mercoledì 22 aprile 2009

Ipocondria ipocondria.

La mia ipocondria mi ucciderà! Detto questo, mi dichiaro sollevata dallo scoprire che siamo in tanti.

Agli ipocondriaci consiglio la visione del film "Questioni di cuore" di Francesca Archibugi in presenza di un adulto.

Al cinema, dopo le prime inequivocabili immagini, ero infatti sul punto di alzarmi e fuggire a gambe levate. Tanto più che di questioni di cuore ormai me ne intendo e che di scene simili, ma più drammatiche, ne ho vissute in quantità. E così sono rimasta, pensando proprio a questo, al fatto che la mia realtà aveva già superato quella infausta fantasia. Ma, a sorpresa, ci ha pensato un "collega" di malattie immaginarie a movimentare un po' la serata.

Al grido di "C'è un medico in sala?!", ecco che scatta il panico. E sullo schermo corrono le peggiori fasi del film: quelle ospedaliere. Che coincidenza: il tizio si è sentito male proprio in quel momento.
Fortuna che dopo pochi minuti il soggetto pare essere miracolosamente guarito e tutti abbiamo potuto riprendere la visione del bel lungometraggio, stanchi ma felici.

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