuota, dal contenuto irrilevante. Lì dai gatti ci andava ogni mattina e sera con dei sacchetti pieni di carne, perché - sosteneva - loro sono come i bambini e devono mangiare più volte al giorno. Ma io che passavo di lì per caso pensavo, no, Lucilla, non sono come i bambini. I gatti sono gatti, i bambini sono bambini. Lucilla non capiva in nessun modo queste distinzioni.
4 commenti:
sono pienamente d'accordo con te.
ciao
:)
dovresti implementare i quadratini delle reazioni con "affascinante", perchè questo raccontino è proprio così. :)
^_^ GRAZIE Zuccaviolina!
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