lunedì 13 ottobre 2008

p.s.

Non so cosa accadrà, che trattamento riceveranno, che fine faranno ma vedere a una a una riaprirsi le finestre della clinica dopo tanti anni mi colpisce tantissimo. E' un'emozione strana e totalmente inaspettata per me e per il quartiere. La disperazione del cercare il proprio posto nel mondo la capisco e mi fa pena. In questo momento al degrado di prima credo sia preferibile questa sistemazione di fortuna. Speriamo solo che per loro arrivi un po' di fortuna vera o almeno un pasto caldo...

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Al posto loro, anch'io avrei cercato rifugio in un posto abbandonato. Come si fa ad aspettare all'aperto che ti assegnino una casa, magari tra tre mesi, quando il gelo di Torino li avrà uccisi tutti?

Non è legale ma a volte è necessario fare qualcosa per costringere gli altri ad accorgersi dei nostri problemi: in questo caso ne va della loro stessa vita!
Spero che tra le istituzioni ci sia qualcuno disposto a immedesimarsi in loro per trovare la giusta soluzione.
L'Italia deve tornare ad essere una casa vera per chi ne ha bisogno, queste sono le radici della nostra cultura e grazie alle "INVASIONI", agli "INSEDIAMENTI" di ieri che oggi possiamo dirci orgogliosamente figli dell'Antica Grecia!

La casa è un diritto di tutti.

a

noemi ha detto...

Certo: non è legale. Il Comune ha il dovere di aiutarli. Nel frattempo è meglio che stiano lì, sotto un tetto, anziché a morire per strada, perché allo stato attuale delle cose è la loro unica alternativa.

Sara Giorgia ha detto...

Sono d'accordo con voi. Gli italiani dovrebbero sapere e RICORDARE meglio di chiunque cosa significa essere considerati di troppo in un Paese non loro. Questa gente viene qui per lavorare e vivere con dignità, que viva la casa!

Ps: anche a me fa tantissimo effetto che quell'edificio torni a vivere, anche se illegalmente... Non c'è nulla di più triste di un edificio abbandonato.

S.

noemi ha detto...

Si è vero: faceva una tristezza prima, ci passavo spesso davanti. Spero solo che il comune se ne occupi, che possano trovare anche lavoro e diventare parte della città.