venerdì 31 ottobre 2008

Esercizi di sopravvivenza/1.

A volte mi sento morire. Altre volte mi chiedo cosa ci sto a fare in questo mondo. A volte soffro davvero come un cane bastonato. Mi vergogno di me stessa, mi metto a piangere e mi faccio pietà. Potrà sembrare esagerato ma è proprio così: è la verità della mia vita, succede spesso, e bisogna rimediare. Devo smetterla con questa faccenda, non per me ma per le persone che mi vogliono bene e soprattutto per mia mamma che ha rischiato sul serio di morire, che ha lottato per me, che ha provato dolori nella vita che io neanche riesco a immaginare e che non ho la forza di descrivere. Quindi, così, per lei e per tutti i miei cari parenti e i miei cari amici, quelli che vedo e sento spesso ma anche quelli perduti e per il mio fidanzato Claudio, è giusto che mi metta d'impegno una buona volta. E per raggiungere qualsiasi obiettivo, nel mio caso una degna sopravvivenza, è importante allenarsi, fare esercizio tutti i giorni. Così da oggi inizio gli esercizi di sopravvivenza. Cioè provo a elencare tutte quelle cose, azioni o letture o pensieri che mi aiutano ad andare avanti quando in preda allo sconforto più nero non so cosa fare.


Primo esercizio:

Universo Bimbo.
E' un supermercato ma anzichè la frutta e la verdura, ci sono tutte le cose che servono alle mamme e ai bambini piccoli. Da quando stanno ancora nella pancia a quando hanno, all'incirca, tre quattro anni. Io vado lì e nessuno mi chiede niente. Nessuno si insospettisce, perché è un posto aperto anche alle zie, alle sorelle, alle amiche di mamme. Potrei essere lì per fare un regalo, ad esempio. E invece ci vado per sopravvivenza, ma questo nessuno lo sa. Faccio il giro come in un vero supermercato, ordinatamente, percorro a uno a uno i corridoi a S, come se stessi visitando una mostra. E' la mostra della vita che nasce, che mi trasmette vita che nasce. Ci sono i lettini rosa, celesti, verde chiaro, arancioni o di legno. Ci sono le culle bianche, di vimini. Ci sono tutti gli ordini di animaletti che la mente umana può concepire. Ci sono le carrozzine superergonomiche, i passeggini per due o tre gemelli. Di tutti i colori. Ci sono i giocattoli teneri, musicali. Ci sono le creme per la pelle, le pappe, il latte in polvere. I girelli, le "palestrine", la biancheria delicata e profumata. Ci sono le scarpine, i costumi da bagno minuscoli, i baby pullman! Lì è il grado zero della vita. Quando esco da lì ho energia per molti altri giorni. Vedo le mamme e i papà imbambolati di fronte ai loro bambini, uno dei due tiene il bambino con amore, l'altro genitore trotta tra i prodotti e si consultano e scelgono insieme. E io li osservo senza farmi accorgere. Da loro prendo un po' di vita che mi manca e me la porto a casa.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Amica mia,
io lo faccio a volte, non da Universo Bimbo ma all'Ovviesse di via Etnea a Catania. Non sapevo che era un esercizio di sopravvivenza...mi aggiro fingendo a me stessa di cercare qualcosa.
La meraviglia sono le misure: le "minime", quelli sono gli indumenti più piccoli che le mani di un uomo riescono a produrre. M'immagino che anche un sarto si diverta a lavorare con l'infinitamente piccolo.
E poi volevo dirti dei colori e delle creme, germi di grano e "latti" di riso creati unicamente per addolcire una pelle che più dolce non ce n'è!
Ma il massimo sono le scarpe...quelle di lanetta, che si sa che non servono per camminare, insomma si sa che non servono quasi a niente però esistono e loro se le lasciano infilare e sfilare...placidi...
Fantastico!
a