Dico la verità: la giornata ha avuto senso solo per due ragioni per me: una è trascorrerla con amici cari, cosa non sempre praticabile nella vita quotidiana, l'altra è ascoltare McEwan. Sono sua fan e lettrice da L'inventore di sogni (The Daydreamer). Il libro era uscito da poco, me lo aveva fatto conoscere la mia professoressa di italiano del liceo. Da lì in poi ho letto molti suoi romanzi, tutti diversi tra loro, nel senso che qualche volta sembrano scritti da altre mani, ed è il suo bello. Mi mancano gli ultimissimi, rimedierò con Solar, che ha un titolo fantastico. Sentir parlare McEwan è un evento importante per me (ad esempio, uno dei suoi migliori amici è Martin Amis, su cui ho fatto la tesi di laurea, e mi pare impossibile che un suo amico sia lì a un passo e racconti delle cose a pochi metri da me). Ma poi è stato utile e formativo, specie quando ha raccontato dei tormenti e delle soddisfazioni della scrittura, permettendoci di constatare che anche McEwan ha incontrato delle criticità nella vita, che la perfezione dunque non è di questo mondo. |
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