Abbiamo una casetta in campagna, nel Canavese, vicino a Torino. Un tempo era un forno, il mio bisnonno era panettiere. Poi l'attività è cessata, il forno murato e i muri riconvertiti in un'abitazione. Ci viveva mio nonno con la sua famiglia da bambino. Durante la guerra nello stesso piccolo paese, Cuceglio, è sfollata mia nonna. Si sono conosciuti e sposati. Alla fine della guerra si sono trasferiti a Torino per lavorare. Però la casa è rimasta e ci passavano le vacanze i miei bisnonni con mio papà bambino. Anche io ho trascorso lunghi mesi estivi della mia infanzia e adolescenza lì, con i miei nonni e i miei genitori. Leggevo Topolino insieme a mio nonno nel piccolo cortile dove si affacciavano anche i vicini: una coppia di anziani contadini. C'erano i conigli, le galline e ai tempi di mio papà anche una mucca. C'erano i gatti che facevano i cuccioli e una volta ci scorazzava anche un cane. Mia mamma organizzava dei giochi con la palla, i gavettoni o le carte in cui coinvolgeva i bambini del paese. Avevo anche degli amici. Oltre ai cugini di mio papà e tanti che portano il nostro stesso cognome. Negli anni poi sono spariti gli animali. La moglie del vicino è mancata, il vicino ora sta in una casa di riposo per anziani. Dopo la morte dei miei nonni abbiamo continuato ad andarci sporadicamente ma non sono mancate le occasioni di pranzi o brevi fine settimana. Mi sono anche rifugiata lì nel 2004 in un momento che credevo difficile. La casa era arredata in modo modesto ma dignitoso, solo le reti dei materassi presentavano qualche scomodità.
(Dopo la morte di mia nonna abbiamo dovuto cambiare casa qui a Torino: la nuova casa, quella in cui vivo adesso con i miei genitori, è così piccola che la casa di Cuceglio ci è servita negli anni per respirare un po', per stare un po' più larghi. Qui a Torino non c'è il divano. Lì c'è. Qui a Torino non c'è la vasca da bagno ma solo la doccia. Lì c'è. In più l'aria era buona. Così come l'acqua.)
Ma la malattia di mia mamma ha interrotto tutto questo. Da due anni non mettevamo piede in quella casa. Oggi è capitato ed è stato brutto. L'edera si sta espandendo ovunque e le sue liane magre come zampe di ragno giganti entrano nelle finestre delle stanze. Le tre rose canine sono diventate enormi e annerite, spuntano in steli troppo lunghi, troppo sporgenti. Il sole ha cotto la tenda sul cortile. Uccellacci neri, tanti, almeno venti, svolazzano rumorosamente per le scale. Ragni morti si sono depositati nei lavandini e nella vasca da bagno. L'umidità fa pizzicare la gola. La muffa si è formata sugli oggetti da cucina. Un piatto comprato a Londra tanti anni fa è caduto a terra in mille pezzi. I vestiti si sono impregnati di un odore cattivo. Le mie foto da bambina ricoperte di polvere marrone. Ragnatele nella dispensa. Sedie e tovaglia mangiate dalle termiti. Posta arretrata di mesi. Muschio che cresce sotto al cemento. Asciugamani sporchi senza essere stati usati. Luce fioca, getto dell'acqua gorgogliante, insufficiente. Scatoloni chiusi rigonfi, spezzati in due dal peso di altri scatoloni.
Due anni. Un buco nero. Di fronte a quello scenario ho pensato che non riesco a controllare le cose. Ho paura di fare una brutta fine. Di non farcela con i soldi e con le energie. Che il disordine, il caos e la miseria entrino così in silenzio nella mia vita come hanno fatto nella mia casa. Come quel tizio di cui parla oggi il giornale che hanno iniziato a non pagarlo più al lavoro, che sua moglie è incinta e vivono come barboni. Che paura, che malinconia. Mi faccio una tisana sperando che la notte mi restituisca le forze per andare avanti.
(Dopo la morte di mia nonna abbiamo dovuto cambiare casa qui a Torino: la nuova casa, quella in cui vivo adesso con i miei genitori, è così piccola che la casa di Cuceglio ci è servita negli anni per respirare un po', per stare un po' più larghi. Qui a Torino non c'è il divano. Lì c'è. Qui a Torino non c'è la vasca da bagno ma solo la doccia. Lì c'è. In più l'aria era buona. Così come l'acqua.)
Ma la malattia di mia mamma ha interrotto tutto questo. Da due anni non mettevamo piede in quella casa. Oggi è capitato ed è stato brutto. L'edera si sta espandendo ovunque e le sue liane magre come zampe di ragno giganti entrano nelle finestre delle stanze. Le tre rose canine sono diventate enormi e annerite, spuntano in steli troppo lunghi, troppo sporgenti. Il sole ha cotto la tenda sul cortile. Uccellacci neri, tanti, almeno venti, svolazzano rumorosamente per le scale. Ragni morti si sono depositati nei lavandini e nella vasca da bagno. L'umidità fa pizzicare la gola. La muffa si è formata sugli oggetti da cucina. Un piatto comprato a Londra tanti anni fa è caduto a terra in mille pezzi. I vestiti si sono impregnati di un odore cattivo. Le mie foto da bambina ricoperte di polvere marrone. Ragnatele nella dispensa. Sedie e tovaglia mangiate dalle termiti. Posta arretrata di mesi. Muschio che cresce sotto al cemento. Asciugamani sporchi senza essere stati usati. Luce fioca, getto dell'acqua gorgogliante, insufficiente. Scatoloni chiusi rigonfi, spezzati in due dal peso di altri scatoloni.
Due anni. Un buco nero. Di fronte a quello scenario ho pensato che non riesco a controllare le cose. Ho paura di fare una brutta fine. Di non farcela con i soldi e con le energie. Che il disordine, il caos e la miseria entrino così in silenzio nella mia vita come hanno fatto nella mia casa. Come quel tizio di cui parla oggi il giornale che hanno iniziato a non pagarlo più al lavoro, che sua moglie è incinta e vivono come barboni. Che paura, che malinconia. Mi faccio una tisana sperando che la notte mi restituisca le forze per andare avanti.
2 commenti:
E' una casa di campagna, dunque è nella sua natura seguire le stagioni, avere odore di castagne, di stufa e di panni marroni dei nonni. Siamo a fine ottobre. Prova a ritornarci ad aprile.
ps mi auguro solo che stasera per cena tu non abbia mangiato del bollito o del minestrone.
Si, farò così, ci tornerò in primavera. Nel frattempo un cugino di mio papà ci aiuta a tagliare via i rami che escono nella strada. Grazie.
ps che augurio bizzarro, comunque in effetti ieri sera ho avuto il minestrone per cena...che significa? Che fa venire tristi pensieri?
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