Ciascuno di noi terrestri si sente il centro dell'Universo. L'ho capito oggi all'ufficio postale. Scoccava la prima ora di coda e avevo già letto tutta la Stampa dall'inizio alla fine e viceversa. Ero già entrata e uscita da un classico attacco di panico da attesa in fila indiana. Avevo già contato fino a dieci un centinaio di volte. Quando alla fine ho deciso di accendere i fari sulla gente che mi circondava. E lì ho capito. Dunque in questo nuovo ufficio postale che frequento bisogna prendere un numerino. I numerini seguono due ordini di misurazione: le lettere e i numeri stessi. Es. A1 C1 B2 ecc. A me è capitato il C129, ad esempio. Pertanto non si tratta di un attesa normale bensì di un'attesa multipla. Non solo quindi devo attendere il C128, ma anche che si smaltiscano le altre lettere. Smaltimento che non segue un ordine crescente alfanumerico, bensì l'ordine di arrivo. Così può capitare, ad esempio, che un B122 preceda un A139. Il punto è questo: le donne in fila, ogni singola donna è convinta che le impiegate prediligano le altre lettere. Ogni quarto d'ora si sollevavano boati che sibilavano: Eh però la A non esce mai! Eh qui chiamate solo la C! Ma la P è rotta? Uffa sempre, solo ed esclusivamente le B!
No, signore mie. Non ce l'hanno con noi. Un po' di pazienza e paghiamo tutte il nostro amatissimo bollettino sgualcito.
No, signore mie. Non ce l'hanno con noi. Un po' di pazienza e paghiamo tutte il nostro amatissimo bollettino sgualcito.
1 commento:
PICCOLINA.
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