domenica 18 aprile 2010

Letture domenicali+tazzinadicaffè.

Una domenica mattina serena, dopo lo "svenimento" di mercoledì che, lo confesso, mi ha un po' rintronata. Vogliamo mettere il naso fuori di casa alla luce del sole, e andiamo in piscina. Preferisco non nuotare, ma sedermi sugli spalti a osservare i nuotatori :). Per la mia lettura domenicale, però, decido di portarmi un libro. Che ho letto facendomi cullare dalla luce che filtrava dalle finestre, dall'acqua che ondeggiava, dalle persone che ci scivolavano dentro respirando ritmicamente e infondevano una notevole calma anche a me, lì sulla panchina. (momento bellissimo e molto poetico alla fine, quando la piscina stava per chiudere e tutti se ne andavano, il rumore descesceva un po' alla volta lasciando posto, letteralmente, al cinguettio di passerotti che proveniva da fuori, e una donna finiva bracciata dopo bracciata la sua ultima vasca da sola, such perfect). Così solitaria e tranquilla ho riletto il "libro della mia vita". Il libro della mia scrittrice preferita. A volersela tirare un bel po', direi: il libro della mia "maestra" :). Si tratta di Le piccole virtù, di Natalia Ginzburg. Amo questa autrice da quando ho memoria, dai banchi di scuola. E come tutti gli amori veri, al solo pensiero mi fa sentire al sicuro. So che c'è lei, o meglio, i suoi libri, in particolare questo, e allora posso avere fiducia nella scrittura, in me, e nella vita stessa. Dico nella vita, perché secondo me questa piccola raccolta di saggi rappresenta anche una profonda lezione di vita. Soprattutto quello che dà il titolo al libro. Ma non fatevi ingannare: le piccole virtù sono quelle da non rincorrere. "Per quanto riguarda l'educazione dei figli, penso che si debbano insegnar loro non le piccole virtù, ma le grandi. Non il risparmio, ma la generosità e l'indifferenza al denaro; non la prudenza, ma il coraggio e lo sprezzo del pericolo; non l'astuzia, ma la schiettezza e l'amore alla verità; non la diplomazia, ma l'amore al prossimo e l'abnegazione, non il desiderio del successo, ma il desiderio di essere e di sapere".
Non che le piccole virtù non siano utili. E infatti aggiunge: "Non che le piccole virtù, in se stesse, siano spregevoli: ma il loro valore è di ordine complementare e non sostanziale; esse non possono stare da sole senza le altre, e sono, da sole senza le altre, per la natura umana un povero cibo. Il modo di esercitare le piccole virtù, in misura temperata e quando sia del tutto indispensabile, l'uomo può trovarlo intorno a sé e berlo nell'aria: perché le piccole virtù sono di un ordine assai diffuso tra gli uomini. Ma le grandi virtù, quelle non si respirano nell'aria: e debbono essere la prima sostanza del nostro rapporto coi nostri figli".
Ma perché mi appassiono così tanto adesso a queste parole anche se non ho figli? Perché secondo me le "grandi virtù" riguardano tutti noi, non solo chi è mamma o papà. E poi un domani mi piacerebbe di certo diventarlo anche io. Mamma intendo. Per ora, mi concentro ancora sull'imparare. Da tutto, da tutti. E che bello rimettermi in borsa il libro cui ho così tanto voluto bene negli anni. Se potete, leggetela. Non dico tutta la sua opera, ma questa...esploratela da cima a fondo. E non perdetevi lo straordinario, ormai immortale, ritratto d'un amico.

2 commenti:

ilaria ha detto...

è anche uno dei miei libri preferiti! e il passo che hai citato è uno dei miei preferiti! maggiaa!ilariA

noemi ha detto...

Davvero?? Sono proprio contenta :D