mercoledì 30 settembre 2009

Charlie Chaplin.



A volte bisogna avere coraggio e dire i segreti. Svelare verità nascoste. Aprire il proprio cuore. Mettere da parte la suprestizione. A volte si tace per paura. A volte si tiene per sé un amore che invece oggi sento di voler spartire con gli altri. Il mio amore per Charlie Chaplin. Giacchetta stretta, pantaloni larghi. I suoi sospiri, i suoi sorrisi bianchi, i suoi capitomboli. Se si potesse spiegare chi si è veramente, io direi, per sintetizzare, che sono Charles Chaplin. Anzi Charlot. Vorrei essere come lui. Mi inchino di fronte al suo genio.

Pioggia di foglie.

Oggi ero in un vialetto e a un certo punto è scrosciata dal cielo una pioggia di foglie gialle che volteggiavano e poi atterravano accompagnate dai raggi di sole.

domenica 27 settembre 2009

Letture domenicali+tazzinadicaffè.



Esordio straziante al romanzo di Valeria Parrella. Dalla copertina al titolo: trovo che questo sia un libro imperdibile e importante. Copertina perfetta, suggestiva. Titolo altrettanto perfetto, ben incastrato nella storia. Storia che racconta di una mamma single sulla quarantina che partorisce una bimba prematura e che vive il tempo (e lo spazio) dell'attesa tra la vita e la morte. Divisa tra il reparto di rianimazione, dove la piccola giace intubata, e la propria quotidianità sconvolta. Spesso, spremendomi le meningi, mi sono ritrovata a chiedermi quale scrittrice donna del nostro tempo in Italia si potesse annoverare tra gli autori più interessanti e promettenti. E sempre mi sono risposta: Valeria Parrella! Lei riesce, con questo suo primo romanzo, a farci entrare negli interstizi di una vicenda traumatica (io lo so, perché l'ho vissuta al contrario, da figlia di una mamma che è rimasta a lungo nello "spazio bianco" e a lungo l'ho aspettata come la protagonista del romanzo fa con la sua piccola Irene). E ci riesce così bene da distrarci anche con un'altra incursione in una professione oggi più che mai rilevante, quella che svolge la protagonista, di insegnante di italiano in una scuola serale, dove passa in parata un'umanità sofferente e al tempo stesso ricca, misera, dislessica e al tempo stesso portatrice di doni e di speranze. E per di più a Napoli, città nell'occhio del mirino. Città di cui tutti siamo curiosi e lei sa colmare questa curiosità. Gli unici momenti difficili della lettura sono stati, per me, un linguaggio troppo ricercato, in alcuni punti: troppo ricercato per i miei gusti s'intende, e il carattere altrettanto ostico della protagonista stessa. Ostico e forte e coraggioso. Il contrario di ciò che sono stata io stessa in quelle simili circostanze. Ma è anche vero che lei è una mamma e invece io ero e sono ancora una figlia. So che si capisce forse poco: chi leggerà (spero in molti) capirà meglio le mie parole.

Roma.



Amici, perdonate la mia breve assenza. Sono stata per qualche giorno a Roma. Un cosiddetto week-end lungo o una settimana corta o che dir si voglia. Roma: le mie parole sono insufficienti a descriverla. Sono stati scritti fiumi di inchiostro su di Lei. E chilometri di pellicola su di Lei. Io non l'avevo mai vista, solo immaginata. La realtà tuttavia ha superato di mille miglia l'immaginazione. Al momento sono destabilizzata nel corpo e nella mente. Roma mi ha sconvolta amici. Immensa è forse la parola giusta. Non ho mai visto tanta gente tutta insieme, tante dita scorrere sulle vie di così tante cartine spalancate sulle ginocchia di tutti. Un mondo incredibile si è aperto di fronte ai miei occhi. Ne sono rimasta pietrificata. Sperando di tornare al più presto alla lucidità, faccio solo un piccolo elenco delle mie memorabilia:

1) Il Vittoriano: è enorme, è bianco, è una enorme manna dal cielo bianca. I carabinieri immobili e i fuochi perenni lo presidiano. Il monumento a Vittorio Emanuele II (un piemontesino!) ha i baffi lunghi tre metri. Se ti siedi sui gradini ti fischiano per farti alzare. Immacolati marmi bresciani che, secondo la mitica Rough Guide, non si sbiadiranno mai. Non credevo esistesse nulla di simile prodotto da mani umane. Dall'altro lato della piazza Venezia: il balconcino da cui si affacciava Mussolini. Appare lugubre, fa paura.
2) Il Colosseo: dentro, si può entrare e non lo sapevo. Così spaventoso che mi è venuta un'emicrania micidiale. A un certo punto non ho capito più niente. Vagavo barcollante e più pallida che mai tra le immagini di bestie e battaglie navali e combattimenti. Scene cruente, vivide: ero molto affaticata.
3) Piazza Navona, Piazza di Spagna, Fontana di Trevi: esplosioni di acqua e bellezza senza inizio né fine. I miei occhi sono troppo piccoli!
4) I Fori Imperiali. Doppia emicrania da capogiro. La malinconia e l'euforia insieme del tramonto.
5) San Pietro: subito a destra: La Pietà di Michelangelo. Tutti a fotografarla. Commuove fino alle lacrime. La statua di San Pietro consunta dai fedeli. Tutte le proporzioni si dilatano, l’anima vorrebbe stare dietro a tanta grandezza e a tanto splendore. Salendo sul “cupolone” sono stata colta da angoscia per via delle infinite scale strette e ripide. Ma poi in cima si apre la città e il mondo intero.
6) La Cappella Sistina. Il Giudizio Universale, la Creazione di Adamo. Dentro non si può parlare e non si può fotografare. Qui regna il mistero e il segreto dell'esperienza più straordinaria concessa a una semplice creatura in carne e ossa.
7) Il Nuovo Sacher di Nanni Moretti: un cinemino d’altri tempi dove volendo si chiacchiera amabilmente con gli impiegati di sala. C’è anche un baretto in miniatura e una libreria improvvisata ma curatissima. Sul bancone del bar, incastonato in una mini nicchia con mosaici color panna, si può osservare una vera Sacher Torte in tutto il suo tondo sapore di cioccolato. I lavoratori, parlando con noi, chiamano Moretti “er capo”, che, mentre siamo lì, puntualmente telefona per sapere come sta procedendo la serata. E qui amici mi sono comprata una raccolta di interviste a Charlie Chaplin di Minimum Fax, un vero gioiello. Una birretta e via per le vicine trattorie di Trastevere.

8) Queste ultime, davvero strepitose e suggestive, mi sono costate care: una visita molesta all’alba al Policlinico per un fastidioso malore. Lì mi sono sentita a disagio e completamente spaesata. Ma per fortuna ora sto meglio.

9) Villa Borghese: cos’è, il Paradiso Terrestre? Lì anche l’umore più incerto vira al bello. Interessante la visita al cosiddetto “bioparco”. Gli animali mettono un po’ di nostalgia di libertà. Però la passeggiata vale la pena. Si torna bambini, per così dire.

10) La gente: tutto il meglio e tutto il peggio che si possa pensare, l’ho pensato. Alcuni autoctoni li ho trovati un po’ ossessivi nel perfezionismo gratuito e nelle buone maniere spinte all’eccesso, tanto che avolte ci si sente presi un po' in giro simpaticamente (ma non eravamo noi torinesi i falsi e cortesi?). Ma la maggioranza dei romani ti strappa una risata anche se non vuoi. Il barista, ad esempio, che quando gli chiedi una bottiglietta di acqua naturale da mezzo litro ti risponde: “ottima scelta signò”!

Tuttavia non posso sbilanciarmi di più perché il tempo è stato troppo breve.

Per riassumere, poiché vi sto annoiando, a Roma, come sapete, sono capitati e continuano a capitare gli eventi più decisivi del nostro Paese. In ogni angolo si deve inforcare la macchina fotografica e scattare perché proprio lì è successo qualcosa. A campo de’ Fiori il sacrificio di Giordano Bruno, in Via Caetani il ritrovamento del cadavere di Aldo Moro ecc ecc. Roma è, come si sa, eterna, unica, immortale, un Aleph dove si trova tutto lo scibile e il suo contrario. Io non l’avevo mai vista e vivevo nell’inconsapevolezza. Adesso che ho visto e ho saputo, riprendo le mie umili attività.

venerdì 18 settembre 2009

Signore di Corso Trapani.

Buongiorno, garbato signore di Corso Trapani. Oggi sfoggiava il Suo berretto primaverile, quello blu! E va bene. Fumava la Sua sigaretta, e va bene, alla Sua età (con rispetto parlando) non potrà certo nuocerLe. Ma un dettaglio mi tormenta, laddove Lei sa che "Dio è nei dettagli" come diceva qualcuno. E il dettaglio è: i calzini gialli, (ma non è questo il punto), portati con i sandali estivi: secondo me no. Mi appello alla Sua eleganza, quella che esprime nel Suo sguardo discreto. La maggioranza degli uomini imprigiona la violenza negli occhi, l'oscenità nello sguardo che invece in Lei è assente. Lei rivela nell'azzurro dei Suoi iridi la gentilezza d'animo che oggi difetta in troppi miei coetanei. Ma adesso che ci penso: chissenefrega del calzino, Lei è speciale così com'è.

Morrissey, you have killed me.

Pasolini is me
'Accattone' you'll be
I entered nothing and nothing entered me
'Til you came with the key
And you did your best but

As I live and breathe
You have killed me
You have killed me
Yes I walk around somehow
But you have killed me
You have killed me

Piazza Cavour, what's my life for?

Visconti is me
Magnani you'll never be
I entered nothing and nothing entered me
'Til you came with the key
And you did your best but

As I live and breathe
You have killed me
You have killed me
Yes, I walk around somehow
But you have killed me
You have killed me

Who am I that I come to be here...?

As I live and breathe
You have killed me
You have killed me
Yes I walk around somehow
But you have killed me
You have killed me

And there is no point saying this again
there is no point saying this again
But I forgive you, I forgive you
Always I do forgive you.

mercoledì 16 settembre 2009

Esercizi di sopravvivenza/7.

Semplice esercizio di sicuro effetto. Acquistate un barattolo di Nutella, riponetelo in un cassetto e scordatevi della sua esistenza per qualche giorno o settimana. Poi, nel mezzo di un pomeriggio uggioso e melanconico, ricordatevene di colpo. Mollate qualsiasi attività e correte in cucina. Estraete di gran carriera un cucchiaino dal comparto delle posate, aprite il cassetto e afferrate con amore il bicchiere intonso. Scoperchiatelo in un sol gesto e inebriatevi al profumo che ne deflagrerà. Dopodiché, felici e contenti, immergete senza altri indugi il cucchiaino. Il resto lo lascio alla vostra fervida immagination.

Yoko Ono.

"Ricorda, quando dici I love you non lo stai dicendo solo alla persona amata ma anche a te stesso, al pianeta e all'universo".

martedì 15 settembre 2009

Questa sera.

Premettendo che non possiedo alcuna competenza politica né acume tali da giustificare un'opinione davvero autorevole, vorrei solo esprimere la mia impressione sui fatti del giorno che riguardano la sostituzione di una puntata di Ballarò con una di Porta a Porta in cui si renderà visibile la consegna dei prefabbricati della Croce Rossa e della Provincia di Trento ai terremotati di Onna.
Credo allora che il problema stia a monte, ovvero che tale consegna non dovrebbero proprio trasmetterla in TV, salvo per brevi inevitabili accenni al telegiornale, secondo il dovere di cronaca. Lo dico perché mi metto nei panni dei terremotati. Immagino che sia già una tale mortificazione aver perso tutto, aver perso anche la serenità di sonni tranquilli e di giornate operose e sicure che non è il caso di perdere pure la dignità e venir ripresi in questo momento così delicato. Il concetto di Reality Show non dovrebbe poter penetrare in tutti i luoghi del mondo con tale facilità. Tanto meno in quelli della sofferenza e della pena.

lunedì 14 settembre 2009

X Factor.

Ma parliamo di cose serie. Mi rivolgo ai telespettatori di X Factor: noto Talent Show di Rai Due condotto dal simpatico Francesco Facchinetti. E in particolare agli affezionatissimi del Processo a X Factor del sabato pomeriggio. La mia domanda è: ma perché i nuovi PM Antonella Elia e Carlo Pastore (che amerei anche soprannominare affettuosamente Parlo Castore)? Erano così bravi quelli vecchi, con quel retrogusto di anonimato competente. E invece questi due qua. Noiosi, invasati, petulanti. Alzano il livello Benedetta Mazzini e il vecchio Pier. Sempre secondo me.

I torinesi corrono.

Ma dove andate torinesi? Cavoli, stamane credevo di tuffarmi lentamente nel mio amato torpore e invece ho trovato una Torino diversa. E' ricominciata la scuola e l'avevo dimenticato. Quando ricomincia la scuola alle mamme e alle nonnette di Torino prende l'ansia, monta un nervoso incontrollato. Si possono osservare le più compunte peppie della città intabarrate nei completini nuovi che risaltano l'abbronzatura, arrampicate sulle scarpette con il tacco, sprigionanti profumi fiabeschi che all'apparenza amorevolmente accompagnano i bambini a scuola. In realtà queste finte fate sono streghette e vere bombe a orologeria pronte a esplodere in grida furibonde, ceffoni e minacce a non finire. Io mi spavento molto. Per tutta la giornata nei miei via vai non ho visto altro che bambini in lacrime, in preda ai capricci, stritolati nelle mani dei loro accompagnatori sfatti e sfiniti dalla vita, sbertuccianti nei più scomodi e improbabili grembiulini d'altri tempi. Ma le vacanze non servivano a riposare? A calmare l'isteria sabauda? Fortuna che ci sono le dovute eccezioni e ogni tanto qualche torinese sereno lo si può ancora incrociare in giro. Addirittura qualche donna gentile e sorridente. Ma son rarità. E poi corrono, ma corrono tutti, forte, goffamente, si inciampano. Vero è che io non faccio testo. La mia lentezza è proverbiale tra i miei cari. E ahimé, di questo passo, non so proprio dove (non) mi porterà. Ma certi giorni me la tengo stretta!

domenica 13 settembre 2009

Domani è un altro giorno di scuola.



Ricevo dalla mia amica e novella prof. Rossella e volentieri pubblico questo link che ancora si riferisce alla manifestazione catanese del 5 settembre al corteo dei docenti. E in bocca al lupo.

http://www.youtube.com/watch?v=QDvLpZuJd2Q&feature=related

sabato 12 settembre 2009

Black or White?

"Deirdre prende una sedia e dice che di solito preferisce il nero e mi informa del fatto che in molte culture il nero non rimanda al lutto o alla malattia ma è l'equivalente spirituale di ciò che rappresenta il bianco negli Stati Uniti e che in queste altre culture è il bianco che rappresenta il macabro. Le dico che tutto questo già lo so".

(David Foster Wallace, Una cosa divertente che non farò mai più)

venerdì 11 settembre 2009

Il bambino canterino.

C'è un bambino canterino alla fermata del bus che non la smette di cantare. "Garibaldi fu ferito fu ferito ad una gamba Garibaldi che comanda che comanda i suoi soldà". La fa con le parole o solo melodia. Nasale o di petto. Bravo eh. Grazie per il tuo impegno. Però, bimbo caro, un bel gioco dura poco!

;)

Signore di Corso Trapani (lettera aperta).

Gentile Signore di Corso Trapani,

Lei sa bene quanto vasta sia la mia stima nei Suoi riguardi. Più volte ho descritto le Sue inequivocabili virtù su queste umili pagine. Più volte ho osservato il Suo personale fascino restandone piacevolmente colpita, pur senza osare rivolgerLe anche solo una parola o un cenno di saluto. Mi permetta ordunque di indirizzarLe un appunto. Questa mattina Lei, fumando la Sua sigaretta, indossava un grosso gilet di lana verde e sfoggiava il Suo cappello da baseball invernale, quello a scacchi bianchi e neri. Ebbene: non crede sia prematuro un tale repentino e brusco cambio di guardaroba? Le giornate, dopo tutto, sono ancora calde.

Perdoni, tuttavia, il mio sconsiderato e acerbo impeto, ma comprenda la mia altrettanto sincera buona fede,
con immutata stima,

Sua Noemi.

Man in the Mirror,

I'm gonna make a change, for once in my life
It's gonna feel real good, gonna make a difference
Gonna make it right...

As I, turn up the collar on my favorite winter coat
This wind is blowin' my mind
I see the kids in the street, with not enough to eat
Who am I, to be blind?
Pretending not to see thier needs
A summer's disregard, a broken bottle top
And a one man's soul
They follow each other on the wind ya' know
'Cause they got no where to go
That's why I want you to know

Chorus:
I'm starting with the man in the mirror
I'm asking him to change his ways
And no message could have been any clearer
If you wanna make the world a better place
(If you wanna make the world a better place)
Take a look at yourself, and then make a change
(Take a look at yourself, and then make a change)

(Na na na, na na na, na na, na nah)

I've been a victim of a selfish kind of love
It's time that I realize
That there are some with no home, not a nickle to loan
Could it really be me, pretending that they're not alone?

A willow deeply scarred, somebody's broken heart
And a washed-out dream
(Washed out dream)
They follow the pattern of the wind, ya' see
'Cause they got no place to be
That's why I'm starting with me
(Starting with me)

Nabokov.

"Una cosa è essenziale. Ogni qual volta persone di talento si avvicinano all'arte con la sola idea di servirla sinceramente al massimo grado della loro abilità, il risultato è sempre gratificante".


"Tutti possono creare il futuro. Ma solo un saggio può creare il passato".

"Le cose che sono preziose, l'onestà, la tenerezza, l'apertura mentale, la vita nell'arte e un attaccamento vero, altruista, commovente, sono senz'altro i valori più grandi".

11 settembre.

E ogni anno ritorna, con la stessa prepotenza. Anche quell'anno si preannunciava l'autunno. Il mondo cambiava, è cambiato, continuerà a cambiare. Il ricordo delle Twin Towers che bruciano e crollano come fossero di carta pesta. Cosa dire? Cosa aggiungere?

giovedì 10 settembre 2009

Domani è un altro giorno di scuola.


Ricevo dalla mia amica nonché super prof. Rossella e volentieri pubblico questo link. Lei mi ha spiegato che "le persone che si vedono in questo video sono alcuni dei ragazzi e delle ragazze, donne e uomini di Catania", cui la mia amica è grata per la costanza in questa dura lotta. E mi ha comunicato anche, e io lo scrivo qui, che che lunedì 14 settembre ci sarà una manifestazione a Palermo alle ore 9,00 a Piazza Marina per poi finire il corteo al Palazzo della Regione
Grazie a chi legge!

http://www.youtube.com/watch?v=IqewLU26gIk

Serendipity.

Questa mattina uscendo di casa mi avvicino guardinga alla buca delle lettere: non è che il postino - uomo assai crudele - è già passato da queste parti, volutamente presto, per rimpinguare la mia cassetta di infami bollettini postali e dissanguare in tal maniera il mio già scarno portafoglio?

La risposta è no, amici. Al contrario: ho ricevuto una strana sorpresa. Di quelle sorprese non volute, cascate tra capo e collo mentre, appunto come nel mio caso, si andava cercando ben altro. Abbasso lo sguardo e cosa vedo nella scatola gialla del Progetto Cartesio? Niente meno che una copia de L'amante di Lady Chatterley di D.H. Lawrence in un'edizione, pensate, del 1951, per la collezione Il Ponte della Mondadori. Volume quasi intonso, ben tenuto, con illustrazioni di Luigi Broggini e prefazione di André Malraux. Mah. Che roba. Io non l'avevo mai letto questo scandaloso romanzo e così non potrò fare a meno di cogliere questa serendipica occasione per rimediare. Nel frattempo, vi regalo il suo interessante incipit:

"Il nostro tempo è essenzialmente tragico, quindi ci rifiutiamo di prenderlo tragicamente. Il cataclisma s'è abbattuto, siamo tra le rovine; cominciamo a ricostruire nuovi piccoli centri di vita, a nutrire nuove piccole speranze. E' un lavoro piuttosto duro; la strada verso l'avvenire non è agevole: bisogna aggirare gli ostacoli o cercare di scavalcarli. Per quanto grande il numero dei cieli che ci sono crollati sulla testa, dobbiamo pur vivere".


http://it.wikipedia.org/wiki/Serendipit%C3%A0

mercoledì 9 settembre 2009

Pedoni.

"C'era una volta un pedone piccolo piccolo. Fece un passo e poi un altro ed era così piccolo che non riusciva a vedere dall'altro lato della scacchiera. Passarono i minuti, passarono le ore e le giornate. E si giocava la partita del campionato mondiale. A un certo punto, mentre non ci sperava più, l'ultimo dei suoi passi corrispose al margine della scacchiera opposto a quello del suo esercito. La regola vuole che il pedone a quel punto si possa trasformare. E lui si trasformò. E divenne il re".

09/09/09: Una stanza tutta per sé.



9 settembre 2009: oggi è la giornata contro la violenza sulle donne. Allora voglio ricordare questo libro molto importante di Virginia Woolf. Una pietra miliare da scoprire e riscoprire. Pubblicato nel 1929 (quanti number nine!), vivo ora più che mai.

http://it.wikipedia.org/wiki/Una_stanza_tutta_per_s%C3%A9

Camminando camminando.

Ero così contenta: pensavo di scrivere qualcosa, avevo già tutto in mente. Poi, quando ho aperto la buca delle lettere e questa scoppiava di bollette, rate, tasse da pagare, tutte le parole sono svanite di colpo. E adesso non me le ricordo più. E penso solo a quelle cose da pagare.

martedì 8 settembre 2009

Domani è un altro giorno di scuola.



Ricevo dalla mia amica prof. Rossella e volentieri pubblico questo link che si riferisce a una importante manifestazione per la scuola avvenuta a Catania il 5 settembre.

http://www.youtube.com/watch?v=Mbsxeatvkh8

Allegria.

Proprio oggi: l'8 settembre, è mancato Mike Bongiorno. Ogni anno, mio nonno che era di poche parole (ma davvero poche) mi chiedeva: "lo sai Vemina cosa è successo l'8 settembre?". Me lo chiedeva nella cucina della sua casa, dove io bambina trascorrevo la gran parte del mio tempo. La TV era sempre accesa e sempre su Mike Bongiorno. Poi mi ricordo che spesso mi diceva "allegria!" per farmi ridere. Poverini. Non so voi ma io sento come un gran vuoto, un gran silenzio. Che andrebbero colmati. Lo spero.

Vito Garofalo.



Questo è Vito. Attore e Mimo. Io lo ringrazio perché secondo me lui sa, tra le altre cose, come restituire l'innocenza dell'infanzia a chi non l'ha mai avuta.

http://www.vitogarofalo.it/

lunedì 7 settembre 2009

Non vi capita mai...

...di avere voglia di dire delle parole o delle frasette in continuazione, per tutta la giornata, così, senza motivo. Capita ai bambini, capita anche a noi, diciamo la verità. Ecco le mie parole-mantra di oggi:

1) absolutely

2) proud mary

3) Oh no

4) non ci capisco molto comunque

5) cosa sta succedendo quindi al governo?

Proud Mary.

E facciamoci sta cantatina:

Left a good job in the city
Workin' for the man ev'ry night and day
And I never lost one minute of sleepin'
Worryin' 'bout the way things might have been



Big wheel keep on turnin'
Proud Mary keep on burnin'
Rollin', rollin', rollin' on the river



Cleaned a lot of plates in Memphis
Pumped a lot of tain down in New Orleans
But I never saw the good side of the city
'Til I hitched a ride on a river boat queen



Big wheel keep on turnin'
Proud Mary keep on burnin'
Rollin', rollin', rollin' on the river
Rollin', rollin', rollin' on the river



If you come down to the river
Bet you gonna find some people who live
You don't have to worry 'cause you have [if you got] no money
People on the river are happy to give



Big wheel keep on turnin'
Proud Mary keep on burnin'
Rollin', rollin', rollin' on the river
Rollin', rollin', rollin' on the river



Rollin', rollin', rollin' on the river
Rollin', rollin', rollin' on the river
Rollin', rollin', rollin' on the river

Ma.

Ma allora era così
che pensavo, che dicevo quando ancora non sapevo e non credevo.

Questa cosa è un ipnosi vera
mentre bolle l'acqua ed evapora tutta.

Questo pensiero è un incantesimo vero di una volta,
come una fiaba profumata in cassetta che trilla via

mentre esce il caffè dalla macchinetta. Sono grande, sono una spia dei bambini
nel mondo dei vecchietti. Ecco è così. Era così che pensavo.

Però.

Però: quante sciocchezze.
Poverini, dico certe volte.

Però: quante, quanto, quanti prevedibili
segni distinti di destini destinati e distanti.

Però: che scempio, penso,
che onta, che tonta che divento
mentre lenta mi avvicino ai trenta.

4+4

Che mattinata. Presto, alle nove meno dieci, ho incontrato una famigliola di amici miei. Sono due giovani genitori di una piccolina simpatica che va all'asilo e in attesa di un bimbetto maschio ancora nella pancia della mamma. Li ho visti camminare tutti insieme illuminati dalla luce fresca in Corso Peschiera pronti per andare al lavoro.

Poi dopo alcune ore al mercato vedo che la ragazza del mio solito banco di frutta e verdura ha una pancia tonda e dice di aspettare un altro bimbo, mentre il fratellino, bellissimo con gli occhi celesti, giocava a più non posso per via di Nanni rincorso dal papà.

Bè posso dire di aver visto con i miei occhi due vere famiglie felici. Le ho viste davvero e ci ho anche parlato. Ben due, dico due esserini umani attendono di entrare in questo nostro mondo stupido. Si può essere così felici come lo sono io oggi per loro? La risposta è sì.

sabato 5 settembre 2009

Scuola di Barbiana.

"Voi dite d'aver bocciato i cretini e gli svogliati. Allora sostenete che Dio fa nascere i cretini e gli svogliati nelle case dei poveri. Ma Dio non fa questi dispetti ai poveri. E' più facile che i dispettosi siate voi".

"Perché il sogno dell'eguaglianza non resti un sogno vi proponiamo tre riforme.

I. Non bocciare.

II. A quelli che sembrano cretini dargli la scuola a tempo pieno.

III. Agli svogliati basta dargli uno scopo.

Al tornitore non si permette di consegnare solo i pezzi che son riusciti. Altrimenti non farebbe nulla per farli uscire tutti. Voi invece sapete di poter scartare i pezzi a vostro piacimento. Perciò vi contentate di controllare quello che riesce da sé per cause estranee alla scuola".

Poiché.

Poiché la vita è un attimo, un soffio, un battito di ciglia, un heartbeat. E io lo so bene e tutti voi lo sapete meglio di me. Ritengo che oggi sia necessario tirare un sospiro di sollievo. Ci sono delle preoccupazioni nell'aria: fa niente, who cares? Ci sono dei malocchi in giro: fa niente, who cares? Ci sono dei gufi infrattati tra gli alberi che ti mandano la jella, fa niente, who cares? C'è la paura, il tormento, l'errore, le grida, lo stridore di denti, l'incombenza, l'incertezza del domani, la deriva sociale? Fa niente, who cares? Intendo chi se ne frega in senso buono. Non che non ci si debba impegnare: al contrario che non ci si debba lasciar ostacolare nell'impegno della ricerca continua di un mondo migliore, del proprio e di quello degli altri.

Come cantava quel personaggino assurdo della fine anni Novanta:

"io sono io, questa è casa mia, vivo a modo mio"

:) e buon week end.

venerdì 4 settembre 2009

Non cerco quello che trovo.

Ecco è un po' così. Nothing more nothing less.

Fantozzi.

Da bambina ebbi un problema di dipendenza. Verso gli otto, nove e dieci anni all'incirca: imitavo il ragionier Ugo Fantozzi. Mi contorcevo da un lato con le mani intrecciate; di fronte a una persona un po' distaccata dicevo: "non dà la mano..."; a un rimprovero rispondevo: "come è umana lei". E poi intercalavo sempre con il suo tipico "Ahhhh" e il suo arcinoto "Vabè". La questione si fece così seria e drammatica che mia mamma mi portò dalla pediatra, terrorizzata dal fatto che non uscivo più dal personaggio. La pediatra rimase perplessa e tentò di rassicurarla sperando in una ripresa spontanea nel tempo. Disse: "signora la babbui....hemmm....la bambina un giorno guarirà".

Domani è un altro giorno di scuola.


Ricevo dalla mia amica prof. Rossella e volentieri pubblico questo link al sito dell'USP di Catania presidiato. La manifestazione sarà sabato 5 alle ore 9,00 davanti alla prefettura di Catania. Anche nelle altre città si manifesta sabato.


http://www.provveditoratoccupato.tk/

Televisione.

Volevo solo precisare che quando ho scritto che la televisione mi "ha salvato la vita" non intendevo la TV becera ma la TV in generale, come concetto. Come compagnia quando ci si sente soli, come appiglio e àncora di salvezza quando ci si trova in difficoltà.

Domani è un altro giorno di scuola.





http://www.flcgilcatania.it/notizie/occupazione-usp-catania-il-5-settembre-i-precari-in-lotta-manifestano-davanti-la-prefettura

giovedì 3 settembre 2009

Chiedi e ti sarà dato?

Se è così allora io chiedo al vento ciò di cui ho bisogno. Ci provo tanto non ho niente da perdere:

1) Una pinzatrice funzionante
2) Buone Maniere per tutti
3) Free Time
4) Scorte di caffè inesauribili anche in caso di guerra
5) Restituzione della serenità a chi l'ha persa
6) Dignità anche per i deboli e chi sbaglia e risbaglia
7) Magia e luccicanza
8) Coraggio

Poi se arriva anche qualcos'altro per me va bene.

Scolapasta.

Mi sento così: dentro uno scolapasta gigante. Respiro, vedo la luce, vedo pezzi rotondi di cielo nella stanza. E picchio anche la testa sulle parti liscie.

Signore di Corso Trapani.

Di nuovo lì, di nuovo con la camicia celeste e la sigaretta. Ma a cosa pensi vecchietto? E chi eri? Chi sarai?

Domani è un altro giorno di scuola.



Riprendo volentieri questa rubrica. Ricevo dalla mia amica prof. Rossella e pubblico questo link. Si tratta dell'occupazione dell'ufficio scolastico provinciale di Catania da parte dei precari.


http://www.laperiferica.it/Video-i-precari-occupano-l-ufficio.html?1131


Aggiungo un mio personale commento: almeno nella scuola il precariato dovrebbe cessare. Può essere pericoloso, non solo per i professori ma anche per i ragazzi. Dico pericoloso, non a caso. Il rischio di stanchezza, sfiducia, incuria e rassegnazione dopo tanti anni è forte e può causare danni irreversibili. So quanto ingenue possano apparire le mie considerazioni. Non conosco un rimedio. E mi sento impotente. Comunque Rossella: che la mia solidarietà ti giunga insieme alla mia amicizia.

Chaplin.

"Fossi stato meno bambino e più sensibile all'ansia di mia madre, forse avrei avvertito la minaccia che incombeva su di noi. Forse mi sarei accorto che per parecchi giorni mia madre era rimasta seduta svogliatamente alla finestra, aveva trascurato di rassettare la stanza, si era fatta insolitamente silenziosa. Forse mi sarei preoccupato quando i camiciai cominciarono a trovare dei difetti nel suo lavoro e smisero di assegnargliene, quando le portarono via la macchina da cucire per non aver pagato le rate settimanali e quando i cinque scellini che guadagnavo dando lezioni di ballo cessarono all'improvviso; avrei potuto accorgermi che in tutte queste circostanze mia madre non uscì dalla sua apatia".
Charles Chaplin

mercoledì 2 settembre 2009

Il mio personal decalogo.

Allora, cos'è che ho imparato di me stessa in questa bella estate? Per chi fosse interessato:

1) Quando una cosa è troppo bella non la riesco a fare (ad esempio, dopo una risata mi viene sempre l'asma e così smetto di ridere ecc ecc) MA non riesco a fare neanche le cose troppo brutte, pur impegnandomi fino a stare male e quindi è un guaio, I'm done.

2) Dico no quando vorrei dire , e viceversa;

3) Faccio l'effetto - presso chi mi conosce - di una caricatura triste di una Celine Dion piemontese falsa e cortese mancata MA dentro di me vive in realtà una specie di ancor più triste, anzi tristissimo kurt cobain incrociato con beck dei primi tempi mischiato con JD di Scrubs in versione femminile;

4) Non piango mai né di gioia né di dolore bensì solo di paura;

5) "non so parlar d'amore";

6) Temo più di ogni altra cosa quelle persone che amano infierire e che non risparmiano l'umiliazione. Le temo al punto che quando ci penso o le vedo o peggio vedo il loro numero lampeggiare sul cellulare mi viene la tachicardia (un attacco di panico);

7) Non ho mai rubato, né altro;

8) Non ho energie. Neanche un integratore Polase (?) potrà più restituirmele;

9) Ho sempre, sempre, sempre pensato che la vita dovesse essere faticosa, difficile, affaticante, umiliante, pesante, una prova continua e che il divertimento fosse a me precluso mentre gli altri se la spassano (cfr punto 1);

10) La televisione: perché tutti dicono che bisogna spegnerla? Ha salvato molte vite, compresa la mia.

Cosa? Come?

"Non m'importava che cosa fosse il mondo. Volevo soltanto sapere come viverci. Forse, se scoprivi come viverci, imparavi anche che cos'era".
Hemingway

martedì 1 settembre 2009

I love Settembre.

Amici voglio solo intonare un canto d'amore per questo mese meraviglioso che è settembre. Sia ringraziato il Cielo, è arrivato anche quest'anno. Non ci speravo più. Come diceva qualcuno, "odio l'estate". Invece l'autunno che si preannuncia con settembre è il mio ambiente naturale. La malinconia, il fresco chiarore, l'indeterminatezza, l'inizio e la fine che si mescolano come il latte e il caffè. Una persona che mi ha vista in pessime condizioni a luglio mi ha detto: "si conceda un po' di futuro". E ho risposto sì sì ma con poca convinzione. Invece poi è arrivato settembre. Ho ancora paura di tutto ma almeno è settembre. E nessuno lo può negar.

Signore di Corso Trapani.

Il rientro in città non è facile per nessuno. La ripresa della routine, si sa, causa stress e pericolosa astenia. Nel mio caso poi: vera depressione per non aver fatto le vacanze. Tutti soffrono e mugugnano. Tutti piagnucolano e gemono. Tutti rimpiangono e sbuffano. Tutti. Tranne uno. Il mio amato vecchietto di Corso Trapani. Gettata nel dimenticatoio la desueta canotta a costine bianche, scaraventati via gli shorts da marinaretto in colonia, eccolo stamattina alle nove meno dieci in camicia azzurra, pantalone blu in frescolana, niente berretto da baseball, sigaretta e mano in tasca appoggiato allo stipite del portone. E' chiaro che patisce l'estate e ama l'autunno. E mentre la città si ripopola e macina, lui osserva silenzioso. Ma chi è? Marlon Brando?