La spesa del mercato vale di più. Esercizio di resistenza, esercizio di astuzia, esercizio di buon senso, esercizio di sicurezza in se stessi, esercizio di olfatto. In cambio di queste prove si ottiene un'immersione in profumi dimenticati e buoni di fragole, arance, stoffe, fiori, mele. Si ottiene di vedere una tavolozza di colori vegetali e umani che risvegliano l'anima, sotto il sole alto e il vento. Bisogna farsi valere, bisogna saper sorridere ma fare anche la faccia seria. Bisogna scegliere le olive giuste, bisogna sopportare l'ammasso di spallate, la gente che strilla. In cambio ci si sente in vacanza, gira un po' la testa, si mettono e si tolgono gli occhiali da sole. Le uova fresche, gli asparagi, i carciofi, i vestiti brutti, le tende che oscillano e si stagliano nel cielo azzurro, le scarpe di plastica, le arance spezzate a metà, rossissime, l'insalata. Tutti travolti dai loro discorsi, dalle mille cose sempre da fare, dai bambini che piangono, dai bambini che fanno tante domande, da cosa ha detto quello, cosa ha risposto quell'altro. Un mondo, nel mondo, nel mondo, sotto le tettoie, all'aria aperta, attaccato al cemento, nell'eterno susseguirsi delle lunghe giornate. Alla sera poi è un'esperienza speciale. Si inizia a smontare, la stanchezza, la promessa della notte che arriva. E poi prende tutto un altro significato il fatto di tirare fuori e riporre tutte le volte il portafoglio: capisci quanto spendi, in cosa e soprattutto perché.
2 commenti:
Da frequentatore di mercati, ho ritrovato tutto quanto. Ed ho apprezzatto ogni descrizione, ogni restituzione - anche quel pizzico di Gertrude Stein... ;-)
@Lu: ma grazie !!!! che complimentone...
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