lunedì 29 agosto 2011

Il gioco del mondo - con tazzina di caffè.




Chiudete gli occhi. Preparatevi un caffè. Non certo però in questo preciso ordine.

Cercate uno o due segnalibri perché vi saranno indispensabili. E una matita, se vi piace sottolineare o fare disegnini ai margini o prendere forse inutili appunti. Se invece avete l'eBook, il gioco è fatto, sarà un gioco da ragazzi etc. etc.

Si comincia. Il gioco del mondo - Rayuela di Julio Cortázar, editore Einaudi. Questo libro, l'avrete capito, è tutto un immenso gioco. Si può scegliere di leggerlo secondo un ordine diverso da quello tradizionale. Si può ad esempio saltare dal capitolo 4 al 71 senza problemi, continuando a capire (o non capire) tutto, senza che nessuno vi sgridi o si offenda per questo. L'ideale sarebbe leggerlo all'aria aperta, annaspando & compulsando da una pagina all'altra neanche fosse una storia a bivio di Topolino. Ma se vi trovate accidentalmente in un luogo chiuso: secondo me va bene lo stesso.

C'è una trama all'incirca, ma ve la lascio scoprire. C'è una città che è Parigi. E c'è una specie di amore. Poi c'è un'altra città, che è Buenos Aires. E c'è una Maga e ci sono i suoi incontri con Horacio Oliveira, il quale il gioco del mondo lo gioca in prima persona e vi costringerà a saltare i famosi capitoli e poi tornare indietro di continuo e senza neppure lanciare il gessetto.

"Ma che cos'è in fondo questa storia di trovare un regno millenario, un eden, un altro mondo? (...) Afferrando una tazzina da caffè e guardandola da tutti i lati, non già come una tazza ma come una testimonianza della immensa bestialità* in cui siamo sprofondati tutti quanti, credere che questo oggetto sia niente altro che una tazzina da caffè quando il più idiota dei giornalisti incaricato di riassumerci i quanta, i Plank e Heisenberg, si ammazza per spiegarci su tre colonne che tutto vibra e trema ed è come un gatto pronto a dare l'enorme balzo d'idrogeno e cobalto che ci manderà tutti quanti a gambe levate. Una maniera davvero volgare d'esprimersi. La tazzina da caffè è bianca, il buon selvaggio è marrone, Plank era un tedesco formidabile. Dietro a tutto questo (sempre dietro, dobbiamo convincerci che questa è la chiave del pensiero moderno) il Paradiso*, l'altro mondo, l'innocenza calpestata che oscuramente cerchiamo piangendo, la terra di Hurqualaya".

(oops: corsivi miei eh!)

Dunque: buona lettura. E ricordate che questo romanzo è come un gioco: non c'è molto altro da sapere.


:)

* * mucche al pascolo: le ho viste ieri!


6 commenti:

Jane (Pancrazia) Cole ha detto...

Bella la tua recensione. Giocosa quanto il libro?
Comunque mi hai incuriosità tantissimo, lo leggerò sicuramente.

noemi ha detto...

@Jane: hemmm sì :P grazie per aver capito l'intenzione... buona lettura allora!!

Micha Dalcol ha detto...

Sei riuscita a leggerlo?

La mia edizione, per il momento, rimane sullo scaffale nella sezione "da leggere... ma con calma"

Blog decisamente interessante. Complimenti!
Adesso scusa ma devo andare che devo farmi un caffé..

=D

noemi ha detto...

@michadalcol: sì sì l'ho letto :D con qualche piccolo accorgimento però: ad esempio non ostinarmi a capire tutto e ovviamente saltando le pagine...

Grazie per il complimento e buon caffè :)

Anonimo ha detto...

Ciao Noemi, non conosco quest'autore, come del resto molti altri..:-), ciò che mi attrae è la costruzione narrativa, davvero curiosa, mi ripropongo di leggerlo.
Buona domenica! .. di letture, visto il tempo!
Stefi

noemi ha detto...

Ciao Stefi!! Grazie e sì, il tempo aiuta molto la lettura :) che bello! grazie per la visita!