lunedì 30 giugno 2014

Italo Calvino, Palomar.

Italo Calvino, Palomar, Mondadori


"Come il gorilla ha il suo pneumatico che gli serve da supporto tangibile per un farneticante discorso senza parole, - egli pensa, - così io ho quest'immagine d'uno scimmione bianco. Tutti rigiriamo tra le mani un vecchio copertone vuoto mediante il quale vorremmo raggiungere il senso ultimo a cui le parole non giungono".

Tra le mie letture ricorrenti, proprio come i sogni talvolta, in questo caso per niente incubi, c'è la nota biografica di Italo Calvino posta all'inizio di tutti i suoi libri.

Lo scherzo del destino è che lui sfuggiva alle biografie, omettendo fatti della propria vita, o addirittura inventandone. Chissà cosa penserebbe se sapesse che una sua lettrice periodicamente va lì e si rilegge la sua biografia ufficiale di proposito per farsi gli affari suoi!

Ho sempre pensato che Calvino sarebbe stato un grandioso blogger, e l'ho scritto spesso tra queste righe. Oddio, non proprio sempre, ma di sicuro da quando ho capito le potenzialità espressive dei blog. Oddio, non che le abbia capite tutte ancora e a pieno, ma insomma mi avete capita. Oddio!

Palomar è uno dei suoi capolavori, ed è per me sempre una scoperta rileggerne la genesi di tanto in tanto. Penso che Calvino, chi lo sa, magari anacronisticamente negli anni difficili della sua soffittina torinese, ne avrebbe inseriti dei piccoli pezzi in un blog, che avrebbe chiamato... 

Ah, che bello immaginare!

Tornando a noi: nascevano nella sua mente queste descrizioni di cose (che notava sulla spiaggia, in giardino, sul terrazzo, al mercato o nel cielo o nella società degli uomini) e le trasformava in visioni di questo personaggio fantastico chiamato Palomar. 

Il primo di questi racconti, La lettura di un'onda, è uno dei primi suoi che ho letto nella vita, al liceo, e lo porto sempre, come si dice, nel cuore. Come esempio di perfezione. E di ricerca di dire quel che forse non si può dire: la bellezza della natura, quella scintilla di senso del giusto che prende all'improvviso, e il suo mistero. Poi ci sono racconti più terreni, o più spiritosi, anche quando riguardano cose celesti. 

Un buon modo per dare continuità a questo blog, mi pare dunque aggiornare di tanto in tanto le mie letture, che influenzano anche ciò che sto scrivendo in questo periodo, come anticipavo due post addietro. E ricordare a chi passa per di qua che, se ne avesse voglia, può bersi in mia compagnia (o meglio dei miei racconti brevi) un bicchiere di #AcquaNaturale su questo blog qui. Sperando vi piaccia e vi disseti in questi mesi estivi, e oltre.


martedì 17 giugno 2014

Jo fortere jeg går, jo mindre er jeg.

Kjersti A. Skomsvold, Più corro veloce, più sono piccola, Atmpsphere Libri. (nella foto, il libro nelle sue edizioni inglese, norvegese e italiana)

Acqua e cibo per tre.

Acqua e vino.

Kjerst A. Skomsvold e la bravissima interprete Irene Burdese al Fuori Luogo Festival di San Damiano d'Asti.
Eccoci!


Come preannunciato, il ritmo e il senso di questo blog stanno pian piano cambiando. 

Si tratta di cambiamenti lenti: alcuni amici (grazie!) me ne hanno suggeriti anche un bel po' di tecnici, di relativi anche alla possibilità di un guadagno, senza snaturare i post, che è cosa buona e giusta. Infatti ci sto pensando e sto progettando un po' di possibilità. Nel mentre, però, questi benedetti cambiamenti accadono anche nel resto delle cose, non monetarie, per intenderci. Nello spirito della faccenda, che sta mutando insieme a me. Sto cercando nuovi spazi di lavoro, riempiendomi la vita di nuove cose da fare, e cercando di rendere gli spazi di "tazzina" più circoscritti, ma pur sempre reali e significativi, anzi di più, anzi di maggior valore, per lo meno nelle intenzioni, facendo una pernacchia al tempo che - solo all'apparenza - sembra sfuggirci dalle mani e alle logiche editoriali.

Ci sono cose che proprio ti chiamano, sarà successo anche a voi. Provi a rintanarti da qualche parte, pensando alle soluzioni per le questioni della vita, ignorando ciò che ti piace. Me intanto queste cose ti chiamano lo stesso. Si tratta di sensazioni, intuizioni. Che diventano incontri, pensieri e mestieri anche qualche volta.

A me è successo venerdì scorso. Ho conosciuto una scrittrice norvegese più o meno della mia età, classe 1979. Ha scritto due romanzi per ora, e saggi e poesie. Ma quel che più conta, come posso descrivervelo? Ci siamo capite. 

Lei parlava norvegese, io italiano (Irene inerpretava le due lingue), tentavamo anche discorsi in inglese. Ma è stato lo sguardo! Come di due amiche agli antipodi dell'Universo, che si salutano. Eravamo come due facce della stessa medaglia. Non so quanto potrà interessarvi, ma ho capito in quell'attimo di che pasta siamo fatti tutti noi, e in particolare chi scrive. Mi ha raccontato la sua esperienza, alla fine del primo romanzo. Come si sentiva quando era me: cioè un'esordiente alle prese con il secondo libro. 

Prima del nostro intervento, che apriva il Festival, dunque tanto onore e tanta responsabilità, avevamo vistosamente paura, e pelle d'oca. Eravamo noi al centro di qualcosa. Della nostra vita. Sarà capitato anche a voi. E lì ho pensato: non posso scappare.

Non posso scappare dalle responsabilità, dai doveri, dal dolore, dalla felicità e da questo blog.

C'è un momento in cui trovi casa. Ci metti un secolo a riconoscerla, magari. 
Però poi realizzi, e trovi la chiave per aprire la porta.

lunedì 9 giugno 2014

Anatema Ambiente di Sonia Toni.


Come preannunciato, questo blog vivrà alcuni cambiamenti importanti. Nell'ultimo post, vi dicevo che così come l'avete conosciuto, non esisterà più. 

Infatti, si comincia con nuove avventure. Anzi in questo caso: si prosegue!


Sono felice di ospitare dunque oggi, come è già accaduto altre volte, un amico, Antonio Benforte.

I temi che Antonio tratta per Tazzina-di-caffè sono molto importanti per me, e sono felice di poter dare spazio alle sue recensioni di volta in volta preziose.

Consiglio anche di visitare Econote.it dove parallelamente appaiono alcuni post sui temi della decrescita raccontati dal mio parziale, ma spero leggero e inedito punto di vista.

Ma restate connessi, perché presto saprete di più dei progetti di Antonio e ve li racconterò su questo blog, insieme alle altre news.

E voi come va? Che mi dite di bello?

Ecco la recensione di oggi.

(E mi raccomando, bevete sempre tanta #AcquaNaturale...) 

Grazie Antonio!

L’idea alla base di questo libro è che se sai, e se ti informi, puoi agire. Puoi essere d’accordo o meno, più o meno catastrofista, puoi fregartene del buco nell’ozono, ma se conosci l’ambiente, e conosci gli uomini, puoi capire dove sta andando questo malandato pianeta.
 
C’è Oliviero Beha, che nell’introduzione permette di focalizzare bene il tema: 

Questo essenziale manualetto ci ridefinisce un quadro che può essere fatto immediatamente nostro solo grazie a un robusto infuso di consapevolezza”, dice chiarendo di cosa si andrà a parlare. 

Guardandoci attorno, mi sembra un aggiornamento energico, necessario, indispensabile.”

E allora iniziamo ad avercela, questa consapevolezza, leggendo il libro della casa editrice Dissensiscritto da Sonia Toni che offre utili spunti per orientarci in questa materia. Lo fa, ad esempio, segnalandoci che la temperatura del Pianeta sta salendo inesorabilmente, arrecando sconquassi e cataclismi di ogni genere.
 
I dati sono chiari: Si sta innalzando in livello dei mari (17 cm nell’ultimo secolo); aumentano le temperature sulla terra (il riscaldamento globale è iniziato nel 1880, ma gli anni più caldi partono dal 1981); sebbene l'attività solare, negli anni 2007-2009, sia stata più bassa, la temperatura della superficie del Pianeta continua a crescere; gli oceani hanno assorbito un'enorme quantità di questo calore in continua crescita; Lo spessore dei ghiacci si riduce, soprattutto quelli dell’Artide, e si assiste al ritiro dei ghiacciai di tutto il mondo: Alpi, Himalaya, Ande, Montagne Rocciose, Alaska, Africa; ancora, sono aumentate le temperature record e anche i fenomeni piovosi: sia per numero che per intensità; infine, l'acidità della superficie degli oceani è cresciuta del 30%. Questo incremento è dovuto all'emissione di gas serra in atmosfera.

Insomma, c’è poco da star sereni. Lo sappiamo bene, impossibile ormai nascondersi dietro a un dito, il gas maggiormente responsabile del riscaldamento globale è l'anidride carbonica. Oltre a questo, abbiamo il gas metano prodotto dalle discariche e dall'apparato digerente degli animali da allevamento. Sonia Toni, tra i tanti utili dati che ci offre nel libro, non manca di segnalare quelli relativi ai 10 siti più inquinati del mondo, soprattutto in Russia, Africa e Cina.

L’inversione di tendenza, oltre che auspicabile, è necessaria per il bene del pianeta. Come sottolinea l’autrice, “La natura ha sempre fatto molto più del suo dovere con noi umani; ci ha sempre amati, ma se questo amore continuerà ad essere tradito, allora la natura si ribellerà e per l'uomo sarà un gran brutto momento, forse il più brutto della sua storia terrena. Siamo circondati dai segnali che la nostra biosfera ci manda continuamente, come per avvertirci che, se vogliamo, abbiamo ancora tempo per migliorare la situazione, non è troppo tardi, ce la possiamo fare, ma dobbiamo volerlo; fortemente e con grande tenacia e, soprattutto, dobbiamo cominciare da noi stessi.

E la cosa più interessante è che il libro non si limita ad ammonire, ma segnala anche soluzioni. Una panoramica sull’acqua, e sulla sua progressiva scarsità, e dall’altro canto sugli sprechi di cibo – e sul suo impatto ambientale – servono a dare un quadro più completo dell’Anatema.
Per fare dei passi in avanti ed evitarlo, in conclusione del libro ci sono utili interventi per ridurre i nostri sprechi, mangiare in modo più sano, rispettare maggiormente l’ambiente con dei piccoli, ma preziosi gesti. 

(Antonio Benforte)