Oggi è il primo giorno di lavoro di Nora. Ha trentanni. Il primo giorno di lavoro vero, s'intende. L'hanno accettata come assistente commessa al banco del mercato di una giovane coppia con due bambini. Farà anche un po' da tata nei tempi morti. E dovrà aiutare al mattino il ragazzo a scaricare le cassette dal camion.
Per tutti gli anni dell'Università, ma anche prima, pensa Nora, negli anni Novanta, si sentiva in Tv e sui giornali questo forte invito a essere se stessi. Sii te stessa. Be yourself. Nora pensa che sia stato un errore. Che sia un errore storico. Io non voglio essere me stessa, sospira quasi tra sé e sé, facendo rotolare a terra la sua prima melanzana.
Scusi Antonio. Vai tranquilla basta che la raccogli.
Essere me stessa vuol dire. Ho combinato credo una serie di pasticci. Non è utile: è una cazzata. Pensa scacciando un moschino della frutta. Essere me stessa vuol dire inoltre qualcosa che non riconosco più. Una gentilezza telefonata, un sorriso tirato, una deferenza. Mi scusi.
Dammi del tu, sono più giovane di te.
Io non voglio più essere me stessa. Voglio cambiare. Dice Nora. Quel mio vecchio sogno di.
Sì quello. A essere me stessa ad esempio l'ho lasciato perdere. Perché me stessa è colei che guarda intorno e pensa: lo fanno già in molti, e così bene, così meglio. Così me stessa si rintana in un angolino. A essere me stessa finisce che non faccio le cose. Me stessa è una che immagina che gli altri immaginino che gli altri immaginino che lei immagini che gli altri immaginino come lei sta veramente. Me stessa interpreta tutto dietro lenti scheggiate che riflettono mille angoli di una sola verità. Fa le insalate di parole come il Bianconiglio ed è sempre di fretta per non arrivare mai.
Adesso almeno ho un lavoro, pensa Nora. Da qui partirò per cambiare me stessa. Non è tardi. Non è tardi. L'importante è non essere se stessi. L'importante è sfidare questa propria natura incontaminata per creare qualcosa di nuovo.
Pensa Nora, di fronte alla prima cliente, mentre chiede, pesando le albicocche: Altro?
13 commenti:
Bello, stamattina mi ci voleva proprio.
in bocca al lupo, saggia Nora...
@Anonimo: giustamente, per rimanere nel tema del racconto, arriva un commento anonimo hehe :) comunque grazie.
Eh, io infatti non ci ho mai creduto a 'sta cosa dell'essere se stessi. Ho anche provato ad essere qualcun'altro,ma con scarsi risultati.
Buona giornata, tazzina :)
@Stima di danno: riferirò :D
@Italian Girlfriend: ahahahah no vabè essere qualcun'altro non è neanche una soluzione: io la penso così: se la propria natura è sana, confortevole, adattiva allora viva l'essere se stessi, se invece c'è qualcosa che non va sarebbe meglio impegnarsi a cambiare... rimanendo però anche "se stessi", almeno per l'anagrafe :P
sacrosanto, che palle essere se stessi.
@LauraC.: sì, e pure molto noioso alle volte (almeno per me).
ah, non dirlo a me :-)
Visto che non si può fare a meno di esserlo, sè stessi, tanto vale provare a migliorarsi. ;)
@Zuccaviolina: pienamente d'accordo!
ma che bel posto per prendere un caffè!:) giungo da Stima con piacere ....ache la mia me stessa è a riposo..quando esce fa danni...:)
@Alice: grazie e benvenuta :) torna quando vuoi per un caffè :) :)
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