"Il piccolo Johann Buddenbrook giaceva supino, ma aveva rivolto verso la stanza la faccina incorniciata dai lunghi capelli castano-chiari, e respirava contro il cuscino, con un lieve fruscio. Una delle mani, le cui dita sbucavano appena dalle maniche troppo lunghe e troppo larghe della camicia da notte, era posata sul petto, l'altra era allungata sulla trapunta, e ogni tanto un fremito agitava le dita contratte. Anche le labbra semiaperte si muovevano debolmente, come sforzandosi di formar parole. Di quando in quando passava su tutto il visetto, dal basso all'alto, un non so che di doloroso, che incominciando con un tremito del mento si propagava intorno alla bocca, faceva vibrare le narici delicate e metteva in moto i muscoli della fronte... Le lunghe ciglia non riuscivano a nascondere le ombre bluastre annidate negli angoli degli occhi.
- Sogna, - disse la signora Permaneder commossa. Poi si chinò sul bambino, baciò con cautela la guancia accaldata dal sonno, riaccostò le cortine e tornò presso il tavolo (...)"
- Sogna, - disse la signora Permaneder commossa. Poi si chinò sul bambino, baciò con cautela la guancia accaldata dal sonno, riaccostò le cortine e tornò presso il tavolo (...)"
2 commenti:
a volte le lacrime servono.
si è vero!
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