martedì 14 giugno 2011

It's raining, Yes.

Quindi ieri, ben contenta per il mio lavoro di scrutatrice, con la fortuna in tasca di aver trovato un #seggio (uno degli hashtag del referendum, per chi era su twitter, a proposito: grazie) simpatico, dispensatore di calma, chill out e soprattutto dolcini e limoncello a fiumi, stanca ma felice, stanchissima ma felicissima, anzi troppo felice, anzi sovreccitata, anzi un po' esaltata dall'euforia generale e dal limoncello artigianale, ho pensato di fare una corsetta. Perché non dimentico di essere una podista; scarsa sì, ma maratoneta nell'anima.

Allora partiamo. E dopo circa venti minuti scoppia il temporale.

Così io ero lì sotto. Con la pioggia di sì delle centinaia di schede ancora negli occhi, tra le mani, sotto la pioggia vera, simbolicamente di acqua, che scrosciava su tutti. I casi erano due: scappare o continuare. Rifugiarsi o sfidare il diluvio e il destino.

Quindi la corsa è andata avanti tranquilla, senza bisogno di pensarci. Eravamo una decina, tutti a correre sparsi come funghi semovibili, lo stesso, ignorando completamente le pozzanghere. In pochi secondi, ovviamente, eravamo fradici. E stavamo bene.

Sono felice. Ho pensato. L'acqua del temporale che fa tanta paura, dopo un po' smette di fare paura ed è normale sentirla sulla pelle. Poi vabè, quando le gocce si sono trasformate in grandine assassina ce ne siamo andati, come è comprensibile. Però che dolce forzatura restare un po' in balia delle intemperie.

Comunque: che momento. Una pioggia di sì, pensavo: in generale, sì al signore che ha perso recentemente la moglie che ci raccontava al seggio di aver sognato di andare a funghi, sì all'antipatica del quartiere che non saluta, non sorride, ha i boccoli perfetti e delle oscene paperine troppo larghe rosso peperone, sì al bambino-palla il cui padre dice: "lui vota per il latte pubblico", sì alla madamina ottantenne esperta di vini, sì alla signora in sedia a rotelle, sì a chi non riesce a trovare l'ingresso della cabina, sì ai brutti da far spavento, sì ai ritardatari e ai precisini, sì ai bellissimi che fissano negli occhi, sì ai cognomi che si intonano coi nomi, si agli errori dell'anagrafe, sì ai normali che sono parecchi, sì alle maggioranze e alle minoranze, sì alle ossa rotte, sì alle guarigioni.




2 commenti:

Annalisa ha detto...

Sì agli scrutatori che fanno sì che il voto sia così vero e così umano!!! Quando preparavo le liste elettorali avevo l'impressione che tutto fosse così maledettamente impersonale e ghiacciato! Grazie per avermi permesso di piombare nella realtà così imperfetta, ma così bella!

noemi ha detto...

Grazie a te Annalisa :) :)