sabato 17 settembre 2016

Il libro del mese - L'omino rosso

Doina Rusti
Doina Rusti è una delle più interessanti e conosciute scrittrici romene viventi. La sua scrittura è uno quillo vitale in un panorama letterario contemporaneo pieno di vuoti, ma anche belle speranze. Un'autrice senz'altro impegnata - per le tematiche talvolta scomode e necessarie che ha trattato nei suoi sei romanzi - ma anche capace di leggerezza e sagace ironia. 





Ve ne parlo qui perché domani sera (sabato 17 settembre) alle 18.30 avrò il piacere di moderare un incontro proprio con lei e il suo traduttore e curatore professor Roberto Merlo in occasione del primo di tre appuntamenti dedicati agli autori romeni promosso dall'Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia in collaborazione con la libreria Luxemburg.  Per maggiori informazioni, qui.

Uno dei romanzi della scrittrice che conoscerò domani (e spero anche molti di voi torinesi e non) su cui mi sono concentrata, e che vi propongo come libro di settembre, si intitola L'omino rosso. 

Pubblicato in Italia nel 2011 da Nikita Editore (nel 2004 in Romania), L'omino rosso è un romanzo sperimentale e al contempo pienamente classico, una storia iper-reale ma a bagno completo nella realtà virtuale, una storia allucinatoria e tenera, di amore e disillusione. 
Protagonista principale è Laura Iosa, una donna sulla quarantina che vive sola e un po' emarginata nella Bucarest dei primi anni Duemila, alle prese con un opprimente precariato sia lavorativo sia emotivo, aspirante scrittrice, tenta di lavorare in editoria ma le varie concorrennti che lei chiama "lolite" (più per atteggiamento che per età anagrafica e pronte a tutto pur di farsi strada nel mondo delle sacre lettere) le soffiano i progetti sotto al naso, aspirante innamorata di uomini sempre sbagliati. Una persona fragilissima che alla fine fa quello che in quegli anni hanno cominciato a fare in molte anime sperdute: trova rifugio nella Rete.

L'emozione di ricevere risposte alle sue mail, l'interessamento di esseri umani, come Andrei che dirige una rivista letteraria e le crea un sito tutto suo, seppur virtuali, che pare finalmente autentico e un riscatto che sembrava non arrivare mai e infatti...

Infatti tutto si ridefinisce in seguito all'incontro con il piccolo "omino rosso" del titolo: una sorta di presenza spirituale eppure incarnata in una creatura dalle sembianze concrete che le appare in casa e le parla, intenzionato addirittura a esserle d'aiuto. Qui, come si intuisce, l'autrice ci traghetta dalla realtà a un mondo onirico che si potrebbe definire, come suggerisce il professor Merlo, nell'ambito del genere letterario del new weird. Da questo momento in poi, infatti, Laura incontrerà una sorta di mondo parallelo - in tutto simile all'agognata "second life" di antica memoria - definito l'alazar
In questa sorta di mondo che assomiglia anche un po' all'aleph borgesiano, Laura si perde per poi ritrovare il filo frammentato del suo destino in una sorta di auspicato ritorno a casa. 

Sul confine labile tra salute e malattia, reale e fantastico, misticismo e quotidianità, questo libro esplora, attraverso uno stile fresco, una possibilità distopica che mi ha ricordato letture recenti come Il Cerchio di Dave Eggers, Panorama di Tommaso Pincio o il più lontano nel tempo Storia d'amore vera e supertriste di Shteyngart. 

Alla base di tutto questo percorso fisico, reale, virtuale ed esistenziale - al limitare delle considerazioni stilistiche e strutturali della composizione narrativa -  alla fine Laura mostra a noi lettori qualcosa di molto semplice e universale: la ferita e la mancanza d'amore e di equilibri porta sempre troppo lontano dal cuore delle cose, e di sé, distanti dal valore della vita stessa. L'esigenza antica di metterci in contatto gli uni con gli altri è tutto quello che si può assecondare oggi, con i nuovi supporti, come nel passato, con il filtro però del senso del limite, del confine. 

Ode a questo genere di romanzi! che ci immergono in uno specchio abbastanza fedele, seppure artistico, di quello che rischiamo, di quello che possiamo evitare e di quello che invece ci ha facilitato la vita, ci ha aperto anche nuove possibilità, come il web che non solo ci cattura nella sua rete, ma, se impariamo a usarlo, sono sicura che ci può restituire tesori. 

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