Alla fermata del 14 vedo un uomo che esce dal portone di Corso Re Umberto, 88. Per via della mia fissa verso il numero 8, penso che la cosa avrà un senso, e infatti, più o meno, lo avrà.
L'uomo è pelato, t-shirt semitrasparente nera infilata nelle bermuda bianche, fantasmini blu, mocassini marroni, orecchie a sventola. Nel deserto torinese estivo delle cinque del pomeriggio.
Jules, una cinquantina d'anni, tiene in mano qualcosa.
Una buccia di banana.
Una buccia di banana.
E un borsello. Arriva sornione alla fermata, a passi lenti, butta la buccia nel cestino. Quindi si avvicina alla panchina del controviale, accanto a una Mini verde. E si siede. Dal borsello tira fuori un piccolo libro.
Comincia a leggere.
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