lunedì 13 ottobre 2008

Ecco cosa è successo ieri notte.

Ho scoperto cosa è successo ieri nella clinica abbandonata di fronte a casa mia. (vedi post precedente) E' stata effettivamente occupata da un gruppo di rifugiati in prevalenza somali che non avevano trovato risposte dalle istituzioni. Ai balconi hanno attaccato degli striscioni e avevano già distribuito volantini ai passanti nel pomeriggio per spiegare la propria situazione, ma non me ne ero accorta. Per quanto riguarda l'elettricità in effetti non funzionava nella clinica in disuso, così utilizzano dei generatori di corrente. Questa clinica adesso si chiama Casa Africa 2. Sul sito www.globalproject.info ho trovato il loro comunicato per la stampa: eccolo.

Comunicato degli occupanti e delle occupanti della ex-Clinica San Paolo

Domenica 12 ottobre 2008

Siamo donne e uomini rifugiate/i, arrivate/i in Italia da alcuni mesi. Il governo Italiano ci ha riconosciuto un permesso di soggiorno per asilo politico o per motivi umanitari, ma poi si è dimenticato di noi, lasciandoci in mezzo a una strada, senza una casa, senza la possibilità di trovare lavoro, senza la possibilità di costruirci una vita migliore di quella che abbiamo lasciato nei nostri paesi martoriati dalle guerre. Il comune di Torino, attraverso l’ufficio stranieri, non da’ nessuna risposta concreta che non sia l’iscrizione in improbabili liste d’attesa, per pochissimi posti che prevedono qualche mese di assistenzialismo fine a se stesso, dopo di che le persone sono ributtate in strada, così come succede anche alle persone italiane con le liste d’attesa per la casa popolare.

Noi pensiamo che la casa è la cosa più importante, avere una casa e una residenza consente alle persone di lavorare o studiare, è la condizione per una vita dignitosa. L’inverno torinese è molto freddo e già le temperature si abbassano, i dormitori non bastano né sono il luogo dove possiamo stare.

L’anno scorso un gruppo di rifugiati/e provenienti come noi dal Corno d’Africa, nelle nostre stesse condizioni ha occupato uno spazio vuoto da anni in via Bologna, si sono organizzati per viverci insieme, dividere le scarse risorse e rivendicare i loro diritti. Oggi anche noi, forti ed insieme a quella esperienza, prendiamo questo posto inutilizzato, perché non ci lasciano altra scelta e perché ci sembra una vergogna che con tante persone senza casa, anche italiane, ci siano edifici tanto grandi che non servono più a nessuno.

Oggi siamo qui per conquistarci una casa, siamo determinati e determinate a restare, non vogliamo creare problemi in questo quartiere che nella sua storia è stato più volte il punto di arrivo di tanti immigrati/e che come noi volevano solo dignità. Non abbiamo niente se non la solidarietà di chi ci sta vicino, vi invitiamo a venirci a trovare, vi chiediamo di sostenerci con generi di prima necessità, coperte, cibo, amicizia: tutto ciò che pensate possa servire in nuova casa!

CASA/LAVORO/SANITÀ/ISTRUZIONE
gli occupanti e le occupanti della ex-Clinica San Paolo
(pza Sabotino ang via Revello)
comitato di solidarietà con rifugiate/i e migranti

2 commenti:

Annalisa ha detto...

E' capitato quando lavoravo all'anagrafe un caso di una signora con un bambino piccolo che ha rotto una finestra ed è andata ad abitare in una casa vuota dell'arer. Non è possibile per le impiegate concedere la residenza in quel caso, perché è necessaria l'autorizzazione dell'arer. Da un punto di vista umano questa gente ha tutta la mia compassione, ma non è giusto che occupino una clinica disabitata, che non gli appartiene, perché quella è un'appropriazione indebita... prima o poi le forze dell'ordine dovranno farli sgombrare. Qualcuno nel comune di Torino così si metterà (speriamo) a pensare che cosa farne dell'edificio caduto in disuso e l'area potrebbe essere risanata.

noemi ha detto...

E' così: stanno facendo una cosa illegale, senza dubbio. Io spero che il Comune si muova presto per queste persone e che, nella legalità, possano trovare ciò che cercano, cioè un rifugio.