Venerdì sera ci tenevo a fare una cosa e l'ho fatta. La presentazione alla libreria Legolibri di Torino del nuovo libro di Demetrio Paolin.
Il libro si chiama la seconda persona, Transeuropa edizioni. Un editore che Giulio Mozzi, presente in sala per parlare del libro insieme a Demetrio, ha definito "piccolo, glorioso e ultimamente anche molto elegante".
Ci tenevo tanto perché nelle maglie strette o a volte larghissime della rete, tra facebook e tazzine di caffè, ho avuto la fortuna di scambiare qualche parola con Demetrio. Il caso come sempre ha fatto tutto perché io raccontavo qui le mie avventure di "maratoneta" in Piazza D'Armi e Demetrio ha riconosciuto il piccolo parco dove porta la sua bambina Rebecca a giocare e a guardare le papere. Poi l'aveva colpito un episodio che ho raccontato (inventato) in cui un tizio si prende una pallonata in testa (e venerdì ho scoperto la passione di Demetrio per le decapitazioni e Oloferne e ho capito tutto :P).
Io avevo timore reverenziale per questo scrittore così colto e profondamente, oscuramente, totalmente, misteriosamente torinese (e poi ho scoperto che però non è nato a Torino :P). E di lui mi intimoriva tutto, dal nome, Demetrio, alle parole scritte. Così difficili, per me, come se scorressero da una biro altra, irraggiungibile.
Quindi ero agitata prima di andare, perché volevo conoscerlo e vedere che faccia avesse, ma avevo paura di dire qualsiasi cosa. Il fatto che ci fosse lì anche Giulio Mozzi, completava il quadro della mia ansia. Perché queste persone sembrano avvolte in un'aura di perfezione, di magia. Invece sono persone, ed è stato giusto andare per vedere da vicino la vita che si compie, vedere il libro passare dalle loro mani, bere un sorso di acqua, guardarli negli occhi mentre parlavano.
All'inizio eravamo in pochi: poi la gente è arrivata pian piano. La saletta con le tende bianche e verdi aveva alla parete una foto con due cavalli bianchi che si guardano di profilo. Così mi sono sembrati i due scrittori. Dalla presentazione si è capita la loro amicizia, i loro scambi così fitti di impressioni e il laboratorio che probabilmente prende forma dai loro incontri e dalle loro lettere. Vorrei essere la freccetta di un mouse per scoprire indisturbata cosa di preciso si dicono gli scrittori prima dopo e durante la pubblicazione dei loro libri. O forse è meglio non sapere.
Il libro di Demetrio ha la seconda persona nel titolo e nei racconti brevi di cui è composto. Ti parla continuamente con il tu. E ti devi abituare in fretta se no ti destabilizza. Demetrio prende a leggere un pezzo di la fabbrica. Che per i torinesi è parte fondamentale della città, della storia di ciascuna famiglia. Qui ci sono un padre e un bambino e un regalo di Natale. Giulio Mozzi prende la parola e nota che i racconti di Demetrio hanno un carattere per così dire "biopolitico" perché i personaggi vivono la Storia e la realtà con il proprio corpo, sul proprio corpo. La storia di tutti attraverso il corpo.
Mi guardo le mani e i piedi, capisco la differenza tra leggere i libri e andare alle presentazioni, c'è un passo ulteriore, che non avevo mai considerato in questo modo prima.
L'altro privilegio della serata è ascoltare un'anteprima del prossimo romanzo di Demetrio, che sta prendendo una forma in questi giorni. Ma non dico niente al riguardo. E' un segreto che mi tengo per me e per quelli che c'erano.
Poi ci raccontano di una libreria olandese - Bonardi - (come ci vorrei andare!) che ospita scrittori italiani e del volume La mia Olanda per festeggiarne il ventennale e dai cui è tratto uno dei racconti di la seconda persona, Amsterdam Suite.
"Il Mare del Nord è grigio come la schiena di un mulo e ugualmente ostinato: le sue onde sembrano calci".
E poi ci sono le Figure di Caravaggio. "Tu devi immaginare che la luce non viene ma va. Se ne fugge proprio come un esercito in disarmo; scappa via. E' questa la luce vera, che consegna ogni cosa al buio".
E così mi sembrano questi racconti di Demetrio Paolin: luci vere che consegnano le cose al buio, che illuminano e tornano all'oscurità e viceversa. Ho avuto come l'impressione quasi che lo stesso autore-persona faccia questo continuo percorso quotidiano, tra l'oscurità della mente, delle letture di una vita e la luce dentro cui con semplicità racconta ad esempio di sua moglie, della loro bambina. Non vedo l'ora che finisca il nuovo libro.
4 commenti:
Ma per caso la Tazzina è Ikea??? Ce l'ho uguale... :-D
@Zia Atena: sì :D
ehi ma qua bisogna organizzare qualcosa anche da noi ;-)
@LauraC.: giusto!! Sarebbe bellissimo, conosci Demetrio?? bella idea :)
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