mercoledì 6 aprile 2011

Dente/3.

Riassunto delle puntate precedenti. *Per appassionati di questioni odontotecniche*. Il 18 febbraio sono rimasta vittima di un potente attacco dall'interno: un dente, che chiameremo Dente1, si è rotto nel corso di una masticazione blanda di cereale a colazione. Dente1, c'è da dire, era otturato con strati di amalgame all'amianto ed è stato definito da esperti "semplicemente enorme". In quella circostanza, ho inghiottito contestualmente parti delle suddette amalgame all'uranio, con soddisfazione reciproca.

A una prima visita, Dente1 non poté essere considerato, per mancanza di tempo. A una seconda visita, si presentò un'urgenza e sopraggiunse Dente2, nel lato uguale ed opposto, un gemello tonto ma efferato, che mi impedì di masticare per settimane, ma risanato tuttavia in tempi brevi e con successo.

Dunque oggi era il giorno. Il D-Day. In giorno di Dente1. Io sapevo, presagivo, sentivo qualcosa di maledetto. E così è stato. Dente1 era e devo dire è ancora un mostro cruento. Un violento assassino di gengive, un affilato serial killer di polpa dentale. Egli stava progettando la mia fine, tessendo come una tarantola vieta e velenosa la trama della distruzione definitiva. Aveva creato come una specie di consistente tappo micidiale che ostruiva quei canali dove stanno i nervetti da togliere, generando l'infiammazione del secolo se non forse del millennio. E io non mi accorgevo di nulla. E io gli davo asilo. E io gli ero amica. Al punto che mi sono anche fatta alcune domande sulla mia stessa soglia del dolore, quanto riesco a sopportare prima di sentire qualcosa di male.

Ma comunque. Già i primi rintocchi del giorno mi facevano capire che c'erano macumbe e malocchi relativi ai miei denti. Sogni tormentati, visioni dell'apocalisse.

A metà intervento, il rumoroso ma ipnoinducente aspiratore per la saliva smette di funzionare. Apro un occhio e vedo quello dell'assistente che mi fissa con terrore. Apprezzo però il savoir faire generale. Nonostante l'anestesia facciale, linguale, guanciale, labbrale e mentale, nonché almeno quattro ferri tra le mascelle, un gancetto al bordo della bocca e circa tre mani guantate nelle fauci, riesco a sibilare, con un inedito accento torinese: "si è impallato?".
E la risposta è sì.

Poi l'aspiratore riparte. E si spegne la luce. Mentre io ho di nuovo gli occhi beatamente chiusi e spero nell'impossibile, cioè dormire del sonno dei giusti. Spenta la luce, penso davvero al peggio. Anche lì, invece, tutti quasi-calmi. Tornerà. E infatti torna, ma loro adesso hanno l'aspetto di chi non aveva mai visto niente di simile in una sola seduta o forse nella vita.

Dentis in fundo, Dente1 si stufa e prende a gettare come un pazzo fiotti di sangue dove può. Fiumi. Tanto che bisogna interrompere e medicarlo a sprangate. E infine tornare la prossima volta e riaprire la faccenda. Dente1 hai i giorni contati.

Nel frattempo cercasi fattucchiere.

4 commenti:

Princi ha detto...

ah, non sai quanto ti capisco! combatto da un po' con un maledetto che ha adottato una cisti che mi fa veder le stelle!! per quel che conta, sono con te!!
un abbraccio
princi

noemi ha detto...

Ciao Princi! Grazie per la solidarietà :D e per la visita!

undercaos ha detto...

ma che sfiga

noemi ha detto...

@undercaos: esatto.