giovedì 3 dicembre 2015

La vita è fatta di giornate.

La settimana scorsa sono stata allo spazio ADPLOG per ascoltare una conferenza stampa importante. Sono queste le fortune che ho ricevuto nell'aprire questo blog, me ne sto rendendo conto ogni giorno, sulla lunga percorrenza.

Beh ero lì che ascoltavo i discorsi istituzionali, e ho pensato di riportarvi le informazioni principali che possono essere utili a chi legge:

- Oggi è la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità ed è anche una Giornata dedicata alle Scuole. (Premessa: io credo molto alle "giornate" dedicate a qualcosa, purché siano temi utili. Ci credo perché, pensateci, la vita è fatta di giornate. L'ho imparato ultimamente: tutto si gioca nelle giornate. Si dorme e si riparte). A Torino succede che oltre 3000 studenti invaderanno in queste ore il PalaSport Ruffini - chi è stato bambino in questa città lo ricorderà per le gare di atletica, dove personalmente mi classificavo non benissimo, ma che col senno di poi considero occasioni benemerite per far muovere i ragazzini e farli crescere bene. 

- Il 10 dicembre ad Asti si terrà il convegno Autonomy Wins (al Palco 19, per le iscrizioni ------> qui) in cui verranno presentati nuovi progetti legati al turismo per tutti - String Box, Bookinable.com, Piemonte for All Turismabile. 

- Sempre il 10 ad Asti andrà in scena lo spettacolo La locanda del Migrante de I Buffoni di Corte con la Compagnia delle Frottole, con i ragazzi con la sindrome di Down.

 - A scuola con SBIM: Giochiamo Ancora: è un progetto educativo dedicato alle scuole che include lo spettacolo Il Maestro. Una storia di judo e di vita. 


Per quanto riguarda l'ultimo punto, vorrei dire due parole. Lo spettacolo si terrà nella primavera 2016 (ci sono stati eventi e anteprime in questi giorni a Torino ma non sono riuscita a partecipare). La storia, vera, è tratta da un libro: O' Maé storia di judo e camorra di Luigi Garlando (Edizioni Piemme - Il battello a vapore).

Lo spettacolo invece è a cura di Eleonora Frida Mino che si è occupata di tradurre in teatro l'esperienza di un Maestro di Judo di Sampia, Gianni Maddaloni. Durante la conferenza l'ho ascoltato parlare: è sceso un silenzio, mentre scorrevano le immagni di un video con i successi di suo figlio e della sua squadra in tutto il mondo. E le persone presenti si sono accese e commosse, e anche un po' scosse, all'ascolto delle sue parole. 

Ma, chiaramente, il vero successo del Maestro è quello di dare una possibilità concreta di vita a ragazzi che, se non avessero incontrato la sua scuola, chissà che fine avrebbero fatto.

Non solo ragazzi con disabilità, ma ragazzi poveri, che vivono ai confini con la denlinquenza e non hanno niente e nessuno su cui contare.

Dopo la conferenza, ho scambiato qualche parola con il Maestro Maddaloni. Gli ho stretto la mano e mi ha spiegato che quei ragazzi sono tutti un po' come dei figli, che i figli sono quelli che cresciamo, mi ha detto. 

Così ho pensato a come si cresce: con il tempo, certo. Con le esperienze. E con le parole: certe parole, ben assestate, come una tecnica di Judo, ti fanno crescere sul serio. 

Non ci sono però mai parole abbastanza per trasmettere certe sensazioni, comunque la mia idea è che queste giornate contribuiscono a costruire un mondo migliore, niente di più e niente di meno.

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