Rispolvero una vecchia e appassionante rubrica di questo blog - "Mai raccontare i sogni" - per raccontarvi un sogno che ho fatto due notti fa.
Sogno che, insieme a quello di volare nel cielo sopra i giardinetti con Cristina D'Avena (fatto a otto anni), quello di guidare da sola fino in montagna e vedere diapositive bellissime di montagne (fatto questa estate) e quello di guadagnare in un solo giorno sedicimilaeuro (fatto non ricordo quando) è sicuramente diventato il sogno più bello della mia vita.
Quindi ci ho pensato un po' e poi mi sono detta: devo raccontarlo, dovete trarne un qualche giovamento anche voi.
Quindi ci ho pensato un po' e poi mi sono detta: devo raccontarlo, dovete trarne un qualche giovamento anche voi.
Ero a scuola. Ma avevo l'età di oggi. Un classico! Una scuola americana. Il preside mi chiamava e diceva: ho un compito per te. Neanche il tempo di prendermi male, poiché sapevo di non aver studiato niente, che capivo di cosa si trattava: dovevo soltanto stringere la mano e ascoltare la breve storia di ogni singola persona presente in un corridoio infinito e a scacchi (come la Reggia di Venaria, per chi la conosce). Ciascuno parlava nella sua lingua e io capivo e rispondevo in inglese.
In breve tempo mi rendevo conto che queste persone erano rappresentanti ciascuna di una città diversa del mondo. Cina, Africa, Svezia, Finlandia, etc. ogni Stato, ogni Nazione e ogni Continente erano presenti e in fila ad aspettare questo benvenuto. Tipo Olimpiadi (o arca di Noè, per andare nel mistico), ma molti di più. Alla fine di questo compito ero cosi commossa e stanca che mi scendevano le lacrime dagli occhi.
In breve tempo mi rendevo conto che queste persone erano rappresentanti ciascuna di una città diversa del mondo. Cina, Africa, Svezia, Finlandia, etc. ogni Stato, ogni Nazione e ogni Continente erano presenti e in fila ad aspettare questo benvenuto. Tipo Olimpiadi (o arca di Noè, per andare nel mistico), ma molti di più. Alla fine di questo compito ero cosi commossa e stanca che mi scendevano le lacrime dagli occhi.
Tornavo dal preside che mi diceva: come ti è sembrato questo compito?
Qual è il nostro giovamento, vi chiederete a questo punto? Il giovamento è questo: con i sogni, o l'immaginazione, o la fantasia, in poche ore si può vedere il mondo, stringergli le mani; si possono ascoltare le storie delle persone lontane, commuoversi per questa bellezza, si può ricevere la fiducia da qualcuno che ti affida un compito importante.
Ma è tutto finto, obietterebbe magari qualcuno. E invece era tutto vero, per una notte è accaduto sul serio e questa possibilità è di tutti, libera, senza fine.
Vascello fantasma. |
4 commenti:
Semplicemente bellissimo!
Grazie @Jane!!
La bellezza di questa cosa colpisce anche me... grazie di avere condiviso questo bellissimo sogno.
@Michela: grazie davvero a te :)
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