mercoledì 9 febbraio 2011

Joy.

Ha degli occhiali arancioni da sole anche se cammina all'ombra. Piccola di statura, capelli castani un po' sopra le spalle, pelle bianca come un F4. Giapponese. Maglietta a maniche corte, considerando che è febbraio. Guarda la città da dietro le lenti in un modo così curioso, che vorrei essere per un momento al suo posto. Come si configura Torino nel cervello di Joy?

Flette le ginocchia in dentro, così si toccano e fanno un piccolo rumore, che immagino sordo come quello delle palle da biliardo. Ascolta musica. Suoni giapponesi.

Poi di colpo si ferma di fronte a una vetrina. Si specchia. Negozio di oggetti di design per la casa, molto costoso, nonostante i saldi. Joy si abbassa gli occhiali sul micro naso. Ora capisco che non è giovane. Neanche vecchia, ma non-giovane di sicuro. E dopo poco, semplicemente, apre la porta, entra nel negozio. E compra.

1 commento:

Giuseppe Benanti ha detto...

e già, il consumismo comunque e sempre solo per il "piacere" di comprare:una gioia per davvero effimera!