sabato 4 settembre 2010

I provini di x factor sono una cosa seria.


Ieri sera riguardavo di nuovo i provini di X Factor. E c'erano personaggi come questo untissimo e fastidioso Giuseppe. O altri, soprattutto ragazze, più inclini a raccontare la propria triste storia della serie "i miei poveri genitori hanno fatto tanti sacrifici per farmi arrivare fino a qui, un sì aiuterebbe...".

Ecco. Sono stata male. Ho iniziato e continuo anche oggi a riflettere su una cosa che mi tocca sul vivo, che mi destabilizza. Questi "provinati", questi aspiranti musicisti, aspiranti pop star si giocano una grande carta lì in quel momento. Di certo tutti hanno un grande sogno e lo vogliono realizzare, e tutti si sono impegnati. Ma la maggior parte di loro non è minimamente consapevole dei propri limiti. E quando vengono giustamente scartati si sentono offesi, si arrabbiano, diventano blu di rancore.

Drammaticamente mi identifico. Anche io come tanti mi sono trovata in alcune circostanze della vita a ricevere dei "no", dei rifiuti, delle critiche. E ne ho sofferto, e ho provato quella terribile sensazione adolescenziale di "il mondo non mi capisce, il mondo ce l'ha con me".

Ora: guardando loro, questi mentecatti allo sbaraglio, e pensandoci da un po', vi dico pubblicamente che mi vergogno e "mi cospargo il capo di cenere" per aver pensato in qualche occasione, magari di particolare fragilità, quelle stupide cose.

E la mia conclusione è: se qualcuno ci rifiuta, bisogna considerare due dati:

1) ha i suoi motivi, tra i quali potrebbe anche rientrare il fatto che non siamo poi così bravi come crediamo, ed è anche giusto capirlo e andare avanti nella vita lo stesso, magari cambiando mestiere.
2) non è una tragedia, non è un'offesa, non è niente di personale.

Quello che manca in molti casi è la dignità. Io vi dico, tra una tazzina di caffè e l'altra, che sto lavorando molto per la mia dignità, ogni minuto mi accorgo di certi errori. E ho concluso che non è con la rabbia o con l'impietosire gli altri che si ottengono le cose. Le cose si ottengono con le capacità, con il lavoro. E se non lo capiamo, peggio per noi. Meritiamo gli insuccessi.


4 commenti:

Unknown ha detto...

Vorrei scriverti qualcosa di intelligente e originale, darti ragione su tutto, come sempre, e condividere le tue considerazioni finali, ma purtroppo sono ancora troppo scosso dal provino di Giuseppe Binetti...

noemi ha detto...

iihihihihihihihi atroce! e comunque grazie Matteo!

Anonimo ha detto...

ma dai, anche i raccomandati pensano come te? mah! M.

noemi ha detto...

@M. i raccomandati sono una cosa a parte rispetto al mio ragionamento, si collocano in un altro binario che in effetti può scardinare certe regole. tuttavia resto della mia opinione!