venerdì 30 agosto 2013

Taccuino di caffè c\_/

Oggi pomeriggio mi sono ricordata della mia (e la vostra, lo so :) rubrica preferita qui su Tazzina-di-caffè.  

Che è la quasi omonima: Taccuino-di-caffè

Per i pochi, o pochissimi, che non la ricordassero più, si trattava di un remake di un'altra beneamata rubrica che avevo l'onore di tenere sul glorioso portale Sette per uno. Ovvero: Il Taccuino di Noemi.

Si trattava di una sorta di bollettino settimanale - cadeva di venerdì - in cui segnalavo tre notizie dal mondo dell'editoria e dintorni, con grande soddisfazione e  apprezzamento da parte di tutto il mondo.
Mi mancava molto, è circa da aprile che non ne scrivevo uno di questi taccuini, e ora è tornato il momento giusto. Meno male! Dunque, senza por tempo in mezzo (...) vado a cominciare.

(Non so perché in questo periodo mi piace un sacco lo stile bon-ton :) 


1) Gli occhiali in testa, ovvero l'Eneide gratuita su Pinterest tradotta e letta da Alessandro Fo. Dunque, dunque. Io questa notizia la intitolerei così. Oppure l'acqua calda. O l'uovo di colombo. Oppure, o meglio: avete presente quel cappotto di marca costato due milioni di euro che però è il migliore? Non si rompe mai, è sempre pulito, è elegante, è perfetto, è lui, è inconfondibile? Sempre e comunque, da vent'anni? Ecco, l'Einaudi è così. E noi blogger letterari, che cerchiamo il valore in rete, a volte ce l'abbiamo proprio sotto gli occhi! E possiamo notare con piacere iniziative lodevoli, sostenibili e di importanza culturale, come questa. Domani è quasi settembre, sarebbe bello ricominciare l'anno (scolastico) concentrati sulle cose utili e pregevoli che il mondo (non solo editoriale) ci sa offrire. Cerchiamo gli occhiali per vedere meglio, soffriamo perché non sappiamo come fare, e poi magari li abbiamo in testa, proprio così! (via @Einaudieditore).

2) Seamus Heaney. Questo taccuino rendeva spesso conto della vita e della morte (e dei miracoli) degli scrittori, e dei poeti. Tanto è difficile sapere quando nasce una stella letteraria, tanto è facile sapere quando se ne spegne una nel firmamento. Così è mancato il grande poeta irlandese, premio Nobel nel 1995. A proposito di poesia, ecco un bel video sul senso della vita. (via @FaziEditore e @Liberariaeditri).

3) #mettoallasta. Ci tengo a segnalarvelo, perché è un progetto bellissimo che prende vita nell'ambito di Torino Spiritualità. E ci sarò anche io, giovedì 5 settembre, dalle 18.30, al Circolo dei Lettori di Torino per mettere letteralmente all'asta un oggetto appartenuto al passato della mia vita. In questo caso, sarà un romanzo, ma ciascuno può scegliere il suo. Mi piace molto l'idea, anche perché rientra nella filosofia del decluttering, del fare spazio, liberandosi delle cose vecchie con amore, scattando una fotografia e accompagnando l'oggetto con un breve testo di descrizione. Per me, dovendo affrontare a breve un trasloco, l'evento capita proprio nel momento giusto e sono sicura anche per molti di voi! Ci sono tutte le istruzioni per partecipare, qui. Accorrete numerosi a raccontare la vostra storia!! (via @ToSpiritualita).

Musica per tutto questo? Get Back!


martedì 27 agosto 2013

Io che amo solo te.

Luca Bianchini, Io che amo solo te, Mondadori.
Luca Bianchini. Mentre beviamo un caffè corretto con Sambuca (nel bicchiere si possono notare chicchi di caffè vero). Cose da torinesi. :) So sweet!!


Eccoci qui dopo la presentazione.
Il firmacopie.

Rieccoci. Mi piace così tanto vedere questa foto, che mi fa tenerezza e la metto due volte.

Con Cinzia Gatti, che aveva gentilmente scritto la notizia dell'appuntamento, qui. Grazie Cinzia!!

Per chi ha letto il libro: ho pensato a lungo a come vestirmi. I colori sono importantissimi. E qualsiasi colore diverso dal Rosso Valentino di Ninella, protagonista del romanzo, 50 anni, 2 figlie, un unico grande amore (Don Mimì) e un unico segreto di bellezza (la Cera di Cupra, e in questo, lo confesso, abbiamo qualcosa in comune, grazie Cera di Cupra per il tuo inebriante profumo!!) poteva risultare stonato. Ecco allora cosa ho scelto io... Una specie di fucsia-pesca-ceradicupra: tutto pur di non assomigliare, almeno per una sera, al personaggio di Matilde, l'avversaria involontaria di Ninella! :) In fondo a destra: una pianta di peperoncini!

Può capitre a Finale Ligure che sia un gabbiano a darti il buongiorno.
Mi piace cercare rifugi segreti.

Rifugi segreti per sentirsi al sicuro.

La Liguria è tanto bella e tanto ordinata in alcuni punti.

Koishimaru = piccolo tesoro, i piccoli tesori del #mare!

Sentirsi a casa in posti così incantati, così gentili!
Chissà chi è quel signore che tutti i giorni, da sempre, cambia la data di prima mattina in questa piazza di Finale Ligure. #Giardinieri

I cartelloni che annunciavano la presentazione del romanzo di Luca Bianchini di fronte alla Libreria Cento Fiori.


Sono state giornate impegnative queste mie!

Mi servirebbe un po' di omeostasi ;)

Ma come? Direte voi. Con tutto quel sole e mare che si vede nell foto e poi: Luca Bianchini! Che è un personaggio famoso e divertente (ultra famoso, il suo romanzo è in vetta alle classifiche di tutto l'Universo: ma, se ve lo stavate chiedendo, no, non ero per niente in ansia. Naturalmente, non lo ero dopo il caffè corretto Sambuca, che rende questa vita un posto migliore! :). Ma non solo famoso. Che è una persona tanto simpatica, brillante, dolce gentile, affabile, superstar etc. etc.

Appunto. 

Interagire con persone così, e intendo anche un po' "ultraterrene", soavi, piene di grazia e di fortuna e di agilità mentale e ironia sferzante etc. etc. è una bella sfida. Hai paura di sbagliare. 

Interagire davanti a un pubblico, poi.

Sfida che ho risolto in questo modo, ve lo dico dovesse capitarvi di fare anche voi i presentatori di romanzi da millemila copie vendute nella vita. Con una certa dose di semplicità. "Ascoltando il cuore", cioè le sensazioni del momento. Vivendo davvero l'istante, proprio come si dice nei film, o nei libri di scuola: carpe diem.

Secondo me, è andata bene. Non è che me lo dico da sola tanto per fare: ho le prove. Dopo aver presentato il suo romanzo, Luca Bianchini mi ha ringraziata con una dedica stupenda, la migliore che io abbia mai ricevuto, ed è così bella che ho pudore a riportarla, ma lo ringrazio ancora una volta pubblicamente.

Detto questo, però, c'è da dire che mi ero un sacco preparata. Al punto che alcuni pezzi di Io che amo solo te li ho imparati, senza farlo nemmeno apposta, anche a memoria. Ad esempio questo:

"E voi, malgrado tutto quello che avete detto, che avete pensato, non potrete mai separare ciò che Dio, purtroppo, non ha unito". 

Questa frase struggente che ha a che fare con Orlando, uno dei miei personaggi preferiti, insieme a Nancy (fantastica). Ho chiesto a Luca se l'avesse ispirato Virginia Woolf questo nome così rotondo, così appropriato alla storia. E gli ho chiesto anche un sacco di altre cose, e lui mi sembrava contento di rispondere.

Ed era bello vederlo contento. Rasserenarlo con le domande, perché Luca, prima dicominciare, era preoccupato per il meteo. Infatti pioveva, quella sera, e avremmo dovuto presentare all'aperto. Invece, ci ha ospitati un ristorante-locale bellissimo di nome Ubuntu, che ho scoperto essere il nome di un sistema operativo ma che in Africa meridionale vuol dire "umanità" e compare in un ritornello che dice: io sono ciò che sono per merito di ciò che siamo tutti. Che mi pare appropriato!

Ma dopotutto, visto che il romanzo parla di un matrimonio, abbiamo convenuto sul fatto che, in tema di ritornelli e proverbi: presentazione bagnata, presentazione fortunata! Ed è stato così. Ma non solo pioveva, c'è stata anche - e l'ho capito origliando l'indomani intensi discorsi da spiaggia di una cricca di milanesi - addirittura una t e m p e s t a  m a g n e t i c a. 

Ma cos'è? No. Non voglio saperlo. So solo che un giorno dirò ai miei figli: "ragazzi, ma lo sapete che quando la vostra mamma ha presentato Bianchini, a Finale Ligure c'era una tempesta magnetica nel cielo?". O forse, per potenziare ulteriormente l'intensità poetica del fatto, mi toccherà aspettare i nipotini?! Vabè, aspettiamo, I've got time!

Oppure: "La bellezza ha sempre bisogno di poche parole". 

O: "Quanto sarebbe bella la vita se fosse sempre come l'aria in quel momento: sincera".

Sincera. 

La sincerità. O meglio, l'autenticità, secondo me, è il tema di questo spassoso e spietato romanzo scalatore di classifiche. 

L'autenticità dei sentimenti, dell'amore, ma anche delle relezioni di famiglia, di amicizia, di lavoro anche. Un romanzo che mette in scena e allestisce una grande, grandissima e bellissima recita, che è il matrimonio dei giovani Chiara e Damiano, e poi esplora tutti i cuori di tutte le persone coinvolte. Travolte dal maestrale. Il vento che minaccia la perfetta riuscita di tutto quanto, ma non ce la fa, e vincono loro, tutti loro questi abitanti di Polignano a Mare, dove per un caso assurdo della vita sono stata anche io questa estate al Festival del Libro Possibile (citato nel romanzo anche...).

Luca ama le coincidenze; e i romanzi, le trame, come le nostre esistenze, a guardarli bene sono tutti costellati di destini che si intrecciano come coincidenze. Non so voi, ma io passerei la vita a districare queste matasse, per poi riavvolgerle con altri nomi, altre storie, altre sensazioni.

Grazie ancora a Luca e alla Libreria Cento Fiori. In queste giornate finalesi per me è cominciato qualcosa di nuovo. Un nuovo modo di stare al mondo, solitario ma insieme ricco. Di persone, e di idee e di abbondanza. Mi sono divertita un sacco, ho conosciuto amici nuovi, compresa me stessa. 

E ho letto molto. A presto allora per futuri avvenimenti e libri.

Ah. Questa la canzone che ha ispirato il titolo. 


c\_/



giovedì 22 agosto 2013

Gli amici del deserto.

Marco Mancassola, Gli amici del deserto, Feltrinelli
 
Dicevamo, che la vita è strana. 

Stracolma di punti interrogativi e incredibili coincidenze. 

Ad esempio, alzi la mano chi non si è mai ritrovato, intorno alla trentina, con almeno uno (o due) vistosi punti interrogativi sulla testa relativi a grandi temi quali: l'amore, il lavoro, i soldi, gli amici, Dio, le certezze, le mète da raggiungere, il destino etc. etc.

In una parola, chi di noi non si potrebbe identificare almeno per un istante nei protagonisti di questo bel romanzo di Marco Mancassola?

Quanto a me, senz'altro mi ci ritrovo con tutte le scarpe. In quel deserto americano grandioso, e micidiale, in cui si avventurano questi due amici. Partendo da un monastero silenzioso e misterioso, dove vive Rudi, il fratello monaco del narratore, decidono infatti, volenti o nolenti, di fare un viaggio in cerca di uno sciamano, perché Danilo vuole guarire da un certo male.

"Fu l'estate in cui il mondo sembrava andare sempre più a rotoli, io ero sul punto di compiere trentatré anni e stavo trascorrendo alcuni mesi in un monastero sulla costa californiana".

Leggere in estete libri sull'estate è sano. Come mangiare frutti di stagione. Rincuora e nutre, in questo caso l'anima e il cervello. Come anche leggere a trentatrè anni un libro con un coetaneo come protagonista. E un comico, anche.

Danilo è un comico senza lavoro, una strana coincidenza anche questa per me perché in questi miei giorni sto pensando molto a questo argomento della comicità. E del lavoro.

Inoltre.




Basta aprire i giornali, anzi che dico, basta sbirciare le prime pagine che, accanto ai grandi drammi che funestano il mondo, si possono scorgere altrettanti e più piccoli disastri che riguardano il presente eterno della nostra generazione (a destra, agghiaccianti titoli sul precariato che ormai sta prendendo forme incontrollabili, sugli stagisti, sulle paghe-fantasma, insomma, lo sappiamo), ma anche affascinanti e incoraggianti riflessioni sul futuro (si può andare ad esempio a pagina 32 della Stampa e trovare un bellissimo articolo di Marco Belpoliti sul fatto che nel suddetto futuro saremo più spirituali, e primitivi. Per inciso, se vi interessa, lo penso anche io). 

Sto anche ragionando molto sul futuro, in questi miei giorni di deserto. Ma per concludere che forse, meglio non ragionarci troppo e agire, e avere fiducia. 

Considerate che però questa è un'altra storia.

Comunque tra tutte queste riflessioni, ho anche delle fortune. Una di queste è stata proprio leggere questo romanzo sulla solitudine, la spiritualità, l'amicizia, il deserto, il destino, il silenzio e la comicità. 

E ringrazio l'editore Feltrinelli per avermelo inviato in lettura, perché l'ho molto apprezzato.

Dunque dunque. Perché lo consiglio? Perché è un libro adatto a chi sta viaggiando. Nella vita. Nel mondo. O, come me, semplicemente seduto su una sedia nel bel mezzo della propria città natale. 

Ma lo consiglio, soprattutto, a chi non ha una mèta. O una metà. 

Perché man mano che si legge, è possibile trovarla. La mèta. (Sulla metà, non so come la vedete voi, ma credo che sarà lui, o lei, a trovare voi, statene pur certi!).

Poi perché è un piccolo libro fulminante e illuminante. Dotato di una scrittura riflessiva e leggera (sempre in senso calviniano ovviamente). E perché in fondo c'è una lettera, e i romanzi dove c'è una lettera dentro sono sempre i migliori, e la lettera è sempre un centro al bersaglio, come diceva qualcuno, credo Baricco ma non vorrei sbagliare.

E infine perché c'è una domanda.  

Che ci fa una stella marina in mezzo al deserto?  

Che è una domanda bellissima, apparentemente senza senso ma che mi piace molto. Anche i libri con almeno una domanda valgono sempre la pena. 

Buona lettura, quindi, a chi è in cerca di risposte. E, naturalmente, anche a tutti gli altri.

mercoledì 14 agosto 2013

Un amore più forte di me.


Maria Duenas, Un amore più forte di me, Mondadori.

La vita è una pagina bianca

Come la copertina di questo libro. Me lo ha regalato un'amica che lavora in Mondadori, proprio così come si vede nella foto, senza la vera copertina: era la sua copia personale, ora è la mia. 

Potrebbe accadere qualsiasi cosa, quando si parla di pagine bianche e io, come voi, non so nulla di come saranno i prossimi mesi, o le prossime settimane, o i prossimi minuti, e non lo so da nessun punto di vista. Quello dell'amore, del lavoro, degli amici, del destino, delle fortune, delle scoperte, delle coperte e delle copertine, insomma di tutto. 

In queste lunghe calde misteriose giornate di agosto, personalmente, per non saper né leggere e né scrivere, me ne sto chiusa da sola in un ufficio bellissimo. Ufficialmente, a scrivere e lavorare, ma poi a essere onesta finisco sempre per cantare tra me e me canzoni di Katy Perry, osservare le foglie delle piante che si muovono al vento, parlare al telefono cercando ispirazione umana, e ascoltare i rumori delle macchine di sottofondo. 

Torino è deserta, ma!

C'è sempre uno che ha qualcosa da dire ad alta voce in mezzo a una strada vicinissima, e quella voce sale fino alla finestra. C'è sempre qualcuno che parla nella notte. Che strilla, che litiga, che ride fortissimo. 

O qualche canzone da suonare con la fisarmonica. Note sempre uguali, sempre diverse, rassicuranti, tremende.

La luce va e viene. Passano intere squadre di nuvole, arriva il freddo? Magari.

Ogni cosa è illuminata, poi tutto diventa scuro, oscuro, torna la canicola di agosto, il mese più freddo dell'anno, come dicono i poeti.

In questa situazione, ho visto una stella cadente e ho compiuto 33 anni, ma certe volte potrei averne circa 3, altre quasi 88. Mi sembra così di non sapere niente, poi invece ho le idee molto chiare. 

Sto scrivendo una storia, ma non so se ha senso. Forse lo scoprirò man mano. Sto per lasciare la mia casa, ma per il momento ci rimango dentro e la guardo in ogni centimetro, mi accorgo dal balcone che sulle punte degli alberi ci sono già le prime foglie gialle dell'autunno. 

Questa cosa è un regalo di Dio, perché l'estate non mi piace per niente e qualsiasi indizio della sua fine  è una festa privata: è oro che splende, come i raggi luminosi di settembre.

Bianca, Blanca, è anche il nome della protagonista di questo libro, cui tocca a un certo punto cambiare la propria vita di colpo. Bianca come un nuovo inizio, come la carta, come le nuvole e il cielo di metà pomeriggio. 

Il marito di Bianca aspetta un bambino da un'altra donna. Per questo non resiste in quella città spagnola, Madrid, dove aveva costruito per tanti anni una famiglia apparentemente felice (due figli ormai grandi) e accetta una borsa di studio (lei è docente universitaria, una donna autonoma e apprezzata nel suo lavoro) di tre mesi dall'altra parte del mondo, negli Stati Uniti, in California. Qui si immergerà con totale devozione - per non pensare, ma poi dovrà pensare un sacco invece - nella vita e nelle storie di Fontana, un intellettuale spagnolo trasferitosi in Usa e morto 30 anni prima. Ad aiutarla, Daniel, ex allievo di Fontana e personaggio del destino. 

Destino, pagine bianche, panini freddi e solitari, persone nuove da conoscere e da capire, poi pagine fittissime di carteggi, documenti e segreti anche politici, questo e infine l'amore che ritorna aspettano Bianca che aveva cominciato tutto quanto così:

"A volte la vita ci cade addosso, pesante e fredda come una palla di piombo. Ebbi questa percezione aprendo la porta dell'ufficio. Così vicino, così caldo, così mio. Prima".

Non so perché, per qualche strana reminiscenza, sapevo che gli alchimisti sapevano trasformare il piombo in oro, è così? Non so perché lo so, né andrò a controllare su Google, mi piace talmente questa idea che la tengo così, perché è proprio ciò che accade in questo romanzo.

E in effetti c'è un prima e un dopo. Come in tutte le avventure del mondo, come nella vita di tutti noi. A volte tutto è complicatissimo, altre una bazzecola. 

Chi ama i libri, e le storie, però, alla fine, ci trova dentro tutte le istruzioni e le famose risposte, per chi ama la vita, anche.

Buon proseguimento di agosto, quindi! Buona buonissima lettura di qualsivoglia libro. A tutti quanti!