Anita era stanca un po' di tutto. Lavorava in una tintoria di Torino. Ma anche stirare le più leggere camicette estive per lei era una fatica. Sentiva male alle braccia e alle gambe, le bruciavano gli occhi, aveva sempre troppo caldo, anche in inverno. La sua unica particolarità era un impermeabile verde pisello, di cui andava fiera. Le sue colleghe a volte la prendevano in giro, ma così per dire, senza cattiveria e sempre quando andava in bagno a fare la pipì, per non offenderla, e perché non erano sicure che l'ipermeabile fosse davvero poi così brutto. Anita comunque era convinta di avere un bell'impermeabile verde, e quella era una certezza. Non guadagnava un granché, e quei pochi soldi li sprecava in caramelle del supermercato e riviste di pettegolezzi.
Un pomeriggio per caso è entrata una ragazza in tintoria e ha chiesto: "Posso attaccarlo in vetrina?". Era il manifesto di una scuola di ballo appena aperta nel quartiere. Sotto al nome della scuola c'era scritto: Lezione di prova gratuita.
Anita non faceva mai niente dopo il lavoro. Però a quella lezione gratuita, forse, poteva anche andare.
E così è stato. Ma senza farlo apposta è arrivata in ritardo, quando ormai la lezione era finita. Non c'era tantissima gente però la scuola era molto luminosa e pulita, si vedeva che era appena stata inaugurata. Infatti le maestre avevano preparato un buffet da offrire ai possibili futuri allievi. E adesso erano tutti lì a bere e mangiare intorno al tavolo.
Anita li osservava da lontano con il suo bell'impermeabile verde.
A un certo punto un ragazzo si è voltato nella sua direzione e le ha fatto cenno con la mano. "Entra entra". Le ha detto. Non si capiva se era un maestro o un allievo. Non era né bello né brutto, ma certamente gentile, con un paio di occhiali tondi e blu scuro. Per un attimo Anita si è chiesta: "Si può ballare anche con gli occhiali?". Ma proprio il tempo di un attimo, perché il ragazzo subito le ha detto:"Vuoi delle fragole?".
Vuoi delle fragole, vuoi delle fragole. Si ripeteva poi quella sera Anita nel tragitto di ritorno a casa. Dopo aver conosciuto gli altri e mangiato anche lei le fragole. Era una sera fresca di aprile. Presto - non proprio di colpo ma tuttavia con una certa rapidità - per Anita sarebbe cambiato tutto. Davvero tutto. E ancora lei non lo sapeva.
Un pomeriggio per caso è entrata una ragazza in tintoria e ha chiesto: "Posso attaccarlo in vetrina?". Era il manifesto di una scuola di ballo appena aperta nel quartiere. Sotto al nome della scuola c'era scritto: Lezione di prova gratuita.
Anita non faceva mai niente dopo il lavoro. Però a quella lezione gratuita, forse, poteva anche andare.
E così è stato. Ma senza farlo apposta è arrivata in ritardo, quando ormai la lezione era finita. Non c'era tantissima gente però la scuola era molto luminosa e pulita, si vedeva che era appena stata inaugurata. Infatti le maestre avevano preparato un buffet da offrire ai possibili futuri allievi. E adesso erano tutti lì a bere e mangiare intorno al tavolo.
Anita li osservava da lontano con il suo bell'impermeabile verde.
A un certo punto un ragazzo si è voltato nella sua direzione e le ha fatto cenno con la mano. "Entra entra". Le ha detto. Non si capiva se era un maestro o un allievo. Non era né bello né brutto, ma certamente gentile, con un paio di occhiali tondi e blu scuro. Per un attimo Anita si è chiesta: "Si può ballare anche con gli occhiali?". Ma proprio il tempo di un attimo, perché il ragazzo subito le ha detto:"Vuoi delle fragole?".
Vuoi delle fragole, vuoi delle fragole. Si ripeteva poi quella sera Anita nel tragitto di ritorno a casa. Dopo aver conosciuto gli altri e mangiato anche lei le fragole. Era una sera fresca di aprile. Presto - non proprio di colpo ma tuttavia con una certa rapidità - per Anita sarebbe cambiato tutto. Davvero tutto. E ancora lei non lo sapeva.
2 commenti:
Delizioso! Autarchico, non ho troppo bisogno di sapere come proseguì la storia. Questi Raccon-tiny (chapeau per la trovata GENIALE!!) si vivono in un soffio... Poi, arrivo alla lettura di questo dopo l'altro tuo post intitolato "Semplicità"; così non posso che domandarmi:
Ma se Anita avesse avuto un mini stereo compatto in laboratorio, le cose sarebbero andate diversamente? :-) Chissà...
Ancora complimenti e saluti sorridenti da colei che sai. Buona giornata!
@Lu, ma grazie!! A te e alla fanciulla :D sì, forse Anita se la sarebbe passata meglio con la radiolina, saggia intuizione... !!
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