Scrivo adesso (ore 24.25) perché domani è il 25 aprile e dovete sapere che partirò la mattina presto per un viaggetto. Hmmm, un po' come le fantomatiche "gite di un giorno" a scuola. Ma va bene, anzi sono contenta :)
Quindi la tazzina di caffè manca, altrimenti vi sfido poi a sopportare la mia rubrica preferita "mai raccontare i sogni", con la variante: "dopo una dose notturna di caffeina". Dario Argento, già pallido, impallidirebbe ancora di più al confronto. E a proposito di pallore...
Questo è il libro di cui voglio parlare, che mi sono comprata l'altro giorno con frizzante curiosità e che nelle prime 20 pagine mi ha definitivamente avvinghiata e convinta. Si tratta di Credetemi, c'ho provato di Mishna Wolff, editore Fandango. Questa fantastica autrice (guardatela nella foto sul risvolto di copertina!), ha redatto in Credetemi, c'ho provato la sua autobiografia di bambina cresciuta nel quartiere afroamericano di Rainier Valley, a sud di Seattle. E con quel "c'ho provato" intende dire a convincere il padre di essere bianco. Perché questo suo papà ha fatto di tutto per convincere lei, invece, di essere una bambina nera e quindi a comportarsi come tale con gli altri abitanti del quartiere. Peccato che Mishna proprio non ci riesce. E si ritrova a fare i conti con tutte le esigenze hippie possibili e immaginabili di una famiglia assurda e stralunata. Di questo libro avevo proprio bisogno, lo cercavo da qualche tempo; cercavo cioè le sensazioni che provo anche solo a guardarne la copertina, e poi a sfogliarlo e a incappare nelle esilaranti fotografie che accompagnano le parole. Cercavo qualcosa di nuovo, arieggiato, luminoso, spazioso, raccolto, colorato, bianco, nero, consistente e saporito come un gelato. Va bene, l'ho trovato e allora vado di là nel letto a continuare a leggere e ovviamente me lo porto "in gita" domani.
Buona lettura a tutti. E buon 25 aprile.
Quindi la tazzina di caffè manca, altrimenti vi sfido poi a sopportare la mia rubrica preferita "mai raccontare i sogni", con la variante: "dopo una dose notturna di caffeina". Dario Argento, già pallido, impallidirebbe ancora di più al confronto. E a proposito di pallore...
Questo è il libro di cui voglio parlare, che mi sono comprata l'altro giorno con frizzante curiosità e che nelle prime 20 pagine mi ha definitivamente avvinghiata e convinta. Si tratta di Credetemi, c'ho provato di Mishna Wolff, editore Fandango. Questa fantastica autrice (guardatela nella foto sul risvolto di copertina!), ha redatto in Credetemi, c'ho provato la sua autobiografia di bambina cresciuta nel quartiere afroamericano di Rainier Valley, a sud di Seattle. E con quel "c'ho provato" intende dire a convincere il padre di essere bianco. Perché questo suo papà ha fatto di tutto per convincere lei, invece, di essere una bambina nera e quindi a comportarsi come tale con gli altri abitanti del quartiere. Peccato che Mishna proprio non ci riesce. E si ritrova a fare i conti con tutte le esigenze hippie possibili e immaginabili di una famiglia assurda e stralunata. Di questo libro avevo proprio bisogno, lo cercavo da qualche tempo; cercavo cioè le sensazioni che provo anche solo a guardarne la copertina, e poi a sfogliarlo e a incappare nelle esilaranti fotografie che accompagnano le parole. Cercavo qualcosa di nuovo, arieggiato, luminoso, spazioso, raccolto, colorato, bianco, nero, consistente e saporito come un gelato. Va bene, l'ho trovato e allora vado di là nel letto a continuare a leggere e ovviamente me lo porto "in gita" domani.
Buona lettura a tutti. E buon 25 aprile.
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