sabato 29 giugno 2013

Mandami tanta vita.


Paolo Di Paolo, Mandami tanta vita, Feltrinelli


Avrei voluto cominciare il post diversamente, ma scrivo ancora sull'onda dell'emozione. Questa notte è mancata Margherita Hack. Una perdita davvero triste, e insieme curiosamente dolce. La mia piccola coincidenza è che da un po', come vedete nei post precedenti, mi sto appassionando alle stelle. Anzi, per meglio dire, mi trovo sotto il loro incantesimo, e le contemplo cercando di fare spazio nel mio cuore per qualcosa che, onestamente, ancora non so. Questa notte, in particolare, ho ascoltato molte volte questa canzone, che si chiama Stella Cometa, è molto bella, se avete tempo ascoltatela. 

Certi casi della vita, senza tanti preavvisi, ricompongono la mente, come fosse il software nuovo di un pc. E la rendono pronta alle cose. Una sensazione bella, che nasce proprio dalla contemplazione malinconica, e poi piena di gioia, delle cose celesti.

Ma ne riparleremo, promesso.

Intanto, era da tempo che volevo scrivere di questo libro, ringrazio l'editore che mi ha gentilmente inviato una copia. Ho avuto modo di leggere quasi tutti i candidati al Premio Strega, e questo, per ora, è il mio favorito. Potessi, farei dunque vincere Paolo Di Paolo e il suo Mandami tanta vita. 

Naturalmente, senza nulla togliere agli altri.

Rosetta Loy usa una parola bellissima, qui, per definirlo: una calcografia. Si tratta di una tecnica di stampa, ma a me evoca qualcosa di ancor più materico, tipo del gesso, o addirittura del marmo, Quindi mi fa pensare a una piccola perfetta sculturina, che è questo romanzo, che ti si incide, anzi conficca, per sempre nell'anima, non se ne va neanche a volerlo.

Questo è un romanzo delizioso, mite e raffinato. Molto poetico, molto delicato e romantico, molto serio e civile.

Ripercorre, rivista con le lenti deformanti dell'autore, la vita, anzi gli ultimi giorni di vita di Piero Gobetti. Quindi siamo nella Torino (e un pezzetto di Parigi alla fine) degli Anni Venti.

La scrittura è solo leggermente, volutamente antica. C'è un sapiente lavoro sul linguaggio, un bel lavoro colto e gentile, molto trasparente e piacevole, gradevole. 

C'è una storia nella Storia, anche, che è quella di Moraldo che è coetaneo del giovanissimo Piero e ne studia le mosse, lo cerca, lo "ammira", un po' lo "invidia" ma sostanzialmente lo stima, e, in ultima analisi, gli vuole bene. Come si vuole bene alle grandi, furibonde, dolenti, fulgide intelligenze del proprio tempo. Quell'amore, quel rispetto che si deve a chi ha una visione che vola più alta su tutte le cose, chi ha più talento, chi ha un fuoco dentro, chi si spezza la vita per la ricerca di valori, più che di ideali (parola controversa, che non mi piace tanto, che assomiglia a "ideologia" che invece mi fa orrore), di emozioni, di giustizia, di verità, di bellezza.

Naturalmente c'è anche l'amore. Quello misterioso di Moraldo per la ribelle e irrequieta fotografa Carlotta e quello quieto, dolce, un po' sacrificato ma famigliare di Piero per Ada, così meravigliosamente descritta, pensata e immaginata da Paolo Di Paolo.

Paolo Di Paolo scrive tutto questo, padrone di una grazia e di un'eleganza cristallina, il suo libro sa di manna, sa di qualcosa di sano, e forte.

"Per essere liberi bisogna andarsene? Per scrivere, per parlare, si è costretti a cambiare luogo, a strapparsi le radici dai piedi?".

C'è infatti il problema dell'esilio, che è uno dei temi forti della storia e della Storia. Piero sperimenta l'imperativo della fuga dalla propria terra, e poi anche un esilio dalla vita, non solo politico, che probabilmente lo porterà a soccombere. 

"Piero si vede nei panni di Charlot, nel Monello. Dentro questa stanzetta gelata e squallida, senza luce, un po' sporca, è anche lui un vagabondo stanco e malconcio costretto a correre ai ripari".

C'è Torino, una bella Torino spettatrice qualche volta così fredda da "ghiacciare" anche le lacrime, qualche volta invece garbata e luminosa come una grande amica. Il fantastico stabile di Via XX Settembre... che assume significati decisivi, sublimi. 


E c'è la vita. Tanta. Che si schiude e si fa spazio tra le fatiche di Piero, che si configura nell'attaccamento tenerissimo per Ada, che regala il titolo alla storia: "Una lettera di Didì è la vita sai? Quindi mandami tanta vita".

E questa vita, crudele, ha molti modi di manifestarsi. 

In questo caso, sono le lettere di lei. 

Quando una lettera, un semplice mucchietto di parole segrete, di una singola persona, sono così importanti per un'altra persona, avviene un miracolo. Un miracolo che mi spezza il cuore, e le ossa. 

Questo piccolo libro è un miracolo. Perché non sempre si è così fortunati da dare o ricevere tanta vita.

Ma anche soltanto leggerla, santo cielo, leggerla scritta così bene, questa cosa del mandare la vita, del riceverla, ti ridona il senso di tutto: della fiducia, della speranza.





sabato 22 giugno 2013

Pens(ieri). Pensieri su ieri.



Ieri. A La grande Invasione. Quando si dice, uscire dal guscio. Sono quella a destra, con le braccia conserte. Eravamo un gruppo di blogger, chiusi in quell'ovetto mega del Circolo dei Lettori. E siamo sbucati fuori uno a uno, prima di un intervento, a dire il vero un tantino più serioso rispetto alle premesse e all'exploit del siparietto iniziale. Ma ci sta. Si è parlato di rapporti con le case editrici, i soldi etc. etc. etc. etc. Ma anche di cose molto belle e interessanti eh! Ha moderato Valentina Aversano, ieri con noi per minima&moralia, che è brava e gentile. Poi c'erano: 404: file not found, Federico Novaro e Jacopo Cirillo. (Foto di 
).


Il quartier generale del festival si trovava al Museo Tecnologic@mente, a Ivrea. Per me, è un tuffo al cuore. Questi sono proprio i luoghi della mia infanzia. La Dora che scorre. Ieri era in piena, gonfia e costante come un messaggio senza tanti equivoci. Il cielo bianco, un profumo di tigli, due birrette Rabel del birrificio artigianale del canavese (grazie ancora Minimum Fax, che Dio vi benedica semper) e una Lettera 22 a disposizione di noi ospiti per scrivere qualcosa hanno contribuito a dischiudere il cuore, la mente di ricordi, di autentiche, inautentiche e dimenticate e contrastanti emozioni, di una qualche strana forma di verità.


La sera stessa, dopo il miglior viaggio in treno che io ricordi, in compagnia di Tommaso Pincio con cui ho conversato (ho ascoltato a dire il vero, molto interessata) a proposito de La grande bellezza. Considerato che lui ha scritto Cinacittà, è stata una strana sinestesia. Questo non gliel'ho detto, ero impegnata a capire come mai mi capitano queste cose nella vita! La sera stessa dicevo è stata a dire poco inusuale. Inaspettata, sorprendente. Mentre tentavo di raccontare la mia esperienza "dal blog al libro" (uhm come si sono svolte le cose ve lo dirò in un'altra vita...), a un certo punto è arrivato Luca Raganin. Non sto a dirvi tutte le cose che ha fatto nella vita, che mi svenite davanti allo schermo, guardate voi stessi il link. Comunque lui, che io stimo molto. Aveva un incontro dopo di me, una cosa bellissima in cui ha letto in anteprima alcuni stralci del suo prossimo romanzi per Miraggi, si intitolerà Capitomboli. Senza sensazionalismi: un capolavoro! Comunque lui a un certo punto si è alzato e si è seduto accanto a me. Stavo per prendere un taccuino per gli appunti, ho pensato fosse iniziato il suo intervento in medias res. E invece. Mi ha regalato una vera e propria presentazione di Il metodo della bomba atomica. Con tanto di reading. Che dire? Grazie.


Che strana, strana, stranissima coincidenza. Nel post precedente, nella parentesi, vi dicevo del mio interesse per le stelle di questo periodo. Un interesse poetico, come se avessero a che fare, non so come spiegarlo in poche parole qui, ma è una storia vecchia come il mondo, comunque con l'amore e la ricerca di una vita sincera, della persona che vorresti essere. E la prima cosa che mi succede ieri appena arrivata a Ivrea è stata proprio assistere a questa lezione dell'astrofisico Amedeo Balbi insieme al mitico Antonio Pascale: la storia dell'universo in sei immagini. Una era questa che vedete. La cometa di Halley. 

giovedì 20 giugno 2013

Primo giorno d'estate: La grande invasione & Letti di notte!

La grande invasione!

Letti di notte!

Solstizio d'estate! Domani sarà per me una lunga e interessante giornata.

Voglio farvi conoscere, se già non ne siete a parte, questi due eventi bellissimi che coinvolgono il mondo dei libri, dell'arte, della cultura e di ciò che di curioso, creativo e imponderabile abbia inventato l'essere umano. 

Due appuntamenti destinati a diventare rituali.

Il primo è La grande invasione, un festival letterario tanto grazioso, quanto cool e supernuovo. Cominciato ieri, durerà fino al 23. Il bello di questo festival lo trovate già a partire dal suo ispirante manifesto, qui, veramente da gustare! 

Dice: "Nei mesi passati a immaginare La grande invasione abbiamo pensato alla parola 'leggerezza' come alla sostantivazione del verbo leggere. Leggerezza è dunque per noi l'atto, anzi la sostanza stessa del leggere". 

Già solo per questo incipit, firmato Marco Cassini e Gianmario Pilo, varrebbe la pena. Ma poi tutto il resto è fantastico! C'è da dire che ci sarò anche io, e questo non so se è un bene o un male, ma è un fatto che a me rende contenta. Parteciperò a un bel seminario, una tavola rotonda sul tema dei blog letterari. Ci saranno ospiti illustri e personaggi autorevoli e famosi della rete, guardate che compagnia, qui! Sarà notevole ascoltarli, e prometto anche io di dire qualcosa di intelligente!! E poi, orgoglio eporediese, il tutto si svolgerà in quel di Ivrea, in terra canavesana, dove io personalmente ho un pezzo delle mie origini natie (proprio dalle parti del prode Guido Gozzano ;)! Che gioia!

Il secondo appuntamento, per chi avrà piacere di venirmi a trovare, è per la sera stessa, alle 21 (ok chiamatemi pure "la globetrotter pedemontana") alla Libreria Linea 451 per Letti di notte.

Letti di notte è un'iniziativa di ampio respiro. In linea secondo me con lo spirito del tempo che vuole che cominciamo sul serio a uscire di casa e ritrovarci negli spazi comuni a parlare, raccontare le nostre cose agli altri e ascoltare. Guardarci negli occhi. Scoprendo il senso del movimento, dello spazio, del contatto con il mondo fisico, i perimetri frammentati e molteplici delle città e i luoghi dove abitano le idee, e i libri in particolare. Nella pratica, si tratta di una intera nottata, quella del primo giorno d'estate, in cui oltre 200 librerie e 25 biblioteche italiane e non si riempiranno di appuntamenti e di incontri senza soluzione di continuità. 

(Il fatto che sia di notte poi è suggestivo. In questo periodo penso molto alle stelle. Sì, problemi di noi poetesse... E alla bellezza, al suono indescrivibilmente romantico della parola "stella". Non so perché, anzi lo so. Perché è una parola d'amore, una parola inventata per il meglio che c'è nel mondo, anzi nell'ultramondo, nell'universo. Perdonate questo intermezzo, forse sapete che sono alla ricerca di una definizione del concetto di amore, e la scrittura in questa ricerca è utile, le parole sono utili a tenere vivo il cuore, lo dice anche Benigni: "innamoratevi": è vero, e un buon punto di partenza è pensare alle cose celesti). 

Mi sembra una cosa divertente e umana: come una grande festa totale che coinvolge tante persone contemporaneamente in punti diversi del mondo, e restituisce quel senso di appartenenza che a volte sembra mancare nelle nostre vite solitarie, non solitarie, un po' sperdute o sempre troppo concentrate su altro. Ed è così bello invece sospendere tutto, lo spazio-tempo, e passare una notte da un'altra parte, insieme ad amici e sconosciuti, a parlare di libri, ma non solo. 

Nel mio caso, racconterò ad esempio l'esperienza di passaggio, o di concomitanza, tra l'attività di blogger e quella di scrittrice esordiente. Se saremo in tanti, rispoderò volentieri alle curiosità, altrimenti ci berremo un caffè in allegria, per restare svegli ad ascoltare chi viene dopo, perché anche qui sarò in ottima compagnia, come vedete nella locandina! 

(Guardate anche i trailer che carini, qui)!

In poche parole, una gran giornatona. 

Spero che ci divertiremo insieme, e grazie a chi legge sempre con amore questo blog. 



lunedì 17 giugno 2013

Con Catherine Dunne al FuoriLuogo Festival.




Catherine Dunne, La grande amica, Guanda. 
 (con caffè americano :)

Dunque dunque. All'una di sabato, arrivo con il mio trenino Torino-Asti e mi accade che un giovane gentile dell'organizzazione del Festival FuoriLuogo mi dice che mi posso tranquillamente sedere lì. Ovvero lì a capotavola. Di fianco a lei. Ovvero lei Catherine Dunne. Una delle scrittrici più famose e lette e amate del mondo. Quella de La metà di niente, per capirci. Come mi sarò sentita secondo voi? Per fortuna - dai - sono ancora viva per raccontarlo! Avrei dovuto semplicemente moderare l'incontro con l'autrice irlandese, intervistarla. Non immaginavo che una giornata quasi intera trascorsa in sua compagnia, visitando San Damiano d'Asti, sorseggiando Barbera e chiacchierando con i moltissimi fan che la fermano per strada per l'autografo si sarebbe rivelata invece così importante per me, così decisiva.
Prima di cominciare questo incontro - siamo quei puntini laggiù in fondo, c'è anche Paola una bravissima interprete - avevo il cuore a chissà quanti battiti al minuto, troppi. Catherine Dunne mi ha guardata, mentre eravamo nel backstage come si conviene a una superstar come lei, e mi ha detto qualcosa come "deep breathe". E dopo mi ha spiegato che è giusto avere paura, significa che si tiene davvero a qualcosa. Ma non solo. Mi ha spiegato così tante cose. Con tale generosità... Osservarla, partecipare alle tappe quiete ma serrate del suo pomeriggio da diva e da personaggio illustre (l'appuntamento con il Sindaco etc. etc.) e dividere il pranzo e la cena con lei per me è stata una scuola di vita e di lavoro incredibile, impagabile.


Dunque e dunque. Se sei Catherine Dunne e per tuo estro decidi di inserire una simpatica piccola deliziosa Fiat 500 nel tuo ultimo romanzo breve sai cosa succede di bello? Succede che quelli della Fiat 500 vengono a San Damiano d'Asti, da te, e dopo la tua intervista di un'oretta al Fuori Luogo Festival con la blogger italiana Noemi Cuffia (hehe) ti fermano, ti fotografano dentro la Fiat 500 d'epoca, ti regalano una targa e tante altre cose belle e ti festeggiano tantissimo. Ero lì in ammirazione di tutto questo.
E questo invece è il muro di fiori che ha ascoltato silenzioso la segreta conversazione intercorsa dopo l'evento tra Catherine Dunne, il suo gentile ufficio stampa e me. Per un attimo, eravano solo tre donne. Come quelle dei suoi romanzi. Con tre storie diverse. Di tre età diverse. In tre fasi diverse della vita. Con destini tanto diversi eppure profondamente intrecciati in un nodo strettissimo durato alcune ore così intense da farti sanguinare il naso, come direbbe De Andrè. Lì, da sole, stanche, tranquille. Tutte lontane da casa eppure tutte avvolte in un confortevole nido, quello che si crea durante certe lunghe chiacchierate femminili, private, piene di speranze. A raccontarci avventure, paure, stretegie, progetti, a fare domande, a dare risposte, a brindare con un buon vino fresco in una serata così dolce e così windy. Continuo a chiedermi perché, nello scorrere della mia vita, mi accadano qualche volta certe fortune, in alcuni casi così clamorose. Però ringrazio chi me ne ha regalata l'opportunità.


venerdì 14 giugno 2013

Orti&Commenda. Scrittura e blog e piumedoca e desideri.


Questa immagine arriva da quiOvvero da piumedoca. Un blog delizioso e delicato. Scritto a due mani da Virginia e Antonia, che sono nom de plume, naturalmente, per restare nel tema del blog, che è ricco di meravigliose simbologie, nn le svelo tutte, vi lascio il piacere della lettura (io sono nell'angolo a sinistra mentre twitto qualcosa).  
Insieme ad Antonia, di piumedoca, sono stata invitata a parlare della mia esperienza di blogger, in una delle cene del corso di scrittura I fiori blu (Queneau ne sarebbe entusiasta!), di Antonella Fiori. #flowerpower mi vien da dire :)
Al ristorante Orti&Commenda. (grazie ad Emanuela Canali per l'organizzazione!). Ed è stata una serata molto curiosa. Noi abbiamo raccontato come funziona (uddio, ci abbiamo provato, poi nessuno ha la verità in tasca eh) il mondo della rete e dei bookblog in particolare. Considerato che si trattava di un corso di scrittura creativa, poi, siamo finiti a discettare di poesia, grandi autori, twitteratura, pudore, vergogna, pseudonimi e altre amenità.

In una Via Orti che profumava molto di glicini.

Le persone si amano, si regalano dei fiori. Osservo tutto questo con stupore.
Alla fine, non chiedetemi come, ho dormito in un campo da golf. Non proprio nel campo, ma in una casetta piena di palline da golf. Con una finestra sul tetto che dava direttamente sul cielo. Non mi capitava da un sacco di tempo, ma, appena ho visto una stella, tra le nuvole bianche milanesi, ho espresso un desiderio!



martedì 11 giugno 2013

Maratona #Hosseini.


Khaled Hosseini, E l'eco rispose, Piemme.


Mancano 10 giorni tondi all'uscita in libreria del terzo - attesissimo, veramente attesissimo - romanzo di Hosseini. Anzi: dell'autore de Il cacciatore di aquiloni.

Mancava dagli scaffali da sette anni.

La mia versione lassù in foto non è quella italiana, bensì un'edizione Penguin che mi ha prestato un amico. Perché quella italiana, per l'appunto, deve ancora uscire.

Mi capita di parlare con un sacco di gente. Hei, non è solo bisogno di affetto o che sono logorroica, fatti per altro entrambi incontrovertibili. Ma anche curiosità. Ebbene. Tutti. E dico TUTTI, conoscono Il cacciatore di aquiloni, e non solo, lo hanno amato di un amore incondizionato. E non sono la sola a sperimentare questa contingenza.

L'ho letto, e posso capire il perché. Quando una storia riceve così tante attenzioni e amore, c'è sempre una ragione.

Ora, è giusto che io vi dica che da qualche tempo mi occupo, per lavoro, di una certa pagina facebook. Questa qui.  

Dove questo amore fluisce e confluisce in una maniera pazzesca. Fatevene un'idea venendomi a trovare lì, leggete i commenti, resterete molto sorpresi. La parola incondizionato è riduttiva.

Si tratta della pagina italiana ufficiale di Hosseini per Edizioni Piemme. Lo dico apertamente: uno dei più interessanti e istruttivi lavori della mia vita. 

L'avevo raccontato anche qui, al Digital Festival. 

Un'altra cosa che forse già un po' sapete di me è che sono in cerca non tanto dell'amore, per carità, quanto almeno di una sua definizione. Una frase, non lo so, un concetto, ma anche una sensazione che lo circoscriva in poche parole. Ai guru dell'argomento là fuori chiedo per favore un po' di comprensione.

Dunque Hosseini in questo romanzo risponde. Proprio come dice il titolo. E l'eco rispose. Gli scrittori di quella statura rispondono, senza tanti problemi. E come tutti gli scrittori e gli artisti risponde a modo suo, cioè raccontando una storia. Non posso né desidero dire altro, perché se ne parlerà un sacco altrove, non è questa la sede giusta. 

Dunque dunque. Il mio sogno è che questa attesa diventi una vera maratona. La maratona è una cosa seria. La maratona è un'attesa. Faticosa, dolce. Come tutte le attese. 

Presto sicuramente blog, giornali, tv di tutto il mondo parleranno di questo libro. Sta già accadendo. A me ricorda proprio la partenza delle gare di corsa. C'è un'umanità concentrata, che ha un unico obiettivo. Arrivare a un traguardo. In questo caso, il traguardo italiano sarà il 21 giugno in libreria!

Stay tuned. 

lunedì 10 giugno 2013

#Anteprime13 - Giorno#3!

Colazione prima di ripartire da Pietrasanta per Torino. Un momento di silenzio per prendere appunti e non pensare a niente. Sentire solo profumi e rumori di sottofondo.

C'è qualcosa di spirituale qui.

Notavo molto gli angolini, di cui sono fan.

Nonché la sfrontata coolness di questi luoghi.

L'altro ieri ho scordato di dire che Francesco Bonami presentava il suo prossimo libro sulle #icone. Sto leggendo il suo ultimo sull'essere un artista.

Il pomeriggio di domenica invece è cominciato con Rossella Calabrò. Il suo prossimo libro riguarderà un ascensore. Capace di ascoltare.

Giovanni Lindo Ferretti.

L'emozione più bella di ieri è stata una piccola cosa ma di grande profondità. Il momento in cui Angela Rastelli ha annunciato il titolo del prossimo libro di Antonio Pascale, Le attenuanti sentimentali. L'attimo preciso in cui ha pronunciato il nome. Il nome di qualcosa che non esiste ancora ma presto nascerà. Era il tramonto e avevano suonato le campane, nel Chiostro c'era profumo di erba e di vento.

Pausa panino. Ringrazio i beni di conforto della sala stampa. Dovrò fare una dieta specifica per tutti i taralli che ho ingerito.

Pausa caffè (sì, c'è un museo nel Cortile del Chiostro)

Diego Abatanuono è un simpaticone, ci credereste?

Eccolo. W il vip watching.

Vorrei esporre al mpondo i miei pensieri su Sveva Casati Modignani. Già l'anno scorso me l'ero gustata tutta la sua oretta piena di discorsi incantatori. Questa signora è deliziosa. Che vi piacciano o meno i suoi libri, ha un talento fuori dal comune. E uno smalto impeccabile. Il suo prossimo libro tratterà temi forti sulle donne e il dolore. Il suo incontro è stato l'unico in cui il pubblico ha fatto domande, non volevano lasciarla andare via.

Ascoltare.

Ozpetek. Qualcuno giustamente si è chiesto se davvero anche lui avesse ben pensato di scrivere un libro. Sì, in effetti a quanto pare è proprio così. Una storia un po' autobiografica sul cinema. ;)

I blogger di Anteprime. Sono persone serissime e concentrate.

Quindi. Tutto inizia e finisce con un caffè. Pensateci. Tutto.

domenica 9 giugno 2013

#Anteprime13 - Giorno#2!

Ieri mattina mi sono svegliata chiedendomi dove fossi, e chi. La risposta al primo questito è Marina di Pietrasanta, dove c'è il mio hotel. Badate che invece il festival Anteprime si svolge nella prospiciente cittadina di Pietrasanta: lo dico per la precisione e per rimediare all'increscioso equivoco dell'anno scorso, in cui ho creduto di trovarmi per giorni interi a Marina di, e invece ero a Pietrasanta (cioè l'hotel era a Forte dei Marmi, ma questa è un'altra storia...), e pare che la cosa non sia rimasta indifferente alle istituzioni locali. Dovete sapere che qui infatti nei ritagli di tempo si fanno discorsi particolarmente seri sull'identità, le istituzioni, la vita umana e ultraterrena, le stelle e la luna, la morte, i soldi e l'amore. Sul che cosa sia l'amore, poi, forse l'ho già scritto, mi sto interrogando molto, coinvolgendo davvero proprio tutti in maratone di parole, invano, senza risultati alcuni, ma va bene così: il senso è nella ricerca giusto? Comunque è chiaro che le uniche vere risposte arrivano dalla natura. Ad esempio, dal mare.

Una mattinata con le amiche blogger. On a solitary beach.

Dove si pratica giardinaggio marino.

E si mangiano i prodotti della terra.

Il mio primo appuntamento è stato con Paul Ginsborg. Ha mostrato diverse immagini di famiglie in un percorso che esplora questo tema nello scorrere del Novecento. Cambiamenti, differenze, analogie. E aneddoti. Quello che più mi ha colpita è la storia di Marinetti. Per anni ha rifiutato la famiglia. Poi ha conosciuto una ragazza, se ne è innamorato, ha avuto una bambina di cui si è occupato con amore. Sentir parlare d'amore da Paul Ginsborg è un segno del destino: vuol dire che esiste questa cosa incredibile, che sposta le montagne e i cuori e determina proprio il destino delle persone. Questo pensiero mi commuove fino alle lacrime e mi fa paura. Comunque il suo libro in preparazione si chiamerà Famiglia Novecento. Non è la prima volta che lui si occupa di questo tema, sono curiosa di vederne però le nuove declinazioni.

Poi è stato il momento di Alessandro Perissinotto. Il suo prossimo romanzo uscirà per Piemme, ne sono contenta. E ho respirato aria di casa. Il torinese autore è stato di un sobrio e di un elegante fuori dal comune. Ha raccontato la sua metodologia di lavoro, svelando alcuni elementi della sua cucina di scrittore. L'avevo conosciuto qui in terra sabauda a una cena in libreria: riconfermo la mia opinione, da leggere.

Da leggere... Qui ci sono tante cose da leggere. Da pensare. Avrei bisogno di un momento di sospensione nel vuoto. In un angolino così. In un luogo lontano, e vicino insieme. Sola, ma sicura della compagnia delle persone. E la risposta alla domanda sull'amore. E una storia da raccontare, più una da ascoltare. Ah, e un po' di polvere di stelle, un pony alato, una casetta sul lago, due etti di prosciutto e una stanza tutta per me, grazie!

Laggiù in compenso c'è Niccolò Ammaniti!

E lì sotto Mauro Corona.

Tutto il festival è interessante, c'è sempre qualche cosa bella da fare e un bagno di folla e tante persone con cui conversare e ottimo vino locale e tanti libri da scoprire a dimostrazione del fatto che il passato è fondamentale, il presente è carino ma il futuro, eh, il futuro è sempre il migliore, è sempre un po' di speranza, sempre, per tutti. Infatti devo dire che la parte davvero più importante per me, il culmine di tutto, è stato ieri sera. Alla presentazione del prossimo romanzo di Orhan Pamuk (riguarderà il figlio di un venditore di yogurt negli anni Sessanta: consideratelo già mio!). Credo sia uno dei pochi autori di cui infatti ho letto tutto (tranne l'ultimo purtroppo, ma rimedierò). Ero interessata ad ascoltarlo soprattutto a proposito dei temi di attualità, per ciò che sta accadendo oggi in Turchia. I suoi racconti, toccanti e preziosi, il suo parlare diretto e lucido, ma anche gentile come chi è in contatto con le cose prime e delicate della vita, mi ha riconciliata con il mondo, mi ha regalato fiducia, mi ha ricordato che sono viva.

sabato 8 giugno 2013

#Anteprime13 - Giorno #1.




Mi trovo in quello che si suole definire comunemente "un angolo di Paradiso".

Al festival mondadoriano Anteprime - ti racconto il mio prossimo libro. In queste location fantastiche a PIETRASANTA in Toscana gli autori raccontano al pubblico il loro prossimo lavoro, in uscita in autunno o a Natale. Se cercate il tag qui sul mio blog trovate le cronache della scorsa edizione. Questa è la quarta. Ribadisco un concetto: questo festival è simpatico, suggestivo, e geniale. Perché ti permette di buttare l'occhio nel futuro per fartene un'idea: quindi è un gesto è generoso, di grande fantasia, perché questo privilegio nella vita non lo abbiamo. Conoscere il futuro, intendo.

Ah, sono qui in qualità di fashion book blogger.

Questa mattina facevo colazione ripensando alla giornata di ieri. Virginia Woolf, che ultimamente rileggo volentieri, diceva che a un scrittrice, o una donna in generale, servirebbero una rendita e una stanza tutta per sé... Qesto argomento oggi mi tocca da vicino, come sempre, come tutti. Non vi dico niente di nuovo senz'altro. Però dunque. Sono qui da sola, in questa stanza molto bella. In questo posto rassicurante, gradevole, pieno di beni di conforto. Ne ho bisogno, come tutti. Che mi sia concesso questo, per tre giorni, per poter scrivere, per raccontare quello che accade, è una cosa che piacerebbe a Virginia. L'arte (intendo i lavori di questi autori che ascoltiamo parlare) andrebbe sempre protetta in questo modo. Valorizzata. L'arte e non solo, la vita umana. Mi toccano questi tre giorni di grazia e di fortuna. Lo dico seriamente: lo auguro a tutti. Aver aperto questo blog ha avuto senso, per avere una stanza tutta per me.

Dunque, la serata di ieri ha avuto inizio. Questa è la porta di ingresso di PIETRASANTA!

La vita qualche volta è gentile.

Waiting for.

Tra blogger e tutti quanti, qui siamo già stanchi alle 17, dopo lunghi e svariati spostamenti. Ma non ci si può sedere mai, ceneremo alle 23 suonate se va bene: a meno che non sia su un vaso di fiori.

La vita a volte ti dà una mano.

E anche un piede.

Si vocifera che dentro quel grazioso furgoncino ci sia DAN BROWN...

Infatti eccolo, scattante come una gazzella in primavera. Del suo intervento ho twittato tutto. Farà un libro sulla trasposizione cinemarografica dei suoi libri. "Scrivere un libro è straordinario, ma fare un film è miracoloso". Ha detto. Poi ha raccontato la sua infanzia. Santo cielo. Si capisce tutto, TUTTO, dall'infanzia della gente. E ha detto svariate altre cose che mi hanno colpita molto. "Il tempo del romanziere è glacialmente lento. Il romanziere non guarda mai l'orologio". Infatti ha parlato un sacco, a una folla immensa e adorante. Non sono fan di Dan Brown. A dirla tutta non ho mai letto un suo libro. Ma è stata un'esperienza incredibile ascoltarlo. Inferno, il suo ultimo, però lo leggerò a questo punto. Mai avere preconcetti su niente e su nessuno. Ecco cosa si impara in anteprima.
Da quel punto in poi su di me si abbattuta la vendetta di Montezuma, e non mi è funzinato più niente, il wi fi né la chiavetta. Quindi tutti gli amici che mi stavano leggendo su twitter (all'account @tazzinadi) sono rimasti senza mie notizie. Eppure, come vedete nell'immagine qui sopra (by Rocco Rossitto @roccorossitto), mi sono data un sacco da fare. Dopo Dan Brown ho ascoltato Francesco Piccolo. Il suo prossimo libro sarà strepitoso, ne ha letti alcuni brani che facevano molto ridere. Però ci saranno alcune cose diverse dal solito, se ho ben capito. Il personaggio della moglie, ad esempio, mi ha commossa.Come anche alcuni discorsi sul tema della purezza e dell'integrità.   
L'appuntamento successivo era con Sergio Luzzatto. Lui ha scritto un libro controverso, si intitola Partigia, che è il modo in cui i piemontesi usavano chiamare i partigiani. Questa è stata un'eccezione alla regola, perché il libro è già uscito. Ha ottenuto un'accoglienza severa dalla critica, e non poche polemiche. L'incontro è stato denso e serrato, difficile riassumerlo in poche righe. In sostanza, il saggio riguarda un frangente specifico della vita di Primo Levi, cui l'autore è devoto. Una memoria, forse residuale, come è stata definita, ma pure consistente dell'autore, un dettaglio della sua vita e un segreto "brutto" che afferisce al dolore più puro. Non è per fare suspance su questo tipo di temi, tutt'altro, è per pudore che mi fermo perché la questione è molto delicata, rimando a voi la lettura del libro, senza aggiungere altro.

 
Poi con i miei (im)potenti mezzi ho fotografato i Wu Ming! (Il 2 e il 4). Che fatalmente non si vedono in queste immagini di repertorio. Loro hanno presentato un libro fantastico. Sulla Rivoluzione Francese, ma aspettatevi una storia complessissima e affascinante alla loro maniera. Vi dico solo che si parlerà di "mesmerismo", di magnetismo animale e altre meravigliose amenità. Questo lo leggo di sicuro!

Abbiamo cenato alla fine in un posto dove piovevano Ferrari.

Mi sento sospesa nell'aria. Come la sedia di fiori, non mi pare di avere punti di riferimento. Ah, no, sì, li ho eccome.

Memorie shabby chic.

E oggi si ricomincia. Vi anticipo che andrò ad ascoltare tra gli altri Orhan Pamuk! Mi raccomando, fate del mesmerismo in mio favore affinché mi funzioni la chiavetta per twittare! A domani!