lunedì 14 marzo 2016

Tazzina di Sakè


Amy Tan, La figlia dell'aggiustaossa, Feltrinelli


Questa è la seconda "puntata" della rubrica dedicata alla letteratura orientale: #TazzinaDiSakè. Sono molto contenta di poter parlare sia di un libro (che ho acquistato qualche mese fa perché mi sto interessando alla cultura cinese) e di un film che ho visto due sere fa, affittando il DVD in biblioteca.

Mi fa piacere che tra questo week end e il prossimo a Torino sia in corso anche un bel Festival proprio dedicato all'Oriente, lo segnalo per chi potesse passare, l'anno scorso sono andata e mi è piaciuto, seppure l'atmosfera sia molto caotica e dopo un po', per chi non ama la folla, può risultare pesante: va affrontato con calma zen, per l'appunto. Comunque ecco qui tutte le informazioni! 

Il film si intitola Poetry. 

Il regista è Lee Chang-dong e nel 2010 ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura a Cannes. 
Con il romanzo La figlia dell'aggiustaossa di Amy Tan, questo film ha alcune cose in comune. Il romanzo è stato pubblicato per la prima volta nel 2001 e racconta la storia di Ruth, una donna cinese solo di nascita ma americana di adozione, che vive a San Francisco con il compagno Art e le due figlie adolescenti di lui. 

Ruth di lavoro fa la "librologa" ovvero la collaboratrice editoriale e la ghost writer: è una donna pragmatica e organizzata, seppure soggetta a bizzarre patologie, come un mutismo improvviso che la coglie tutti i 12 di agosto di ogni anno. Da sempre si guadagna da vivere senza troppo lamentarsi e si occupa del conflittuale rapporto con la madre - che invece è rimasta molto ancorata alla tradizione cinese - LuLing Young. Tutto procede tra le noie e le stravaganze di una normale vita occidentale dei giorni nostri, tra corsi di yoga intensivi e saggi sull'influenza dell'Internet sulle nostre esistenze, autori troppo eccentrici cui fare da balia e i molteplici impegni della quotidianità, quando LuLing, da sempre in ostilità con la figlia, comincia a dare i primi segni di Alzheimer. 

In questo c'è una forte analogia con il film, la cui protagonista invece è Mija, una signora coreana di sessantasei anni che si occupa del nipote adolescente, dipendente dalla televisione, trascurato e chiuso in se stesso, perché la figlia, assente sia fisicamente che psicologicamente, non riesce a farsene carico da sola. 

Amy Tan, l'autrice della Figlia dell'aggiustaossa, a questo punto del romanzo affonda le mani nella tradizione della sua stessa terra natale e fa sì che Ruth, alle prese con le proprie ansie e conflittualità emotive, riscopra un libro scritto dalla madre dove trova narrato un mondo completamente diverso dal suo, ricco di nomi evocativi e un lingua di caratteri - Preziosa Zietta, Bocca della Montagna, Cuore Immortale - e soprattutto un personaggio misterioso: l'aggiustaossa. Scoprirà del magico inchiostro che produceva la sua famiglia e del significato delle ossa oracolari. E l'avventurarsi in questo mondo antico fatto di Madri e Padri e rituali dimenticati rimette a posto le prospettive del suo nevrotico presente.

Anche Mija nel film a un certo punto compie una scoperta. In questo caso, il disvelamento è tragico, un crimine di cui si macchia l'inconsistente e viziato nipote. Parallelamente al dramma, però, Mija, che vive di un piccolo sussidio, proprio come la mamma di Ruth del romanzo, e di un lavoro faticoso come badante, si iscrive a un corso di poesia nel centro culturale della cittadina in cui abita con il ragazzino. Le indagini e i traffici poco chiari relativi alle colpe del ragazzo - che ha a che fare con il suicidio di una bambina della sua stessa scuola - procedono di pari passo con le lezioni di poesia. 

Fino a che Mija scopre fino in fondo il significato di un gesto creativo che è molto più di un semplice diletto: scopre che la poesia è qualcosa di assoluto e profondo e finalmente riescerne a scriverne una, forse l'unica della sua vita, realizzando il desiderio di sempre: essere una poetessa. 

Lo sguardo che gli artisti orientali sanno dare alle storie e alla vita in queste due opere arriva a un compimento importante. 

Consiglio questi due lavori a chi sa bene quali e quante sono le difficoltà della vita.

Consiglio però questi due capolavori anche a tutti quelli che sanno quanto l'arte, la letteratura e la poesia siano tesori cui attingere proprio in quei momenti. Nei libri, nei film, nelle poesie - e nelle altre arti - spesso sono nascosti i segreti su come fare ad affrontare tutto quel che c'è da affrontare.

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