sabato 7 giugno 2008

L'Aleph.

Prima avevo un PC enorme, arrivato a casa nel 1998, rumoroso, lento e pieno di virus. Adesso ho comprato un PC piccolo, economico, tutt'altro che perfetto o tecnologicamente interessante, ancora un po' da sistemare ma bello. Mi piace la forma liscia, quando sta chiuso in silenzio come una cozza lucida appena pescata. Poi quando lo apro, mi piace la sua musica di benvenuto, discreta e seria ma segretammente promettente, e lo schermo chiaro con una foto chiara in cui si vede bene il mare. E poi il mouse che è leggero e rapidissimo, e i tasti, che sono leggeri e rapidissimi e fanno andare il cervello più veloce. A volte ho la sensazione che profumi di fragola e caffè. Effettivamente in certi momenti sono una cosa sola con questo PC. Ci sono dentro infinite cose, infiniti amici, infiniti libri, c'è anche una minaccia, una paura che può falciare via le dita all'improvviso. E' alla fine "il luogo dove si trovano, senza confondersi, tutti i luoghi della terra, visti da tutti gli angoli". "Oh God, I could be bounded in a nutshell and count myself a king of infinite space". Hamlet, II, 2.

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