Ogni anno su questo blog spunta un post (o più di uno, se volete cercate il tag corrispondente!) sul Salone del Libro (o Fiera, per qualche anno si è chiamato così se non erro). Ora tutti o tanti lo raccontano sui loro blog o sui social; ma per i neofiti volevo dire, per vantarmi un po', di essere stata tra gli inventori dell'hashtag ufficiale #SalTo (che di anno in anno cambia numero) e tra le primissime persone a farne la cronaca su twitter. Che adesso è diventata una prassi e un lavoro per molti.
Bon l'ho scritto così resta per la posterità, hehe.
E dunque. Eccoci alla millesima edizione cui partecipo. Ogni anno è diverso e non ci si immerge mai due volte allo stesso modo nello stesso #SalTo.
Proprio ieri scherzando tra me e me mi chiedevo: ma prima del 1988, anno della fondazione del Salone (cui ho partecipato, ovviamente, avevo 8 anni e mi regalarono una marionetta che mi procurò una grande gioia, forse è per rincorrere quello stesso istante di felicità fugace che ritorno ogni anno con la stessa similare speranza); insomma prima di quell'anno dove andavano tutti, dove andavamo noi addetti ai lavori, scrittori e gente varia a esercitare la nostra curiosità, la nostra spocchia, a riconfigurare i sotterranei rapporti, a esibirsi, a compiacersi invece di starsene in disparte, insomma tutte quelle robe lì che non in tutti casi fanno bene al cuore e alla letteratura ma tant'è?
Chi lo sa!?
Questa volta come sempre per me ci sono state molte cose belle. Ho parlato con moltissime persone e alcuni incontri hanno avuto un significato particolare e di grande valore.
Tra i tanti incontri, è stato bello inrociarsi con i due editori che hanno pubblicato i miei due libri, ovvero LiberAria e Zandegù. Alcune parole con loro mi hanno davvero fatto pensare che la cultura, e l'amore per i libri vivono eccome.
Vorrei ringraziare anche la Libreria Therese per le idee e le iniziative super, i mitici Zoom Feltrinelli e gli amici di Utet, in particolare.
Ci sarebbero da elencare molte altre persone con cui ho trascorso il mio tempo al Salone. Ogni anno poi come a Natale mi chiedo come sarà l'anno successivo, cosa farò io, cosa faranno gli altri.
Il bello della vita è anche questa attesa del meglio, no?
Questa volta sono stata anche più calma, per quanto possibile. Meno foto, meno tweet, meno facebook e più esperienza diretta come una volta. Niente di definitivo, è stata solo una prova. Giusto per vedere l'effetto che faceva. Non ho trovato una risposta, solo esperimenti da fare e rifare.
E la voglia, come sempre, di leggere e scrivere.
Ecco il mio bottino. Grazie a Utet, Effatà, Feltrinelli, LiberAria, minimumfax. E uno yo-yo che spero prima o poi avrà un significato. |
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