Non so come sia successo ma siete diventati il mio paesaggio quotidiano. Ci hanno messi qui per caso, arrivavamo da mondi diversi, da piazze diverse. Mani frettolose ci hanno afferrati senza una chiara ragione. Il tragitto dal mercato al palazzo, la salita in ascensore, l'escursione termica. I primi giorni mi sono depressa. Ho chinato la testa in segno di sconfitta. Ma non era sconfitta. Era ritiro, pensiero, silenzio, riflessione, osservazione del territorio. Pioveva. Era grigio. Alle mie spalle, una città che brulicava, una città che mi pareva enorme, vista dall'alto. Vedevo rami, che sono diventati foglie. Vedevo voi. Come definirci: amici? Conoscenti? Compagni di sventure? Colleghi? Mah. Lasciamo al tempo le sue definizioni. Dico solo che ormai mi sembra di capire molte cose, di leggerle tra le vostre radici . Vedo quando vi sentite stanchi. Vedo quando il sole vi travolge, perché travolge anche me. Che bello quando un'ondata di acqua del rubinetto ci attraversa e la beviamo in fretta e i nostri colori si accendono e i nostri petali sembrano di gomma e ci sentiamo così forti che il nostro profumo si sente in tutta la stanza. Che bello quando di notte tutto tace e invece noi ci risvegliamo, ci guardiamo di nascosto, respiriamo l'aria a pieni polmoni, sentiamo i nostri boccioli crescerci di fianco, sentiamo le nostre foglie rinascere più verdi.
(discorso di una piantina alle altre piantine del davanzale)
2 commenti:
oddioooooo mi fai sentire così in colpa :-( ultimamente le mie piantine vivono nell'oblio
cmq, il nuovo sfondo è bellissimo!!
Ciao Linda :) :) come ti capisco, avrò fatto appassire decine di piante... queste sono le prime che "reggono" ma con una fatica :( speriamo durino almeno una stagione! Grazie per lo sfondo, sono contenta che ti piaccia. Vi seguo sempre eh!
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